«Vi siete mai chiesti cosa fanno i vostri animali quando non siete in casa?»
Pets è la nuova avventura Illumination e ideata dai creatori (la cui firma inequivocabile è lasciata in una scena che a che fare con una montagna di salsicce) di Cattivissimo me e Minions – Il film. Una storia che appare già nota prima della sua effettiva proiezione in sala: il tagline che ha accompagnato tutta la promozione del film è «Vi siete mai chiesti cosa fanno i vostri animali quando non siete in casa?» e la pellicola racconta infatti una giornata vissuta dal Terrier Max e dal suo nuovo (e odiato) coinquilino Duke, un pulcioso randagio che la sua adorata padrona Katie ha avuto l’ardire di accogliere in casa. Insieme a loro, anche gli altri vicini di cuccia Chloe (una gatta golosa e superba), Buddy e Mel (due cani d’appartamento rispettivamente amanti del massaggio da planetaria e della caccia agli scoiattoli), Pisellino (un uccellino che elude la reclusione da gabbia durante il giorno per svolazzare in giro per il palazzo) e la dolce Gidget (segretamente innamorata ma incapace di confessare il proprio amore) verranno coinvolti nelle mirabolanti traversie per portare a termine una missione di salvataggio. Riuscirà il mix variegato di caratteri e intenti a risolvere tutto prima che tutte le porte delle loro case si aprano per il rientro dei padroni?
Ancora una volta con Pets si registra questa fastidiosa tendenza del 2017 di distribuire trailer che nei loro pochi minuti superano in brillantezza la riuscita dell’intero film: le campagne di marketing risultano più argute delle sceneggiature. La trama non rispetta le aspettative suggerite dagli innumerevoli teaser rilasciati nell’arco di mesi che lasciavano presagire un vero e proprio film d’animazione dell’anno. Invece la storia si svolge banalmente, senza nessuna originalità narrativa (il tema del salvataggio ha già avuto ampio spazio nei film d’animazione). Pets non riesce a raggiungere una fisionomia completa: non è al 100% un film per bambini perché lo spettatore viene risucchiato in dinamiche al cardiopalma, che un bambino molto piccolo non riuscirebbe ad apprezzare per l’eccessiva velocità (e a volte tensione nervosa); non è neanche completamente una pellicola per adulti perché mancano gli elementi che tale l’avrebbero resa: la caratterizzazione dei personaggi (alcuni di questi appaiono come delle semplici macchiette senza una personalità a tutto tondo) e dei loro sentimenti, o le situazioni paradossali, la cui ironia potrebbe essere colta solo da un pubblico adulto: in Pets abbiamo solo un tenero coniglietto bianco dall’ispirazione rivoluzionaria e violenta ma la cui fisionomia non tiene per l’intera durata della pellicola e si dissolve senza apparente motivo nel corso della narrazione.
Se si va in sala a vedere Pets con l’aspettativa di assistere a un Toy Story versione animale, probabilmente le scelta sarà azzeccata; se si va in sala con la speranza di non assistere alla messa in scena di un Toy Story versione animale (perché di certe pellicole geniali e innovative sono irripetibili e inimitabili) allora bisognerà essere consapevoli di trascorrere, tra i molti buche narrativi, alcuni momenti piacevoli, tutti coincidenti con i luoghi comuni del mondo canino.
Menzione speciale alla scenografia: in questo caso il premio è meritato; lo skyline di New York toglie il fiato e il movimento in verticale attraverso i grattacieli vale, probabilmente, la visione di tutto il film.