Il grosso grasso matrimonio greco di Ian Miller e Toula Portokalos è stato il matrimonio più rumoroso, colorato e divertente che il 2002 ricordi, una grande abbuffata di risate che ha reso memorabile la storia d’amore tra il giovane insegnante americano e la greca impacciata, che attendeva il principe azzurro per fuggire via da una famiglia troppo ingombrante. I Portokalos incarnano tutti gli stereotipi della famiglia mediterranea, vivono in simbiosi, si muovono sempre in branco e per loro ogni festa è l’occasione per portare scompiglio nel quartiere e creare imbarazzo nei più composti e decisamente meno sanguigni americani, di cui i genitori di Ian sono l’esempio più eclatante. Ma è proprio il contrasto tra queste due culture così lontane tra loro che ha fatto di Il mio grosso grasso matrimonio greco un vero e proprio cult, una commedia romantica unica nel suo genere, movimentata da una serie infinita di gag e siparietti esilaranti.
Oggi Ian e Toula sono ancora felicemente sposati e hanno una figlia adolescente, ossessionata dalla sua grossa grassa famiglia greca come sua madre quando aveva la stessa età, perchè nonostante il passare del tempo i Portokalos sono rimasti uguali a sè stessi, rumorosi, imbarazzanti e sempre sopra le righe. A quattordici anni di distanza però Toula ha fatto pace con la sua cultura d’origine e ora il suo compito è quello di mediare tra sua figlia e la sua assurda famiglia, che freme per trovare un marito alla ragazza mentre un altro grosso grasso matrimonio greco è alle porte ed è il più incredibile che si sia mai visto.
Il primo grosso grasso matrimonio greco ha avuto un successo formidabile, e sin da subito la sceneggiatrice nonché attrice protagonista Nia Vardalos ha pensato a un sequel che fosse all’altezza. L’attesa è stata lunga ma finalmente Kirk Jones ha riportato sul granae schermo la famiglia più bizzarra di Chicago, ancora più scatenata che in passato e decisa a sconvolgere il vicinato con le loro feste da capogiro. Ma se nel primo film tutta l’attenzione era concentrata sulla giovane coppia e sulla trasformazione di Toula da brutto anatroccolo a giovane donna, ora al centro della scena c’è la figlia Paris e i suoi nonni, alle prese con una inaspettata crisi matrimoniale. E sono proprio loro con le loro scaramucce a dare al film un inaspettato risvolto di tenerezza, che addolcisce piacevolmente l’ironia che ha sempre caratterizzato la penna della Vardalos. Le dinamiche umoristiche sono sempre le stesse così come i personaggi, ma il tempo li ha resi più maturi, più complessi, decisamente meno rigidi verso le tradizioni, svelando un lato inedito di ognuno di loro. Chi ha amato Il mio grosso grasso matrimonio greco non potrà fare a meno di farsi travolgere ancora una volta dal ritmo incalzante del sirtaki che accompagna questa incredibile festa della vita, e assaporare il gusto delle tradizioni che hanno trasformato la vita di Ian e Toula in una straordinaria avventura.