“La magia è dentro di te”. I simpatici stregoni di The House with a Clock in Its Walls non fanno altro che ripeterlo al piccolo Lewis, che sta muovendo i primi passi nel mondo della magia e nella vita, mentre cerca di integrarsi con i suoi coetanei e di superare la perdita recente dei suoi genitori. Ed è con questa frase che Cate Blachett, che nel film interpreta l’elegante mrs. Zimmermanun, presenta The House with a Clock in Its Walls alla Festa del Cinema di Roma. “Questo è un film sulla magia – dice l’attrice – e non solo sulla magia in senso stretto, ma su quella che si trova nel mondo reale ed è la trasformazione, il cambiamento dal piombo all’oro, proprio come avviene nell’alchimia. Noi non rimaniamo sempre gli stessi, ma cambiamo in continuazione, e credo che questo sia uno dei messaggi positivi che questo film trasmette ai bambini di tutto il mondo. Non bisogna rimanere confinati all’idea che gli altri hanno di noi, all’immagine che ci hanno cucito addosso a scuola, nel lavoro o in famiglia, ma reagire e scrivere il nostro destino. Nella vita bisogna essere coraggiosi, indomiti.”
Ma cosa vuol dire essere indomiti per Cate Blanchett? “Nella mia vita ho vinto tanti premi, alcuni forse immeritati, ma posso considerarmi una donna di successo, eppure penso che si diventi indomiti solo grazie ai fallimenti personali e professionali. Si impara dai propri fallimenti e grazie a questi si evita di fare gli stessi errori in futuro. Quindi se pensate che io sia un’indomita, lo devo i miei fallimenti. La sfida principale per chi fa l’attore, a mio avviso, è quella di non arrendersi davanti alle porte chiuse in faccia, e soprattutto corazzarsi contro le delusioni senza perdere la propria sensibilità. Non è facile, ma dopotutto anche i successi derivano dai fallimenti, quindi non bisogna arrendersi mai.”
The House with a Clock in Its Walls, diretto da Eli Roth, che vede come protagonista Cate Balchett insieme a Jack Black, è l’adattamento cinematografico del famoso romanzo del 1973 La pendola magica, scritto da John Bellairs ed illustrato da Edward Gorey. “Quando ho letto la sceneggiatura non ho esitato – ha dichiarato l’attrice – non solo perché adoro Eli Roth, ma anche perché da ragazzina ho letto il romanzo, poi l’ho riletto a mio figlio di dieci anni, è l’ho trovato uno spasso. Cosa ancora più importante, credo che dia un messaggio molto positivo ai ragazzi, senza mai risultare edulcorato o paternalistico. Confesso inoltre di avere sempre avuto una grande passione per i film horror, da ragazzina ne ero ossessionata e finivo per guardarne anche quattro o cinque ogni weekend, quindi il fatto di lavorare per Eli Roth, che è uno degli autori più importanti del cinema horror contemporaneo, mi riempie di orgoglio”.