Robert Rodriguez e Frank Miller presentano Sin City 3D – Una donna per cui uccidere

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Dal fumetto al cinema, Sin City 3D – Una donna per cui uccidere è stato presentato in anteprima a Roma da Frank Miller, l’autore della graphic novel che ha ispirato il film, e il regista Robert Rodriguez, che hanno svelato i segreti di questo straordinario adattamento.

Quando Frank Miller ha scritto e disegnato Sin City non avrebbe mai immaginato di vedere il suo lavoro trasposto sul grande schermo, ma l’incontro con Robert Rodriguez e con la sua immaginazione visionaria ha fatto balzare i personaggi di china fuori dalle pagine della graphic novel, e gli ha conferito tridimensionalità con la tecnica del green screening. L’universo grafico di Miller ha preso vita e ha reso possibile l’inimmaginabile senza snaturare la storia e la tecnica di Miller. “Sin City è il Sin City di Miller – ha detto Rodriguez – e la mia intenzione era rimanere il più possibile fedele alla storia, perché la graphic novel ha già in sé una storia completa e profonda, e volevo che diventasse un film, non un semplice adattamento”.

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Ed è proprio la fusione tra il fumetto e il film, tra l’immagine statica e l’immagine in movimento, che hanno reso Sin City un’esperimento cinematografico unico nel suo genere. “Spesso mi chiedono perché non lavoro a Hollywood – ha ammesso Miller –  ma con Rodriguez ho capito che le mie opere potevano essere adattate per il cinema senza passare per il tritacarne di Hollywood, che rende gli adattamenti simili gli uni agli altri e li appiattisce. I film migliori sono quelli più vicini al materiale di partenza, e anche se è difficile mantenere l’integrità dell’originale, bisogna rimanete fedeli alla storia, sempre”.

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L’universo di Sin City ormai  inestricabile dall’immaginario cinematografico, al punto che  l’immagine dei personaggi sul grande schermo e la fisicità degli attori sono diventati d’ispirazione per il lavoro di Miller. “Quando ho creato il personaggio di Marv – ha dichiarato Miller – sono partito dall’immagine di un “Conan con addosso un trench”, un barbaro in un contesto metropolitano, ma oggi pensare al personaggio di Marv senza pensare a Mickey Rourke per me sarebbe impossibile”.

L’uso del 3D ha portato il disegno ad un livello superiore, scomponendo l’immagine su una serie infinita di quinte teatrali che portano in primo piano gli elementi che caratterizzano la scena, da un particolare sul corpo dei protagonisti ad uno sullo sfondo. Robert Rodriguez ha spiegato: “Il 3D aiuta tantissimo la narrazione perché l’universo di Miller è astratto, e il 3D è in grado di trasformare un puntino bianco in un fiocco di neve.  Il 3D aiuta a concentrarsi sugli elementi fondamentali della storia” e Frank Miller ha aggiunto: “La storia è tutto sia per il cinema che per la TV. Di sicuro il 3D aiuta gli occhi a focalizzare l’attenzione e a concentrarsi su ciò che serve, ma non bisogna mai dimenticare l’importanza della storia”.

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