giornalismo

Truth – Il prezzo della verità, di James Vanderbilt

«La curiosità è tutto!»

Il giornalista è l’ultimo baluardo di quell’istituzione che permette al cittadino di ricevere un’informazione completa e veritiera circa il Bene comune.

Lo sa bene il regista James Vanderbilt, sceneggiatore del capolavoro Zodiac, il thriller investigativo incentrato sull’omonimo assassino seriale che sconvolse San Francisco tra gli anni sessanta e gli anni settanta: «Il cinema e il giornalismo rappresentano modi diversi di raccontare una storia. Sono cresciuto con Tutti gli uomini del presidente e ho scritto e co-prodotto Zodiac, e sono sempre stato molto attratto da quello che accade nelle redazioni giornalistiche. Quando esplode una nuova storia a 60 Minutes, come succede? Come nasce tutto?»

Lo sa benissimo il Premio Oscar® Robert Redford, che è stato il giovane cronista del Washington Post che indaga sullo scandalo Watergate nel classico senza tempo Tutti gli uomini del presidente, ma anche il fiducioso professore di scienze politiche di Leoni per agnelli, con la tenace giornalista Meryl Streep al suo fianco.

In Truth la duplice tenacia, femminile e giornalistica, è affidata alla professionale ed energica Cate Blanchett, emozionante anche in questo ruolo che non fornisce molto spazio ai sentimenti ben manifesti. L’attrice Premio Oscar® è sorprendente: il suo lavoro sul personaggio della giornalista Mary Mapes è volto a ricostruire non solo le macroazioni ma anche i piccoli atteggiamenti, le abitudini, i gesti che somigliano quasi a riflessi incondizionati di una donna estremamente preparata, intelligente e carismatica che ha vinto il Peabody Award proprio l’anno successivo ai fatti narrati dal film.

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Nel settembre 2004 un servizio della CBS alza un polverone in piena campagna per la rielezione ai danni di George W. Bush. Il reportage investigativo riporta a galla le manovre dell’allora Presidente per evitare la guerra in Vietnam ed ottenere invece un trattamento di favore durante l’intero periodo di servizio militare. Per una sorta di Effetto Farfalla, però, dal momento della messa in onda, chi ha avuto ruoli di rilievo nell’indagine giornalista sarà messo sotto pressione, a sua volta indagato e costretto a difendersi da accuse che vanno dalla diffamazione alla cospirazione contro il proprio Paese. Soprattutto la brillante Mary Mapes, produttrice del servizio incriminato, subisce un’inesorabile caccia alla «strega […] femminista e […] liberale».

Truth è tratto dal memoriale scritto dalla stessa Mapes, intitolato Truth and Duty: The Press, the President and the Privilege of Power e pubblicato da St. Martin’s Press nel 2015.

«Catturare il caos e l’intensità di una redazione televisiva sotto stress per l’avvicinarsi di una scadenza – racconta il regista – è stato come girare un film in un sottomarino: c’è un manipolo di persone tutte assieme in una scatola di sardine, e tutti parlano un loro linguaggio arcano, ma il film non si sofferma a spiegare punto per punto», anzi, tirando le somme si tratta di un film sofisticato e, inaspettatamente, avvincente. Lo spazio per i sentimenti fondamentali è davvero poco, ma quelli che riescono a farsi largo arrivano dritti al punto: il rapporto padre-figlia instauratosi tra la Mapes e il Dan Rather, anchorman storico di CBS News, interpretato da Redford, è un valore aggiunto alle caratteristiche decisamente drammatiche e coinvolgenti del film. Una pellicola che porta lo spettatore dietro le quinte delle redazioni giornalistiche, offrendo, allo stesso tempo, suspense, fasi investigative e di indagine giudiziaria.

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«Non volevo trattare nessun personaggio come cattivo – spiega Vanderbilt – Tutti cercano solo di fare il miglior lavoro possibile in un momento di crisi. Avevamo bisogno di grandi artisti in grado di conferire tutte queste nuance». Ed è proprio di grandi caratteristi che viene circondata Cate Blanchett: l’impassibile Delmot Mulroney, che si è completamente affrancato dalle vecchie commedie rosa; poi, il frizzante Topher Grace al quale viene affidato un monologo memorabile e significativo ma purtroppo troppo scollegato dal contesto; e, dulcis in fundo, il versatile Dennis Quaid, che costruisce un personaggio di ex-marine, membro del team investigativo della Mapes, ben caratterizzato dal punto di vista psicologico, con tanto di mimica e gergo militare, un lavoro raffinato, simile a quello prodotto su Doc Holliday e che gli valse gli elogi della critica in Wyatt Earp, speriamo possa non andar perduto nella traduzione italiana come l’acronimo FEA [“Fuck ‘em all”, tradotto nei sottotitoli come un ADT, cioè “Al diavolo tutti”.

Quello di James Vanderbilt che rivedremo presto con Independence Day – Rigenerazione, di prossima uscita, e con il già annunciato Independence Day 3, ancora senza un sottotitolo evocativo, è un cinema classico, senza virtuosismi né dal punto di vista dell’editing audio-video né per quanto riguarda la fotografia o la scelta del commento musicale, comunque affidate ad un veterano, Brian Tyler, che ha composto musiche per oltre 70 film [John Rambo, molte pellicole del Marvel Universe e i prossimi Now you see me 2 e Criminal, previsti entro la fine del 2016]

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«Non si può avere una repubblica costituzionale basata sui principi di libertà e democrazia senza la verità giornalistica, perché l’informazione per il cittadino è imperativa. Libertà e democrazia vengono spazzate via quando il giornalismo viene spazzato via. Ma il giornalismo non è stato spazzato via solamente nel caso della storia della leva di Bush nella Guardia Nazionale, di cui mi sono occupato. Viene spazzato via ogni singola sera, proprio ora, qui dietro l’angolo, nelle redazioni dei network nazionali e delle emittenti locali, in tutta l’America». – Dan Rather, USA agosto 2015, ma potrebbe benissimo essere un discorso universale. È tempo di meditare, come, del resto, Truth spinge a fare.

Tutte le notizie su Truth: Il prezzo della verità

È basato su uno dei più controversi casi della storia americana, Truth: Il prezzo della verità, il film d’esordio alla regia di James Vanderbilt, sceneggiatore e produttore, capace di alternare capolavori assoluti e coinvolgenti come Zodiac a blockbusters caciaroni ma di poco spessore come White house down o la nuova saga di Amazing Spider-man, per non parlare di horror flop come Al calar delle tenebre.

La mattina del 9 settembre 2004 la produttrice della CBS News Mary Mapes [Cate Blanchett] aveva tutte le ragioni per essere orgogliosa del suo servizio giornalistico. Ma alla fine di quella giornata, non solo lei, ma anche la CBS News e il famoso conduttore di “60 Minutes”, Dan Rather [Robert Redford], furono messi al centro di una bufera. Questo perché la sera precedente avevano trasmesso un reportage investigativo secondo il quale il Presidente George W. Bush aveva trascurato il suo dovere nel periodo in cui prestava servizio come pilota nella Guardia Nazionale dell’Aeronautica del Texas, dal 1968 al 1974, e che addirittura potesse avere dei legami comprovati con il movimento di Al-Qaeda. Una notizia basata su dei documenti che si sospettò fossero stati falsificati. In pochi giorni dallo scandalo, i registri del servizio militare di Bush smisero di essere al centro dell’attenzione dei media e del pubblico che, da quel momento in poi, puntarono il dito contro la trasmissione, la giornalista e il conduttore, rovinando carriere, reputazioni e vite private.

Truth: Il prezzo della verità è tratto dal memoriale scritto dalla stessa Mary Mapes e intitolato proprio “Truth and Duty: The Press, the President, and the Privilege of Power”, pubblicato da St. Martin’s Press solo nel 2015.

Un cast che, oltre al Premio Oscar® Robert Redford e alla due volte Premio Oscar® Cate Blanchett, può vantare anche la presenza di un altro grande interprete che ha raccolto finora troppo poco dalla sua carriera, Dennis Quaid.

Girato totalmente in Australia, per venire incontro alle esigenze della protagonista, con la ARRI Alexa e in formato widescreen con l’aspect ratio da 2,35 : 1. Spettacolare, nonostante la tematica drammatico-biografica.

Ecco il TRAILER italiano: