Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli

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Londra, marzo 1883. Alla figlia più giovane di Karl Marx, Eleanor, è affidato l’elogio funebre del padre del comunismo, autore di opere immortali come Il Capitale. Le sue parole però non celebrano il filosofo e l’economista, ma il marito fedele e il padre affettuoso, raro esempio di virtù e di amore incondizionato. Ed è proprio questo lo sguardo con cui Susanna Nicchiarelli ha scelto di guardare la vita di Eleanor Marx, uno sguardo che va al di là del suo impegno nel femminismo e nel socialismo, nelle lotte operaie, e nei movimenti per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile, per concentrarsi sulla sua vita privata e sugli affetti più intimi.

Eleanor è una donna brillante, un’attivista e un’intellettuale di rilievo ma la sua dimensione pubblica è in netto contrasto con quella privata, il suo cuore non segue di pari passo la mente e finisce vittima degli stessi ideali per cui combatte. L’emancipazione della donna da un maschilismo che la schiaccia e non le concede pari diritti si schianta contro il suo amore incondizionato per il drammaturgo e attivista politico Edward Aveling, compagno di vita infedele e bugiardo, da cui Eleanor non è mai riuscita ad emanciparsi.

Una relazione tossica dal punto di vista emotivo quanto stimolante da quello intellettuale, anticonvenzionale nella forma,che non contemplava il matrimonio, ma estremamente convenzionale nella sudditanza psicologica di Eleanor che accettava i continui tradimenti di Edward, corrodendosi in silenzio. Un mosaico di contraddizioni che rendono la figura di Eleanor Marx incredibilmente umana e moderna, lontana dall’immagine pubblica dell’autrice di manifesti femministi come The Woman Question e più vicina a quella di una giovane donna che, una volta sola, dimentica le apparenze, si scioglie i capelli, alza il volume della musica e si lascia andare a una danza scatenata, urlando a squarciagola la sua disperazione.

La musica in Miss Marx è proprio l’elemento di congiunzione tra storia narrata e vita pulsante che Susanna Nicchiarelli trova in una colonna sonora squisitamente rock, affidata a Gatto Ciliegia contro il Grande Freddo, che non stride con la scena ottocentesca, ma paradossalmente la esalta, in un contrasto vincente tra forma impeccabile e tumulto interiore, che condensa alla perfezione l’essenza di Eleanor, fatta di energia inesplosa e parole non dette.

La stessa energia che la Miss Marx di Susanna Nicchiarelli non riesce a liberare del tutto, lasciando tanto al non detto, al non raccontato, soprattutto sull’influenza sociale e politica che ha avuto Eleanor Marx nel suo tempo. Il risultato è che ad emergere qui è più la sua ordinarietà di donna in balia delle sue emozioni, che la straordinarietà della sua opera, sia dal punto di vista letterario che in prima linea nelle fabbriche e tra le classi più oppresse. E questo è senza dubbio un ritratto incompleto, sebbene fedele, di una donna rivoluzionaria, impavida, e incredibilmente moderna, che senza dubbio meriterebbe maggiore attenzione.

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