Festa del Cinema di Roma 2015 – Incontro con Jude Law

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L’attore britannico, in trasferta a Roma per girare la miniserie diretta da Paolo Sorrentino, The Young Pope, ha incontrato il pubblico della Festa del Cinema di Roma, ripercorrendo la sua carriera cinematografica attraverso una carrellata di clip tratte dai film che ha amato di più.

L’esperienza al fianco di Steven Spielberg in A. I. Intelligenza artificiale è stata una delle più significative della sua carriera. Come è stato lavorare con questo straordinario regista?
Jude Law: La sceneggiatura era stata scritta da Stanley Kubrick, e era un progetto a cui lui teneva particolarmente, purtroppo però non aveva fatto in tempo a girarla, e stava a noi celebrare la sua memoria.  Spielberg è un regista estremamente disponibile e considera i suoi attori non solo come ingranaggi di una grande macchina, ma come veri protagonisti del film che sta girando, ed è pronto ad accogliere suggerimenti e idee per mettere in scena al meglio i personaggi.  Inoltre Spielberg è uno dei miei registi preferiti. Ricordo che quando da bambino guardavo Incontri ravvicinati del terzo tipo questo film mi terrorizzava, ma quando l’ho rivisto da adulto, da padre e poi da attore è cresciuto sempre di più, mostrandomi sempre più chiaramente il legame imprescindibile tra normalità e fantasia.

In molti dei suoi film ha interpretato personaggi della letteratura così come realmente esistiti. Come si prepara per affrontare questi ruoli?
Jude Law: Se indietro nel tempo a quando ho iniziato a recitare, ricordo che all’epoca lavoravo di istinto, poi però ho capito che la parte migliore del lavoro è proprio quella di studiare il personaggio e l’opera da cui è tratto il personaggio, ed entrare nella storia. Come attore ho la possibilità di costruire la mia interpretazione in questo modo, ma non è una strategia universalmente valida, perché ciò che conta per il regista è il risultato finale, indipendentemente dalla strada che si percorre per raggiungerlo, e anche l’istinto in questo senso può essere di grande aiuto. Per Anna Karenina per esempio ho iniziato dalla lettura della sceneggiatura, scritta da Tom Stoppard, per poi ritrovare nel libro tutti gli elementi che avevo visto nel film, che in più si concentrava sull’aspetto intimistico della storia.

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È più divertente interpretare un personaggio simpatico come in Sherlock Holmes o antipatico come in Sleuth?

Jude Law: Non si giudica mai un personaggio, anche perché nessun cattivo si ritiene tale, e anche i buoni hanno dei lati oscuri e così come i buoni delle sfumature d’ombra. In realtà mi sento molto fortunatoperchè mi sono divertito in tutti i film che ho fatto, grazie anche alle persone con cui ho lavorato. E poi se non mi divertissi a fare ciò che faccio sarebbe preoccupante. Inoltre l’esperienza di Sleuth per me è stata la realizzazione di un sogno perché mi ha dato la possibilità di lavorare con Michael Caine, che io ammiravo molto, in un film scritto da Harold Pinter e diretto da Kenneth Branagh. Non potevo desiderare di più.

Qual è il film che ami di più?
Jude Law: Senza dubbio scelgo La morte corre sul fiume di Charles Laughton, un film che mi ha fatto vedere mia madre quando da adolescente ho iniziato ad appassionarmi alla recitazione e da lì è nato il mio amore assoluto per il cinema. Io sono molto legato al teatro e alla magia che si si crea attorno a questa forma di spettacolo e credo che la teatralità poco usata nel cinema, perché ci si concentra troppo sulla verisimiglianza. Questo film invece crea il giusto equilibro tra la storia cupa e l’involucro fiabesco in cui è inscritta, e questo si evince nella famosa scena in cui la barca scivola sul fiume e l’obiettivo si sofferma sulle creature della notte che lo circondano.

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