Cliff Chiang

Paper Girls volume 1, di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang

Se lo scontro generazionale rappresenta ai nostri occhi di lettori di fumetto un tema oramai scontato, sopratutto da quando l’adolescenza nei comics è stata problematizzata e portata alla ribalta con la versione Ultimate dei supereroi, non ritroviamo la stessa prevedibilità se il conflitto junior/senior va al di là del semplice slogan “da grandi poteri derivano grandi responsabilità” e diventa invece il fulcro, oltre che il nucleo di partenza, di una narrazione fantascientifica.

Anche il recupero delle atmosfere anni ’80 è qualcosa a cui siamo abituati da tanta cinematografia cult e da una certa estetica vintage che non ha mai smesso di irradiare il suo fascino e in questi ultimi tempi la fa un po’ da padrona. Ultimo in ordine cronologico il fenomeno Stranger Things. In fondo, film e fumetti non possono non considerare che i nerd sono nati in quegli anni mitici, da qui un debito inesauribile per quel decennio con tutto il feticismo che ne consegue.

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In cosa allora Paper Girls si distingue dalla restante valanga di produzioni artistiche che confezionano ad hoc questi stessi ingredienti? La risposta è semplice ma non banale. Quello che fa la differenza è la geniale intuizione dell’autore di questa serie di remixare tutti gli ingredienti inserendoli in una narrazione scorrevole, interessante e coerente. Sì, coerente. Non è facile infatti, né scontato purtroppo, approcciarsi alla fantascienza, utilizzare facili e immediati elementi di culto e non perdere di vista l’aspetto che rende il fumetto quello che è: la narrazione.

Brian K. Vaughan ci riesce benissimo e crea un mondo in cui la piccola cittadina americana di Cleveland si trova al centro di una serie di fatti surreali a causa dei quali cui scompaiono persone, appaiono navicelle spaziali e spietati soldati vestiti di bianco compiono la loro missione a bordo di giganteschi pterodattili.

Tanti, tantissimi elementi che farebbero pensare all’ultimo sceneggiatore furbo dei tanti in circolazione, invece c’è una Storia dietro tutto questo ed è una storia che sa appassionare, sa sollevare interrogativi su quale sia il team dei buoni e quello dei cattivi (anche meglio di Civil War), sa spiegare perché i protagonisti prima si muovono in una direzione e poi tornano indietro, sa incuriosire il lettore fino all’ultima pagina e anche oltre, quando uno spiazzante colpo di scena trascina l’occhio all’angosciante – ma in fondo anche desiderato – vocabolo “Continua”.

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In mezzo a tanto scalpitio quattro ragazzine, protagoniste della vicenda, magistralmente delineate e caratterizzate e a cui il lettore finisce, se non propriamente per affezionarsi, di certo per conoscere talmente bene da riuscire ad anticiparne battute e reazioni, come accade con dei vecchi amici di cui si conoscono ormai difetti e pregi.

Aggiunge valore al volume lo stile di Cliff Chiang, copertinista e illustratore per la DC Comics, che si esprime con un tratto fresco, dinamico e accattivante sempre proteso a richiamare una certa “scuola” dei vecchi comics americani della Golden Age. Sopratutto quando affronta i tratti delle giovani protagoniste, Chiang ricorda molto il connazionale Terry Moore e, anche se con le dovute differenze, l’illustratore franco-belga Joubert Pierre, famoso negli anni ’30 per una rappresentazione idealizzante dell’adolescenza.

Perfetta infine per la resa dell’atmosfera inquietante e del ritmo serrato con cui si svolgono i fatti, l’alternanza continua e il contrasto netto tra i toni caldi e i toni freddi nei colori usati nelle tavole.

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Da quanto detto finora si capisce che Paper Girls ha tutte le premesse per non essere un banale riuso di certi temi ma per essere piuttosto il punto di partenza di una saga matura in cui fantascienza e virtualità sono uno sfondo scenografico e un fulcro narrativo. Ogni tema apre la strada a importanti sottotesti da non sottovalutare per restituire alla storia il suo valore originale.

L’insolita Armageddon aliena di cui leggiamo la premessa in questo primo volume diventa infatti una metafora, una scusa per parlare di molti altri contenuti: dai pregiudizi e i conflitti che serpeggiano nella provincia americana, al simbolismo esoterico di Halloween, notte in cui prende avvio l’intero vicenda. Dal complicato gioco di simboli e richiami al linguaggio biblico-apocalittico, alla considerazione dei limiti dell’evoluzione tecnologica, fino alla psicologia dei sogni e dell’inconscio. Si creano delle connessioni logico-visive, negli incubi delle protagoniste e nella corso della vicenda ritornano alcune immagini-chiave: la mela del Paradiso terrestre, quella staccata dall’Albero della Conoscenza e causa della dannazione dell’Uomo, diventa quella usata come marchio per eccellenza della tecnologia, simbolo della supremazia dell’intelligenza artificiale, responsabile di un progresso conoscitivo senza precedenti ma anche di un isolamento che ha ulteriormente allargato il divario tra giovani e meno giovani.

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E ancora: la paura irrazionale dell’invasione aliena, la minaccia del comunismo e la perdita della supremazia tecnologica derivata dal lancio dello Sputinik, la speranza salvifica del progresso scientifico e la fascinazione dei viaggi nello spaziotempo. Nel fumetto vengono nominati tre titoli,  La guerra dei mondi, Dietro la maschera e Star Trek, che fanno riferimento a un preciso universo  cinematografico, quello fantascientifico, da sempre luogo privilegiato della cultura americana per esorcizzare queste paure.

Infine c’è un interessante parallelismo tra la criticità del sogno americano, quello che ha idealizzato l’affermazione della pax definitiva grazie al controllo semi-imperiale del pianeta, e la consapevolezza della potenza distruttrice nella figura del predicatore carismatico che si eleva al di sopra della legge e della storia. Tema, dopo le ultime elezioni presidenziali, più attuale che mai.

Edito in Italia dalla Bao, Paper Girls – vol. 1 è un sorprendente esempio di come sia possibile arricchire un nucleo narrativo semplice fatto di ingredienti decisamente non originali e mainstream, inserendo al suo interno molteplici significati e sviluppando illimitate modalità di percezione.

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INDICAZIONI BIBLIOGRAFICHE:

Paper Girls – vol.1
di Brian K. Vaughan e Cliff Chiang
Bao Publishing, 2016
144 pagine a colori, € 18