Arrête! C’est ici L’Empire de la Mort! Dove finisce il regno dei vivi, inizia quello dei morti, che popolano l’universo capovolto della catacombe di Parigi in un dedalo oscuro di cunicoli, talmente profondi da raggiungere il centro della terra. Là dove le percezioni sono distorte e la mente soffocata, gli incubi diventano palpabili e si avventano contro chi osa sfidare la morte per cercare il potere assoluto.
L’ossessione per la ricerca della verità assoluta è la condanna della brillante archeologa Scarlett che, dopo aver girato in lungo e in largo il mondo alla ricerca di indizi sulla pietra filosofale, identifica le catacombe di Parigi come il luogo in cui è stato nascosto l’oggetto bramato dai popoli di tutto il mondo, la pietra in grado di trasformare il metallo in oro e di donare la vita eterna. Supportata da un collega esperto nella decifrazione dell’aramaico, Scarlett parte per questa folle missione nei sotterranei di Parigi con al seguito una squadra di esploratori locali, abbagliati dall’idea di trovare uno straordinario tesoro.
L’impero dei morti è immenso, i cunicoli si intrecciano e si sovrappongono, uno uguale all’altro. La morte è incisa in ogni pietra, e i corpi degli avventurieri scomparsi nelle spedizioni precedenti foderano le pareti e il pavimento dell’oscuro percorso. Ma il gruppo non arretra, e prosegue la discesa verso gli inferi con il miraggio di arrivare dove nessuno è mai arrivato. L’ossigeno scarseggia, consumato dai cadaveri in decomposizione e le catacombe, assetate di sangue, chiedono il tributo dei vivi che osano varcare la soglia del regno dei morti. Il corpo stanco e la lucidità annebbiata spalancano le tombe degli incubi più profondi, e i fantasmi interiori si abbattono sui personaggi, trascinandoli uno dopo l’altro nei luoghi più oscuri della loro mente, in una discesa ineluttabile verso la follia.
As above, so below. La Parigi di John Erick Dowdle è capovolta. Sopra la Tour Eiffell che sfavilla sotto i flash dei turisti e sotto l’orrore delle catacombe, e la discesa verso il fondo delle catacombe segue di pari passo la discesa nella profondità della mente dei personaggi, costretti a scavare a fondo, sopra come sotto, per riuscire a vedere la luce nelle catacombe come nella loro vita. La discesa è simbolicamente un viaggio psichico nell’orrore personale e un percorso risolutivo, verso la morte o la rinascita, che i personaggi affrontano in base agli strumenti in loro possesso e alla reale volontà di scoprire quello che c’è sotto, per tornare in superficie alleggeriti da un peso cosmico e liberi di respirare per la prima volta.
Il viaggio ambizioso di Dowdle trascina violentemente nel profondo delle catacombe senza indugiare troppo nei dettagli cruenti, ma rendendo percepibile il senso di claustrofobia che aumenta esponenzialmente mano a mano che i protagonisti scendono verso il basso, fino a diventare insopportabile alle porte dell’inferno. Il calore asfissiante e l’aria consumata e marcia spaventano più dei mostri e angosciano più dei fantasmi, creando un coinvolgimento immediato nell’azione che, ridondante di cliché, ripone il suo potenzia proprio nella sensazione opprimente di chi si dibatte in un cunicolo oscuro alla ricerca della luce, di una via d’uscita per salvarsi, che sia nel profondo della propria mente o nell’orrore che proietta all’esterno.