Per un lettore appassionato, entrare in una fumetteria equivale a vivere un’esperienza inebriante. Ogni volta è come se fosse la prima. Scaffali colmi di volumi, l’odore della carta e dell’inchiostro, gadget vari sui propri eroi preferiti. Un luogo in cui sentirsi a casa, coccolati, liberi di abbracciare totalmente una passione, senza giudizi da nessuno. Dove è possibile avere risposte e consigli sulla prossima lettura da fare. Custodi e guide di questo posto sono i proprietari delle fumetterie o chi ne fa le veci, i commessi. Sono loro a dover affrontare questi accaniti lettori, con le loro domande e richieste, a volte fin troppo bizzarre anche per chi lavora in un mondo dove regna la fantasia.
Questa è la scenografia per il nuovo fumetto Volt – Che vita di Mecha, edita da SaldaPress con autore il talentuoso Stefano “TheSparker” Conte, prima serie regolare bimestrale italiana. Il volume #1, C’era una volta la fumetteria, è stato pubblicato il 20 gennaio 2017, mentre il #2, Il nemico alla porta, è uscito il 10 marzo 2017.
Protagonista del fumetto è Volt, un robot che ha come scopo nella vita quello di divenire un fumettista. C’è però un ostacolo sul suo percorso verso il traguardo, sua madre. In lei si ritrova lo stereotipo della figura materna apprensiva e autoritaria, che vorrebbe il figlio impegnato con un lavoro serio, ovviamente secondo il suo punto di vista, anche se lontano dalle sue passioni. E per rafforzare ancora di più il concetto di mamma tirannica e senza scrupoli, è raffigurata con le sembianze di Darth Vader. Volt, nel frattempo, è impegnato nella stesura del suo primo fumetto. Una volta terminato e speranzoso di vederlo presto venduto, si ritroverà, tramite una rete d’inganni, coincidenze e trappole, a svolgere il lavoro che più odia al mondo, il commesso in un negozio di fumetti.
Molte persone, specialmente giovani, s’immedesimeranno in Volt. È il rappresentante di una generazione piena di sogni, talentuosa e speranzosa che però deve affrontare le aspettative opprimenti di familiari o più in generale della società. Come se ormai il seguire la propria passione fosse visto come qualcosa di assurdo e incomprensibile. Mentre accettare un lavoro qualsiasi, e persino odiato, sia il massimo traguardo che si possa sperare.
Tutte le esperienze però servono. Bisogna saper cogliere il meglio anche da una situazione avversa. Volt non ama stare tra la gente, altro motivo per non apprezzare il lavoro di commesso. Come gli è fatto notare, però, un fumettista si rivolge alle persone. Come può arrivare ai lettori se non li conosce, anzi li scaccia? Lavorare in una fumetteria sarà proprio il mezzo per scoprire i desideri delle persone. Inoltre quest’esperienza per Volt sarà formativa, poiché avrà a disposizione numerosi volumi da cui apprendere i segreti dei fumetti.
L’efficacia di Volt – Che vita di Mecha è il riuscire ad affrontare, con umorismo, ironia e leggerezza, temi molto attuali e descrivere, senza pregiudizi, un sognatore che non vuole arrendersi a una vita disincantata.