“L’amore puro? Non ci credo”. Così esordisce Robert Pattinson alla presentazione di Damsel, il western di David e Nathan Zellner in concorso alla 68’ edizione della Berlinale. E aggiunge: “Il mio personaggio, Samuel, crede in una versione poetica della vita, ma la realtà è molto più complicata, e l’evoluzione del film lo dimostra ampiamente distruggendo tutti i clichè del genere”. I registi David e Nathan Zellner infatti hanno puntato su una commedia anticonvenzionale, quasi astratta come la definisce Pattinson, che parte dal western classico per poi diventare qualcosa di completamente diverso.
“Il pubblico ormai è annoiato dai clichè del western, che vedono la donna come l’oggetto del desiderio o il premio ultimo a cui ambisce l’eroe – hanno chiarito i registi – ed è per questo che abbiamo cercato di far emergere nel film conflitti umani più complessi e svolte inaspettate, in cui la protagonista non ha un ruolo passivo, ma è un’eroina”. E Mia Wasikowska ha aggiunto: “Penelope è una donna forte, e non si limita ad essere la damigella in pericolo su cui vengono proiettati i desideri e le fantasie dei personaggi maschili, ma riflette un cambiamento radicale nell’immagine della donna. Il movimento #MeToo è la prova tangibile di questo cambiamento ed è straordinario vedere tanta energia nella connessione tra le persone verso un unico obiettivo”.
“Damsel è una versione moderna del western – hanno concluso David e Nathan Zellner – che naturalmente si ispira ai classici del genere, ma poi prende una strada diversa, bilanciando il dramma con la commedia, con la stessa naturalezza con cui questo avviene nella realtà. Dopotutto anche i classici che in apparenza sembrano così semplici nella costruzione dei personaggi e nello sviluppo della storia, in realtà sono molto più oscuri e complessi sotto la superficie. E il nostro obiettivo era proprio questo: prendere il classico e rivoluzionarlo in una versione più vicina alla sensibilità del pubblico contemporaneo”.