Mission Impossible – Rogue Nation, di Christopher Mc Quarrie

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Questa volta Ethan Hunt (Tom Cruise) dovrà affrontare una missione la cui percentuale di impossibilità sale vertiginosamente: la CIA non approva più i metodi poco ortodossi (e spesse volte dagli effetti collaterali incontrollati) con cui l’IMF gestisce le sue missioni segrete. Per questo decide di scioglierne lo statuto e inglobarne i membri virtuosi (Jeremy Renner e Simon Pegg), sperando di chetarne e controllarne le azioni. Tra questi, però, Ethan non c’è. Come affrontare il nemico più subdolo e pericoloso mai incontrato senza l’appoggio dei suoi colleghi, e con gli agenti federali alle calcagna?

Il quinto capitolo delle missioni impossibili, diretto Christopher Mc Quarrie, non delude le aspettative, se chi si siede in sala a guardarlo è un amante degli action movie più soft. Non mancano le titaniche arrampicate su oggetti in movimento a velocità supersonica né gli inseguimenti mozzafiato su macchine sportive e sulle motociclette tanto amate da Tom Cruise, non manca la sexy agente (la svedese Rebecca Ferguson, già divina Egeria nell’ultimo Hercules di Brett Ratner) dalla capacità fisiche da far invidia a una super eroina, non mancano gli oggetti che si autodistruggeranno entro cinque secondi e le imprese impossibili risolte un po’ per bravura e un po’ (un bel po’, come sostiene l’antipatico dirigente della CIA Alec Baldwin), “per una serie di fortunate coincidenze”. Lo spettatore potrebbe uscire dal cinema non solo appagato, ma pienamente soddisfatto dalla scenografia impreziosita da una Londra ventosa e miracolosamente priva di pioggia, o da una Casablanca ridente nei suoi minareti splendidi al sole, o dalla musica, sulle note della Turandot di Puccini intervallate dal famoso theme di Lalo Schifrin.

Se chi si siede in sala lo fa con uno spirito cinematografico più critico e meno entusiasta troverà banale la sceneggiatura, prevedibile sin dalle prime battute e con colpi di scena che colpiscono ben poco. Le trame che vengono presentate come segrete e inviolabili vengono svelate quasi meccanicamente dagli stessi protagonisti senza sorprese dell’ultim’ora. La regia non guizza di originalità e inventiva e le scene si susseguono con la prevedibilità tipica dei film d’azione degli ultimi anni. Mancano le soggettive e anche gli effetti speciali (che siano esplosioni o sparatorie) non restituiscono allo spettatore la concitazione degli eventi. Evidenti, poi, i buchi tecnologici legati ai dispositivi in possesso dagli agenti o alle capacità fisiche dei protagonisti, in bilico tra pelle adamantina o polmoni da sirene. Mission Impossible – Rogue Nation è un acquisto sicuro, ma che non dà nessuna scossa.

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