“Point of view”, black comedy di Tommaso Arnaldi e Claudia Genolini è stata una delle protagoniste del Roma Fringe Festival 2015. Un unico momento della realtà viene scomposto e ricomposto in base ai punti di vista delle protagoniste, un’unica giornata viene filtrata attraverso gli occhi e il carattere di tre giovani donne. La verità, nascosta dietro segreti e uno humour coinvolgente, sarà l’unica a uscire illesa dall’intreccio di bugie e risate.
Ansia, sarcasmo e blocco emotivo, meglio noti come Bianca, Aurora e Simona, sono i protagonisti della black comedy “Point of view”, sul palco del Fringe Festival 2015. Claudia Genolini, Angela Favella e Veronica Milaneschi impersonano tre ragazze alle prese con tradimenti e paranoie, insicurezze e segreti. Tre caratteri che non si ha difficoltà ad associare ad amiche, sorelle, fidanzate, tre sguardi sulla vita e sull’amore presentati attraverso una narrazione cinematografica, con tempi rapidi e intrisi di humour.
La trama è semplice, gli elementi pochi ma come nel gioco delle tre carte vengono mischiati, confusi, mostrati il tempo sufficiente per essere celati e ripresentati sotto un’altra forma, da un nuovo punto di vista. Il tempo è lineare, procede in avanti senza sosta, imperturbabile, rivelandoci un unico volto della realtà. La commedia di Tommaso Arnaldi e Claudia Genolini, però, sa muoversi a balzi, avanti e indietro, ci induce a seguirla come il Bianconiglio di Alice, fin dentro il buco profondo e inesplorato dei flashback. Lì Point of view si riavvolge, il nastro procede all’indietro, i fatti vissuti diventano un’ombra traslucida su cui sovrapporre un nuovo punto di vista. I pezzi del puzzle si incastrano, le risate si incuneano negli spazi vuoti lasciati dalle bugie e dai segreti e preparano il pubblico al quadro finale.
L’ultima tessera, però, quella che si pensa già di avere in mano, scivola tra le dita e viene sostituita dal colpo di scena, l’unico che non può essere riavvolto, immobile al centro del palco e del tempo. “Point of view” non ruota attorno tanto alle nevrosi di tre giovani donne, quanto intorno alla fragilità della realtà, così delicata da mutare in base al solo modo di percepirla.