DSC_2139.NEF

Festa del Cinema di Roma 2015 – Freeheld, di Peter Sollett

/

Una compagna fedele, una casa con un piccolo giardino e un cane con cui condividere la vita è tutto ciò che desiderano Laurel e Stacie. Un piccolo sogno, non molto diverso da quello di tante coppie innamorate ma, in un New Jersey che pubblicamente riconosce le coppie di fatto omosessuali e segretamente le considera ancora una vergogna, questa è ancora un’utopia. La modernissima Ocean County è infatti nelle mani dei Freeholders, una piccola inquisizione di funzionari, rigorosamente maschi, bianchi e cattolici, che decidono del destino dei cittadini guidati dal pregiudizio e dalle pressioni politiche. A loro spetta l’ultima parola su ogni controversia, e oggi a fare appello al loro senso civico c’è Laurel Hester, una stimata detective, che ha servito la comunità per venticinque anni, rischiando spesso la vita per difenderla, e che ora chiede di ricevere in cambio un po’ della giustizia che ha difeso a favore della sua causa.

A Laurel è stato diagnosticato un cancro letale a un passo dalla sua promozione a tenente, e tutto ciò che desidera è che la sua compagna Stacie Andree possa continuare a vivere nella casa che hanno costruito insieme con tanto amore, e che in futuro possa beneficiare della sua pensione, così come fanno da sempre le vedove dei colleghi. Ma non ci sono leggi che regolano le unioni civili e non ci sono diritti per le coppie non sposate regolarmente, tanto più se omosessuali. I Freeholders hanno le mani legate, ma Laurel non si arrende e continua a combattere la sua battaglia, invitando non solo la comunità di Ocean County, ma tutta l’opinione pubblica, a considerare la realtà delle cose senza il filtro del pregiudizio, e il suo amore per Stacie come un sentimento puro, destinato a durare oltre la vita. La forza di queste due donne straordinarie e l’ostinazione con cui hanno lottato per i propri diritti ha dato inizio a un movimento globale, che negli anni ha collezionato molte vittorie, garantendo ad oggi alle coppie omosessuali i il diritto di contrarre matrimonio in molti stati italiani e europei, anche se la strada da percorrere è ancora lunga.

Freeheld non è soltanto la rappresentazione finzionaria della storia tormentata di Laurel Hester e Stacie Andree, che agli inizio degli anni Duemila hanno vinto la loro battaglia per l’uguaglianza dei diritti, poco prima di perdere quella contro la malattia di Stacie, ma il manifesto programmatico di una necessità impellente di modernità in un mondo ancora aggrappato alle leggi conservatrici del passato. Peter Sollett si fa testimone di questo messaggio, insieme alla brillante Ellen Page, che non solo nel film ma anche nella vita è in prima linea a favore dei diritti delle coppie omosessuali e, facendosi cullare dall’onda emotiva che scatena il film, coglie a pieno la sua occasione di raccontare al mondo questa storia. Nel 2008 già Cynthia Wade aveva realizzato un documentario sul caso di Laurel Hester, che non a caso si chiamava Freeheld, ma se quest’ultimo si concentrava sull’ultima fase della vita della poliziotta e sulle battaglie legali, il film di Peter Sollett sceglie di entrare nell’intimità della coppia, andando indietro nel tempo al momento in cui le due donne si sono conosciute, ai fremiti del primo appuntamento, fino alla lunga agonia, trascorsa sempre insieme. Il loro amore traspare da ogni fotogramma e supera per intensità il dolore della malattia, su cui indugia invece il documentario della Wade, ed è proprio da qui che parte Sollett per lanciare uno spunto riflessione a tutti i paesi che ancora non sono in grado di garantire l’uguaglianza dei diritti ai loro cittadini, e a tutti coloro che si crogiolano nell’utopia di una società benpensante, regolata da leggi arcaiche che non hanno più senso di esistere.

Ultimi articoli

Men, di Alex Garland

Un paesino lontano dal mondo, nel cuore della campagna inglese, può essere il luogo ideale dove