Giovanni Barbieri

The Shadow Planet, di Gianluca Pagliarani, Giovanni Barbieri, Alan D’Amico

Il mondo del cinema e quello del fumetto hanno stretto negli ultimi anni un legame sempre più solido. Oltre alla produzione serrata di film (e serie Tv) tratte dalle avventure disegnate degli eroi più popolari della nona arte, non è raro leggere fumetti che si ispirano al mondo del cinema; “The Shadow Planet” dei Blasteroid Bros (nome d’arte di Giovanni Barbieri, Gianluca Pagliarini e Alan D’Amico), pubblicato da Saldapress, è una felice conferma di questa tendenza.

Come nella migliore tradizione fantascientifica, la vicenda si svolge nello spazio profondo, in un universo in cui – apparentemente – i viaggi interstellari sono diventati piuttosto consueti. È parecchio tempo che l’astronave Vidar vaga nello spazio, quando riceve un SOS da una navicella data ormai per dispersa. Il relitto dovrebbe trovarsi su un pianeta disabitato – un pianeta ombra, appunto – dove circa trent’anni prima una famiglia di astronauti vi si era stanziata per alcune ricerche; logica vorrebbe che si tratti di un errore e che si possa continuare la rotta, tanto più che poche ore separano i protagonisti dal ritorno a casa. Tuttavia, per fare luce sulla strana richiesta di aiuto, il comandante Jenna Scott, accompagnata da Mark, Nikke e John Vargo si separano dal resto del gruppo per una missione esplorativa sul pianeta disabitato. Qui, l’equipaggio incontrerà la piccola Rachel, unica superstite di una strage familiare consumatasi sul pianeta, inspiegabilmente sopravvissuta a trent’anni di digiuno, senza invecchiare di un solo giorno.

Così facciamo la conoscenza di John Vargo, il vero protagonista della storia. Vargo risponde allo stereotipo di molti eroi americani contemporanei, spacconi, arroganti e apparentemente mossi da puro interesse personale, eppure in prima linea nella lotta per la sopravvivenza del genere umano. Come spesso accade in questo tipo di storie, la catastrofe incombe e ha l’aspetto mostruoso di una creatura assetata di sangue. L’ambientazione e il design del villain ricordano l’immaginario di Lovecraft, con il suo profilo tentacolare e la sua ritualità antica, violenta e misteriosa: primordiale, ma allo stesso tempo astuto e insidioso, il mostro riesce a penetrare nella microsocietà umana sopravvissuta sul pianeta, prendendo possesso dei corpi dei personaggi.

“The Shadow Planet” riprende i topoi del genere fantascientifico nato negli anni Cinquanta, quando signori come Ed Wood e Roger Corman iniziarono a inserire elementi horror nelle classiche storie ambientate nello spazio. Film come “Plan 9 from Outer Space” e “Il mostro del pianeta perduto” hanno scritto le prime battute di questo genere ibrido, che ha dato vita a saghe di grande successo come quelle di Alien e Predator e alla firma inconfondibile di John Carpenter. A loro volta questi autori si sono ispirati a un media più antico, prendendo spunto dalle atmosfere orrorifiche e dalla creature mostruose di H. P. Lovecraft. Con questo spirito nasce anche il fumetto dei Blasteroids, una pronta risposta al bisogno di fumetto d’azione di qualità, in grado di giocare coi generi senza prendersi troppo sul serio.

Gli ingredienti per un buon prodotto ci sono tutti: uno stile di disegno realistico molto ben curato, dalle linee morbide e seducenti (specialmente nei corpi femminili, fortemente eroticizzati), una scrittura rapida e divertente e una storia avvincente, anche se non troppo originale. Nel manierismo e nel suo gioco degli omaggi, d’altra parte, il buon autore è colui che trova il giusto dosaggio di ingredienti già collaudati, inventandosi chiavi di lettura sempre diverse a storie sostanzialmente già sentite.

Quarto progetto di casa Radium – l’etichetta editoriale fondata da Matteo Casali e Alessandro “Doc Manhattan” Apreda – The Shadow Planet è nato grazie al supporto diretto dei fan Questo nuovo sistema editoriale (che si appoggia, a prodotto finito, alla tradizionale distribuzione Saldapress), si basa, infatti, sull’ormai collaudato mezzo del crowfunding e offre l’indiscutibile vantaggio per il lettore di scegliere l’opera che vorrebbe leggere, restituendo all’acquirente un certo potere decisionale.  The Shadow Planet è, dunque, un prodotto a km zero, uno scambio diretto fatto da appassionati per gli appassionati, un racconto genuino di sesso, violenza e mostri spaziali che regge perfettamente proprio sulla sua schiettezza.