Dylan Minnette

Piccoli brividi, di Rob Letterman

Zach Cooper e sua madre Gale, da New York, si trasferiscono nella tranquillissima cittadina di Madison, Delaware. I loro nuovi vicini sono il misterioso Mr. Shivers – che tradotto suonerebbe come il “Sig. Brividi” – e sua figlia Hannah, ma Zach si accorge presto che qualcosa non va in loro. Innamorato della ragazza e desideroso di salvarla dalla segregazione a cui la costringe il padre, vince la sua paura basilare e s’introduce di soppiatto con il suo amico Champ nella casa dai mille misteri. Perché ci sono dei libri di R. L. Stine accuratamente sigillati nella libreria? Aprirne uno? Certo! Che problema potrebbe mai esserci? Uno dei mostri, l’abominevole uomo delle nevi, esce letteralmente dalle pagine del libro seminando il panico. Hannah, Zach e Champ dovranno far rientrare la creatura nel libro prima che possa distruggere l’intera città. Ma nella confusione viene involontariamente liberato anche Slappy, un malefico pupazzo – che sarebbe meglio non inimicarsi chiamandolo così – e il suo piano è l’esatto contrario.

Una goliardica, rocambolesca commedia di ambientazione horror. Molto divertente e ricca di sorprese, adatta per un pubblico dalla scuola secondaria in su, perché considerando il realismo aggiuntivo del 3D probabilmente risulterebbe un vero incubo per uno spettatore più giovane.

Piccoli brividi [Goosebumps] non è l’adattamento cinematografico diretto di uno dei libri della serie, è giusto chiarirlo. Si tratta di un film in cui il protagonista è lo scrittore R. L. Stine in persona, alle prese con i mostri creati dalla sua fervida immaginazione.

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Per chi non lo sapesse, la serie di romanzi brevi Goosebumps [letteralmente “Pelle d’oca”] è un ciclo di libri per ragazzi di ambientazione horror dello scrittore statunitense Robert Lawrence Stine, meglio conosciuto come R. L. Stine, ed edita in Italia da Mondadori con il titolo Piccoli brividi.

Uno straordinario successo internazionale di fine secolo: oltre 500 milioni di copie vendute in tutto il mondo – anche se nel film si parla di oltre 400 milioni – e tradotti in 32 lingue; il Guinness Book of World Records, la considera la serie di libri per bambini più venduta della storia.

Un trionfo commerciale che non poteva non diventare un franchise cinematografico tanto fortunato che la Sony ha annunciato di essere già al lavoro per il sequel. La presenza di Jack Black, che oltre ad interpretare Stine/Shivers doppia anche Slappy e il ragazzo invisibile, è stata confermata per i seguenti capitoli.

La struttura del film emula quella dei libri. È semplice, fin troppo, forse, vista la mancanza di anziani e bambini e di una vita sociale per i cittadini in alternativa al ballo scolastico. Presenta colpi di scena a raffica, ma senza momenti particolarmente forti, con un intento horror che viene sistematicamente controbilanciato in egual misura dalla comicità dei personaggi e delle situazioni. L’età dei protagonisti rivela i destinatari della suspense: adolescenti a volte paurosi, come nel caso di Champ, a volte curiosi e intrepidi, come Hannah, altre volte protagonisti di un percorso formativo, che li porta a lottare contro la propria stessa natura per un fine più alto, Zach ne è un esempio. La particolarità dei racconti è il finale, che molto spesso stravolge l’intero senso della vicenda narrata o, comunque, presenta un colpo di scena impensabile. Non aggiungerò se il film ha tenuto fede o meno a questa peculiare caratteristica, ovviamente.

Un consiglio che invece può tornare utile è quello di non scattare come molle e di godersi lo spettacolo ulteriore dei titoli di coda. Per i credits, infatti, sono state utilizzate le copertine originali dei libri, tutte realizzate, a suo tempo, dall’illustratore Tim Jacobus e rese, oggi, tridimensionali per la trasposizione su grande schermo.

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Con un occhio ai blockbuster fantastici degli ultimi anni e alle fantasmagoriche quanto esilaranti vicende di Scooby-Doo e simili, Piccoli brividi è diretto da Rob Letterman, che non è nuovo, vedi Mostri contro alieni, a disseminare la struttura narrativa di citazioni dei classici della cinematografia, non solo di genere: Fluido mortale (1958) 1941 – Allarme a Hollywood (1979) Gremlins (1984) Nightmare – Dal profondo della notte (1984) e soprattutto cita il suo precedente film I fantastici viaggi di Gulliver (2010) di cui è protagonista sempre Jack Black, un proficuo sodalizio iniziato con un altro doppiaggio dell’attore comico, in Shark tale, infatti, presta la sua voce istrionica allo squalo vegetariano Lenny.

Una chicca per i tantissimi fan ed appassionati: in una delle scene dell’epilogo R. L. Stine appare in un cameo che è oltretutto un ribaltamento di ruoli. Interpreta il professor Black, insegnante di recitazione, salutato nel corridoio della scuola proprio da Jack Black nei panni del famoso scrittore.

Musica del maestro Danny Elfman, inconfondibile fin dalle prime note dell’incipit.

Dallo stesso studio dove è stato realizzato 20 anni fa Jumanji, esce un film che vi farà «spaventare per far ridere». Per giunta ecosostenibile!