brian wilson

Il trailer di Love & Mercy, di Bill Pohland

Love & Mercy è il biopic dai toni intimi e dal linguaggio non convenzionale, diretto e co-prodotto da Bill Pohlad, su Brian Douglas Wilson, enigmatico cantautore, musicista, compositore, arrangiatore e produttore discografico, soprattutto noto come leader, cantante e fondatore del gruppo musicale californiano The Beach Boys. Ad interpretare quello che è unanimemente considerato uno dei più grandi geni della musica contemporanea, l’innovativa star che, con il suo continuo sperimentare, ha profondamente influenzato la musica pop/rock negli ultimi decenni, nei diversi momenti della sua vita sono Paul Dano [Little Miss Sunshine, Il petroliere, Prisoners], molto apprezzato dalla critica, e John Cusack [Non per soldi… ma per amore, Essere John Malkovich, Alta fedeltà].

Percorrendo più di trenta anni della sua vita, il film rivela il lato oscuro e complesso che si nasconde dietro quella musica all’apparenza spensierata, che parla di amori sotto il sole e sulle spiagge, di colui che definì il “California sound” attraverso sontuose armonie e visioni d’estate infinite tra sabbia, surf e belle ragazze in bikini.

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Negli anni sessanta, il giovane cantautore Brian Wilson si ritrova nel bel mezzo di un successo straordinario dopo aver battuto numerosi record con la sua band. A seguito di un attacco di panico, Wilson decide di rinunciare al tour e di impegnarsi a registrare in studio «il più grande album mai registrato». Mentre tenta disperatamente di far fronte alle opprimenti voci nella sua testa, il suo contatto con la realtà si attenua sempre più.

A fare da controcanto alla vita di Brian da musicista saranno la sua battaglia contro la malattia mentale e gli abusi di droga.

Negli anni ottanta, Wilson si è trasformato in un fragile e confuso uomo di mezza età, soggiogato legalmente e psicologicamente dal suo terapista – abusivo -, il dottor Eugene Landy [Paul Giamatti]. La provvidenziale relazione con la venditrice di Cadillac Melinda Ledbetter [Elizabeth Banks] lo salverà dalle manipolazioni di Landy o peggiorerà la situazione?

Da che è stata presentata al Toronto International Film Festival nel 2014 la pellicola ha fatto il giro dei festival di tutto il mondo e sarà ora distribuita nelle sale a partire dal 21 aprile 2016.

Realizzato con la piena collaborazione del musicista e della moglie, Love & Mercy offre un ritratto inedito del ragazzo prodigio che co-compose alcune delle hit più spumeggianti del pop come “Surfin’ USA” e “Fun, fun, fun” e capolavori che hanno cambiato la storia della musica come “Good vibrations”, “Wouldn’t it be nice” e “God only knows”, prima di ritirarsi dalla scena pubblica per molti anni.

Ma ben al di là di ogni inquadratura, linea di dialogo e ricostruzione storica, sarà sicuramente la musica la vera protagonista del film! Cosa catturerà di più la vostra attenzione?

In anteprima la recensione di Love and Mercy

Berlinale 65 – Love and Mercy, di Bill Pohlad

La musica è ovunque, nel vento che accarezza le spiagge dorate della California come nelle pareti insonorizzate di uno studio di registrazione, e rimbalza tra i muri, tra le persone, dal basso verso l’altro, dal mare al cielo, per trasformarsi in una miriade di vibrazioni scomposte che, tra le mani di chi è in grado di riconoscerle, come per magia diventano un’armonia. Saper leggere la musica della natura è un dono e una maledizione allo stesso tempo, perché questa è una musica che non si ferma mai, che suona senza sosta e si mescola con le voci fino a diventare un suono assordante se non la si intrappola in una canzone. Per Brian Wilson il mondo è una giungla di vibrazioni e la sua sopravvivenza è legata alla necessità di convogliarle in un’unica armonia, ma il suo genio creativo profondamente introverso si trova in forte contrasto con lo spirito dei Beach Boys, la boy band più famosa degli anni Sessanta, che inneggia al surf sotto il sole della California. Il gruppo è formato interamente da ragazzi giovanissimi, che si godono il successo saltando da una festa all’altra e infrangendo i cuori delle ragazze di tutto il mondo. Droghe e alcol sono all’ordine del giorno e nessuno di loro si tira indietro da questo paradiso in terra, compreso Brian, che partecipa al divertimento estremo insieme a loro, ma che ha la mente è sempre altrove. Il suo desiderio di creare la sua musica è talmente bruciante che decide di non seguire più gli altri membri del gruppo nel loro sfavillante tour Hawaiano, e di ritirarsi nello studio di registrazione per focalizzarsi su un nuovo progetto: Pet Sounds. La realizzazione di questo straordinario album lo assorbe completamente e lo porta a sperimentare gli strumenti più insoliti, come l’abbaiare dei cani o i campanelli delle biciclette, aiutandolo finalmente a trasporre su un disco i suoi pensieri e le armonie informi che per anni si sono affastellate nella sua testa. Ma anche questo non basta per spegnere le voci che sente bisbigliare giorno e notte, i suoni amplificati che lo angosciano e la paura di essere una nullità che lo assale ogni qual volta si spengono le luci della scena. Brian Wilson è un genio, ma è anche un ragazzo fragile, profondamente in lotta tra l’immagine pubblica del gruppo e la musica che vorrebbe creare nella solitudine della sua casa, con i piedi immersi nella sabbia su cui si poggia il suo pianoforte.

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Bill Pohlad non si addentra nei meandri della malattia mentale di Brian Wilson, mostrando gli attacchi di panico e l’estrema sensibilità ai rumori come l’inevitabile conseguenza di un talento naturale verso la musicalità della natura e di una grande sensibilità verso l’essere umano. Brian è solo in tutte le stagioni della sua vita, da bambino, da ragazzo e da adulto, steso sul suo letto con lo sguardo fisso sul soffitto e la mente affollata di pensieri, e l’unica cosa al mondo in grado di svegliarlo da quest’agonia silenziosa, più che l’amore, è la musica. A Pohland interessa questo e nient’altro, raccontare la genesi dell’album più appassionato dei Beach Boys attraverso gli stati d’animo del suo creatore, con i colpi di genio e le inevitabili cadute in cui la musica è sempre stata la protagonista assoluta. Maledizione e balsamo consolatore, morte e vita, le note di Pet Sounds risuonano sulla scena per tutto il tempo e scandiscono i tempi della storia come un’immensa dichiarazione d’amore ad un artista imperfetto, che in ogni brano racconta il suo male di vivere e svela il segreto della vita eterna.