Rian Johnson

Star Wars: Gli ultimi Jedi, di Rian Johnson

Abbiamo visto in anteprima Star Wars: Gli ultimi Jedi. Il film ha le carte in regola per lasciare il pubblico senza parole… ma noi di ShakeMovies ne abbiamo qualcuna da rivelare. Senza spoiler, promesso!
Esce oggi in tutte le sale italiane il nuovo attesissimo capitolo della saga creata da George Lucas nell’ormai lontano 1977. Il tempo però non ha minimamente scalfito il potere carismatico del mito degli Skywalker, che vive una nuova giovinezza con il sequel del segmento centrale della storia, dopo il prequel che ci ha fatto conoscere il passato del temibile Darth Vader e dopo Rogue One il primo della cosiddetta serie Antology che spiega i retroscena di uno dei fondamentali snodi narrativi principali del filone centrale (non ci soffermeremo su cavillose diatribe relative all corretto ordine di visione dei film, siamo nerd è vero… ma manteniamo un contegno!).

Torniamo al film. Se il primo capitolo di questa terza (e ultima?) trilogia aveva lo scopo di emozionare puntando al ritorno in sala di una schiera di appassionati affamati di avventure di Han Solo e compagnia (e badate bene questa era la forza ma anche il maggiore ostacolo dell’operazione cinematografica), intento per altro riuscito se si mettono da parte le inevitabili polemiche che accompagnano ogni tentativo di toccare il mito, questo secondo tassello della saga aveva il compito un solo compito: confermare.

Confermare in primis la solidità di un inedito filone narrativo che nell’avvio prometteva bene ma allo stesso tempo rischiava pericolosamente il fallimento; confermare lo spessore di personaggi che, schierati accanto a figure entrate a pieno titolo nella leggenda cinematografica,  avevamo appena visto muovere i primi passi all’interno dell’azione inserendosi per altro all’interno di una scacchiera e di un universo che in virtù delle pellicole passate aveva solidissime basi.
Per finire questo ennesimo film doveva confermare che una storia all’apparenza già scritta (e volendo anche conclusa) ha invece altro da raccontare. Operazione riuscita. I tasselli del puzzle combaciano e lo fanno pure in modo spettacolare!

Scritto e diretto da Rian Johnson, prodotto da Kathleen Kennedy e Ram Bergman, Star Wars: Gli Ultimi Jedi riparte esattamente da dove ci aveva lasciato il capitolo precedente: da una parte Ray (Daisy Ridley) incaricata dalla Resistenza di recuperare il maestro Jedi Luke Skywalker (Mark Hamill), dall’altra il malvagio Kylo Ren (Adam Driver) frustrato dall’onta della sconfitta che brucia più delle ferite fisiche.

Intorno a questi due giovani poli del bene e del male ruota una schiera di personaggi tanto umani quanto divertenti, eroici ma pieni di limiti e di paure. Il cast, oltre ovviamente a riconfermare le figure già incontrate in Il risveglio della forza, si arricchisce di pedine interessanti: tra tutti spiccano Laura Dern, nel ruolo del Viceammiraglio Amilyn Holdo e l’attesissimo Benicio del Toro nei panni di un ambiguo hacker scassinatore (l’annuncio della sua partecipazione al film risale addirittura al 2015). Inutile sottolineare l’emozione di vedere ancora una volta la splendida Carrie Fisher nei panni della indomita principessa Leia. L’attrice, scomparsa lo scorso 27 dicembre, aveva già terminato le riprese de Gli ultimi Jedi e non sono state necessarie inserzioni digitali in CGI (che avrebbero fatto indiavolare molti, per primo papà Lucas).

J.J. Abrams, sveste per questo capitolo i panni del regista e si “limita” a ricoprire il ruolo di produttore esecutivo, insieme a Tom Karnowski e Jason McGatlin.
Inutile dire che la nuova gestione non si risparmia su effetti speciali e visivi (diretti rispettivamente da Chris Corbould e Ben Morris), scene di azione, esplosioni, combattimenti e salvataggi in extremis. Si conferma anche la cura per una fotografia volutamente spettacolare curata da Steve Yedin, che aveva già caratterizzato la storia di Rey dalla sua prima comparsa nel pianeta desertico Jakku, e le immancabili evoluzioni delle astronavi da guerra a cui siamo affezionati fin dal primissimo Guerre stellari. Il tutto letteralmente un colpo di scena dietro l’altro.

Lo zampino di un talentoso team di creativi dell’industria cinematografica emerge dalla cura e dalla spettacolarità di tutto un nuovo set di creature che popolano i vari pianeti della galassia di Star Wars, alcune delle quali sono state create in digitale altre invece frutto di uno straordinario lavoro di “trucco e parrucco” che non fa rimpiangere quel tocco vintage delle prime pellicole della serie. Tra gli autori di questi incantevoli dettagli: Rick Heinrichs (Scenografo), Peter Swords King (Hair e Make-Up Designer), Neal Scanlan (Supervisore creativo delle creature e dei droidi), Michael Kaplan (Costume designer) e Jamie Wilkinson (Responsabile degli oggetti di scena).

Un po’ di curiosità: Come Il risveglio della Forza, anche Gli ultimi Jedi è girato su pellicola a 35mm (diverse sequenze del film sono state girate in formato IMAX). Il regista Rian Johnson girava sul set con la sua personale camera e amava fotografare tutto quello che trovava interessante: tra le cose interessanti fotografate pare ci sia il suo nome inciso sul Millennium Falcon!
Lo stesso Rian Johnson per altro compare in un cameo in “Rogue One: A Star Wars Story” come tecnico imbarcato con la flotta imperiale.

Dei ben 120 set allestiti per il film, quello meno praticabile si è rivelato essere il villaggio dei Jedi: ideato per sorgere sulla West Coast in Irlanda, per ragioni pratiche, logistiche e di sicurezza è stato interamente ricostruito in studio. Solo dopo che le scene con gli attori erano state girate il set è stato smontato e ricostruito sulle coste irlandesi.

Tra atmosfere esotiche, rivelazioni e sacrifici eroici lo spettatore è portato a emozionarsi di volta in volta insieme ai personaggi principali per le loro scelte cariche di sofferenza: primo fra tutti un Luke tutt’altro che ascetico si mostra in una versione terrena, disillusa ma anche profondamente umana. Ray sospesa tra un passato oscuro e la sua forte volontà si scontrerà a viso aperto con la sua vera identità.
E ancora: Poe Dameron (Oscar Isaac), Finn (John Boyega) e la nuova coraggiosa leva Rose Tico (Kelly Marie Tran), ogni personaggio dovrà mettere in discussione la dicotomia tra buoni e cattivi, rivalutare i concetti di sacrificio e speranza, ognuno di loro dovrà fare i conti con il fallimento e con ciò che esso insegna. Sovrasta ogni singola storia l’eterno conflitto tra il Primo Ordine e la Resistenza. I giusti ingredienti della storia epica dunque non mancano.

In difesa quindi di chi grida al tradimento dello spirito originario della saga, possiamo dire che senz’altro il film appassiona, intrattiene, giustifica ogni passaggio e convince. Paradossalmente trovano giustificazione anche gli espedienti apparentemente più banali e semplicistici che si rivelano invece godibili nella loro gratuita spettacolarizzazione e in fin dei conti funzionali a preservare lo spirito di una storia basata sull’avventura, sul coraggio e sulla passione. Già perché questo è Star Wars per gli appassionati: l’emozione di una storia semplice, primordiale nel suo contrapporre il bene e il male in una sfida definitiva e senza sconti.
Una fede questa che moltissimi confermano nel tempo e che molti altri giovanissimi stanno scoprendo grazie ai film confezionati in casa Disney.

Insomma, ci sarà anche un’ondata di merchandising non proprio rispettosa del cult, ma vale sempre la pena farsi trasportare “in una galassia lontana lontana…”