Dean Israelite

Power Rangers, di Dean Israelite

I Power Rangers sono tornati! Questa volta i cinque ragazzi devono affrontare una minaccia inaspettata: l’aliena Rita Repulsa, giunta nella cittadina di Angel Grove a chiudere dei conti lasciati in sospeso in passato, un passato remotissimo. Questi cinque eroi, inizialmente riluttanti, devono dimostrare di essere degni dell’armatura che verrà loro donata e, una volta ottenuta, di combattere in nome dei più grandi ideali, come lealtà, unione e sacrificio.

Quando si guarda il ramake di un film o di una serie TV del passato è sempre difficile essere completamente oggettivi nel giudizio, soprattutto se il film o la serie in questione è stato un fenomeno culturale di culto durante la propria infanzia. Senza ombra di dubbio la serie TV dei Power Rangers è stata tra le più seguite dai primi anni Novanta fino ai primi anni Duemila, sia dagli adolescenti che dai più piccoli, per i quali i cinque ragazzi in tuta fluorescente erano dei veri e propri supereroi ai quali ispirarsi, al punto da essere presi come spunto per i travestimenti di carnevale. Insomma i Power Rangers sono stati un vero e proprio cult, e chiunque sia stato bambino nella loro epoca d’oro non può non ricordare la citazione continua dei momenti più belli della serie e l’imitazione delle pose che i guerrieri mascherati assumevano in combattimento.

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Così come la serie, anche Power Rangers di Dean Israelite sembra avere gli adolescenti come target di riferimento privilegiato, e questo è chiaro sin dai primi minuti del film in cui vengono sfoggiate battute decisamente “adulte”, che spettatori più piccoli faticherebbero a comprendere. Il film poi continua affrontando i problemi classici dell’adolescenza, come la difficoltà di integrarsi e di comunicare di cui soffrono i cosidetti Nerd, rappresentati qui dal dolcissimo Billy, il Blue Ranger, che ricorda un po’ lo Sheldon Cooper di The Big Bang Theory, ma in una versione più combina guai.

A questo si aggiunge l’incapacità dei genitori di capire i figli, che spesso fanno fatica a comprendersi anche da soli, come Trina, lo Yellow Ranger, che fa yoga ascoltando heavy metal ed è in dubbio sul suo orientamento sessuale, mentre ha ben chiara la volontà di sfuggire da qualunque etichetta o appartenenza a un gruppo specifico. Ad incarnare la paura della solitudine è invece l’energico e avventuroso Zack, il Black Ranger; mentre la lealtà e l’amicizia sono i valori fondamentali per Kimberly, il Pink Ranger; e infine la paura di fallire le aspettative degli altri, che siano dei propri genitori, dei compagni di squadra o dei propri amici è la prerogativa di Jason, il Red Ranger, che teme di non essere mai all’altezza della situazione. L’unico modo di sopravvivere all’adolescenza e superare le paure che li tormentano è l’amicizia che li lega, e che in questo caso diventa il motore di quasi tutto il film.

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Anche nella versione originale della serie il tema dell’amicizia era molto importante, ma qui viene analizzato molto più a fondo, così come come vengono approfonditi i tratti caratteriali dei personaggi che, pur rimanendo dei “tipi umani” visto che incarnano uno stereotipo, occupano gran parte del film, confinando le scene di combattimento ai pochi minuti finali. In queste sequenze è particolarmente evidente che gli effetti speciali siano di gran lunga superiori alla serie TV, imparagonabile al film per budget e inevitabili progressi nella CG. Tuttavia la trasformazione dei costumi classici in armature più simili a quelle di Iron Man che a quelle dei Power Rangers, hanno privato i personaggi della loro peculiarità.

Power Rangers è un buon film e fa bene il suo dovere, ovvero intrattenere, ma è sin troppo evidente come i creatori del film si siano ispirati alle saghe dei supereroi di Marvel e DC sia nello stile sia negli effetti speciali, più che alla serie TV, snaturando in un certo senso quella che era lo spirito originale dei cinque guerrieri mascherati. Forse in futuro questo intento verrà raggiunto, ma per ora i Power Rangers si limitano ad essere un piacevole divertissement per le nuove generazioni.

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