Le regole del caos, di Alan Rickman

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Il giardino alla francese è una forma d’arte unica nel suo genere, con la sua armonia di geometrie perfette, che si snodano in composizioni di piante e giochi d’cqua, create per rallegrare gli occhi e rasserenare il cuore. La simmetria è il motivo dominante di questi giardini, la condizione dalla quale non si può prescindere per il successo, e l’unica religione per André Le Nôtre, l’architetto prediletto del Re Sole, che nel XVII secolo ha dato vita ai memorabili Giardini di Versailles. André vive per piegare la natura al suo disegno ma, quando si presenta a corte Sabine De Barra con i suoi progetti per la dimora estiva del re, le sue linee frastagliate e caotiche, ma incredibilmente vive, mettono in crisi le composizioni ordinate che aveva perseguito ossessivamente fino a quel momento, e gli mostrano una forma di bellezza che non aveva mai contemplato.

A Little Chaos

Sabine porta il caos nell’ordine, l’imperfezione nella perfezione, e trasforma i giardini Versailles in un’opera d’arte senza precedenti, estremamente moderna per il suo tempo, ma allo stesso tempo conforme alla tradizione del giardino rinascimentale francese. Ma il lavoro di Sabine sulla natura segue di pari passo quello sull’uomo André, sulla cui forma originaria modella con pazienza un animo nuovo, libero dalle gabbie della mente e noncurante delle calamità umane e naturali che tentano di ostacolare il loro cammino.

Alan Rickman dipinge il suo affresco barocco della vita alla corte del Re Sole senza calcare mai la mano sull’ostentazione, dei sentimenti come dello sfarzo, limitandosi a suggerire con pochi sguardi, appena percettibili, la passione tra i due giardinieri del re, che cresce giorno dopo giorno come l’anfiteatro naturale che stanno costruendo nel cuore del giardino. Anche i colori della corte sono smorzati, lontani dall’usuale eccentricità barocca, e seguono un tratto talmente severo da sembrare anacronistico, ma che esalta ancora di più la natura che circonda i personaggi e abbraccia i palazzi. Tuttavia il tratto di Rickman non è abbastanza incisivo da far uscire i personaggi dalla tela, e da dare corpo alla loro passione anche nel presente, con il risultato di rimanere troppo fedele ad una rappresentazione della storia minuziosa ma costantemente bidimensionale.

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