Patience è l’ultima fatica di Daniel Clowes, autore americano già conosciuto per le famose graphic novel precedentemente pubblicate in Italia da Coconino Press: Wilson e Ghost World. In questa storia Clowes riversa tutto il suo spirito visionario e delirante per trasformare una storia d’amore in un viaggio atemporale, di crescita e formazione personale. Perché Patience è questo, una storia d’amore incondizionato e devoto, che l’autore dedica a sua moglie Erika, interpretando la parte di Jack Barlow.
La vicenda di Jack e sua moglie Patience si apre con l’annuncio di una nuova vita: i due giovani coniugi scoprono di aspettare un figlio e vogliono far in modo di regalare al bambino una realtà diversa da quella squallida e sporca che stanno vivendo. Patience però sarà uccisa e sarà proprio la sua morte a dare il “la” a Jack, trasformandolo da distributore di volantini in viaggiatore del tempo, al fine di scoprire l’identità dell’assassino.
Non fatevi ingannare dalle premesse, Patience non è una storia di fantascienza ma una vicenda umana, ambientata tra epoche diverse tuttavia uguali tra loro. I colori usati da Clowes per ritrarre persone e architetture sono completamente sfasati, sbagliati, spaesanti, espediente che aiuta a farci osservare il mondo come lo vede Jack, che vive ormai la sua vita come fosse un interminabile trip psichedelico. Un incubo da cui Jack non può svegliarsi, in cui è lui stesso a ricalcare le orme del suo destino.
Il protagonista si interrogherà sulle sue azioni, condividendo lo stesso scetticismo che qualsiasi lettore (già sazio di storie che parlano di viaggi nel tempo) potrebbe nutrire: sarà vero che incontrando me stesso creerei un vortice di anti-materia? Potrebbe essere che secondo i paradossi temporali le mie azioni siano già state compiute? E se il destino fosse già scritto?
“Riuscirò a cambiare in meglio la mia vita e quella della persona che amo?”
Lo svolgimento della trama è altalenante, a volte tremendamente statico nei passaggi più introspettivi e a volte sincopato, per ricalcare la confusione psicofisica di Jack. Ma il finale è appagante, per nulla scontato. Se all’inizio vi sembrerà che il mondo-spazzatura di Jack e Patience sia un pozzo di tristezza da cui non è possibile uscire, piano piano vi accorgerete di quanto vivere quella realtà sia stato importante per Jack. E potrete accompagnarlo con pazienza nel suo viaggio, sperando anche voi che l’incubo finisca prima possibile.