Immaginate un mondo di case squadrate che si rincorrono lungo le strade in un perfetto equilibrio geometrico, senza forme e senza colori, in cui l’unica cosa che si scorge dalle finestre sono gli impiegati con la testa china sulla loro macchina da scrivere, tutti uguali, impeccabili e instancabili. Questo è il mondo degli adulti, il mondo che non ha tempo per il gioco e per la fantasia, dove l’unica cosa che conta è la produttività e ha sepolto sotto uno spesso strato cemento l’anima di chi lo abita. L’unico ad essersi salvato è un vecchio aviatore, che vive in una piccola casa di mattoni al limitare della città circondato dai suoi splendidi trabiccoli. Il suo giardino è l’unico in cui gli alberi crescono verdi e rigogliosi, l’unico in cui si sente ancora il profumo dei fiori e da cui si possono vedere le stelle.
Ed è qui che comincia la nostra storia, con una bambina curiosa che supera il muro del giardino ed entra nel mondo fantastico dell’aviatore per ascoltare le sue incredibili avventure nel deserto e di come ha incontrato un bambino con i capelli color del grano giunto da un altro pianeta, che gli ha fatto un dono molto prezioso, ma invisibile agli occhi. Il Piccolo Principe gli ha insegnato a vedere con il cuore, ad aprire la mente alla fantasia e a diventare adulto senza dimenticare chi era da bambino. E il suo messaggio, racchiuso tra le pagine del diario di viaggio dell’aviatore, da questo momento sarà la bussola che guiderà il destino della bambina attraverso il mondo incolore dei grandi e le insegnerà a crescere senza mai distogliere gli occhi dal cielo.
Il diario è il cuore di Il Piccolo Principe di Mark Osborne, il fil rouge che lega la fiaba di Antoine de Saint-Exupéry con la storia dell’amicizia della bambina e dell’aviatore, ed è da queste pagine sciolte che prendono vita i personaggi, plasmati nella carta e nella creta, con i volti bagnati di acquerello. Una tecnica di animazione stop-motion estremamente raffinata rende possibile la magia, trasformando le pagine del diario nella sciarpa sospesa a mezz’aria del Piccolo Principe, nei petali della sua rosa solitaria, e nel corpo sinuoso della sua volpe, e crea con pochi tratti di pennello un mondo di fantasia, fatto di una sostanza diversa dal mondo reale, più fragile e impalpabile, proprio come i sogni.
La congiunzione perfetta tra arte e poesia crea un’ opera straordinaria, diversa ma non meno preziosa di quella originaria, che rimane sospesa in un universo fantastico, perché Osborne fa entrare il suo Piccolo Principe con la realtà, lo rende umano, offrendo una via di fuga a tutti coloro che si sentono oppressi dalla gabbia in cui li ha relegati il mondo esterno, e cercano nel sogno i ricordi dell’infanzia, i giochi dimenticati, e una finestra di tempo da cui guardare le stelle con l’anima leggera di un bambino.