Neri Parenti

Natale da chef, di Neri Parenti

Il cinepanettone ha una ricetta precisa per funzionare che ormai tutti conosciamo. Con il tempo si è voluto provare a variare quella ricetta introducendo nuovi ingredienti, cambiando i tempi di cottura. Ma alla fine, questi cambi hanno portato a nuove ricette i cui legami con il vecchio cinepanettone sono molto labili, quasi inesistenti ad eccezione dell’unica costante che è l’uscita in prossimità delle feste natalizie.

Tra i tanti cuochi che ormai si possono vedere all’opera (l’anno scorso abbiamo avuto oltre sette commedie accostabili al genere) chi  nel tempo ha cercato di restare il più fedele possibile alla ricetta originale sono stati da sempre Massimo Boldi e Neri Parenti, anche se dall’anno della separazione della coppia Boldi-De Sica, si sono sempre trovati avversai al botteghino, fatta eccezione per una piccola parte di Boldi in Ma tu di che segno 6? di Neri Parenti.

 

I sempre più scarsi risultati al botteghino di entrambi li hanno portati, quest’anno a tornare a collaborare. Il rinnovato incontro tra i due ha sicuramente ridato un genuino cinepanettone degli anni novanta, con tutti i pro e i contro che questo ha comportato. Se Boldi ha sicuramente trovato giovamento dalla presenza di Neri Parenti, che ha ridato un minimo di narrazione ad un film con Massimo Boldi protagonista, lo stesso non si può dire per Neri Parenti, che ha semplicemente aggiunto l’ennesimo film di rapido consumo alla sua carriera.

Il problema vero di Natale da Chef è sicuramente l’ingombrante presenza del comico milanese, che non ha saputo rinnovare il suo personaggio, né tantomeno farlo maturare, permettendogli di giustificare un suo ruolo di protagonista. Aspetto che negli ultimi film di Boldi, quelli dei matrimoni, veniva nascosto da una pessima scrittura e una svogliata regia. Qui, dove finalmente Neri Parenti ed i suo sceneggiatori riescono a risolvere quei problemi, l’inadeguatezza dell’attore diventa presente e costringe il regista a rendere il più marginale possibile la sua presenza in scena. A conti fatti resta il miglior esempio di cinepanettone vecchia maniera, peccato che ormai gli ingredienti siano scaduti.