Se si solleva un lembo del tappeto, cosa si trova? E se si alza tutto il tappeto? È quello che “Siamo tutti buoni”, commedia amara al suo debutto al Teatro dell’Orologio, cerca di svelare.
Scritto e diretto dal giovane Andrea Bizzarri, lo spettacolo è la discesa in un limbo che aspira al paradiso ma che puzza di inferno, è la vita polverosa di chi nella polvere è stato gettato ma soprattutto di chi vi si è gettato.
Un garage sotterraneo accoglie un coacervo di dialetti e umanità, la sporcizia si accumula con il passare delle battute e con essa pregiudizi e stereotipi, che scrostano la patina di perbenismo mettendo a nudo le piaghe dell’ignoranza e una società che brulica nel buio. E infatti la luce è l’elemento più precario. Va, viene, è fioca, non illumina pienamente i personaggi e getta ombre profonde su di essi, marcandone il carattere, trasformandoli in topi incapaci di vivere in pieno giorno. Quel buco umido è la casa di Elèna (Alida Sacoor), giovane immigrata dalla Romania in cerca di una vita migliore, ma è anche rifugio del suo locatore, don Vincenzo (Antonio Conte), i cui tentacoli si fanno largo nel mondo della criminalità. A gravitare intorno a loro altri piccoli pianeti, che hanno abbandonato l’orbita attorno al Sole per sceglierne una più lontana, che scava nelle profondità del suolo e trascina con sé peccati e peccatori. L’equilibrio precario viene rotto da un imprevisto e allora il baratro si rivela nella sua interezza, lambendo i piedi dei protagonisti e degli spettatori.
“Siamo tutti buoni” non sceglie il buono e il cattivo di turno; i giochi di potere, i sotterfugi e le piccolezze appartengono in un modo o nell’altro a tutti, ma nel garage buio è proprio Elèna, discriminata tanto da essere etichettata come ‘bestia’ e spersonalizzata dal fatto che nessuno ricordi il suo nome, a emergere dalla melma e tendere la mano alla normalità, a una felicità che non arriva.
La compagnia Readarto lavora bene, ma su tutti, oltre ad Antonio Conte, spicca la brillante attrice italo inglese Alida Sacoor, che recita con un credibilissimo accento romeno e si muove con naturalezza sul palco-garage. “Siamo tutti buoni” è lo sguardo originale e disincantato sui ‘quartieri dove il sole del buon Dio non dà i suoi raggi’ e, potremmo aggiungere, dove i suoi abitanti non li cercano nemmeno.
In scena, al fianco di Antonio Conte e Alida Salicoor, Matteo Montaperto, Riccardo Giacomini, Valerio di Tella e Guido Goitre. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro dell’Orologio fino al 13 marzo.