Berlinale 66 – Gerard Depardieu racconta Saint Amour

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Saint Amour, la briosa commedia diretta da Gustave Kervern e Benoît Delépine, ha chiuso la 66 edizione del Festival del cinema di Berlino tra applausi e risate liberatorie. Gerard Depardieu è volato nella capitale tedesca per presentare il film insieme ai registi e raccontare la sua esperienza sul set. “La commedia francese contemporanea è fatta peri giovani, per essere amata dai giovani, e per questo motivo non esistono più le vere commedie. Saint Amour parla del viaggio di padre e figlio attraverso la Francia, che gli permette di ritrovare il loro rapporto. È un film divertente ma anche introspettivo, che parla della perdita dell’identità e del suo ritrovamento con l’amore. Parla della vita ed è per questo che è un film straordinario, come non se ne fanno più, o meglio come non arrivano più nelle sale”. E con queste parole Depardieu dichiara il suo amore per il cinema e il suo rimpianto per un’arte che si piega sempre più all’andamento del mercato: “Amo questo tipo cinema, ma oggi non ci sono molti attori che sanno mostrare la loro sensibilità e la loro cultura, che siano abbastanza coraggiosi e intelligenti da mostrare la vita”.

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Ma come ha affrontato l’attore francese Sant Amour? “Di solito non leggo nulla prima di iniziare le riprese perché preferisco non essere influenzato dallo script e conoscere prima le persone con cui devo recitare, e l’ambiente in cui devo muovermi. Ho fatto lo stesso anche quando ho interpretato Cyrano de Bergerac e Tartuffe, ho imparato il testo nelle prove, basandomi sulle battute degli altri. Per essere dei bravi attori bisogna dedicare del tempo a quest’arte e credo che conoscere il testo a memoria prima di iniziare a recitare privi l’attore di uno dei piaceri di questo mestiere. E non è un caso che anche John Malkovich e Bruce Willis la pensino come me”.

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