Scarlett Johansson

Ghost in the Shell: il footage in anteprima

Dopo Milano anche Roma, presso il cinema Moderno di Piazza della Repubblica, ha dedicato una serata all’anteprima esclusiva dei primi 15 minuti di proiezione dell’attesissimo Ghost in the Shell, l’action movie tratto dall’opera di fama mondiale di Masamune Shirow. Noi di ShakeMovie c’eravamo!

Per gli appassionati del genere cyberpunk e degli anime giapponesi, Ghost in the Shell non ha bisogno di presentazioni. Vertice assoluto e pietra miliare dell’animazione nipponica, l’universo futuristico creato da Masamune nasce come manga seriale pubblicato la prima volta sul finire degli anni 80 ma è con i film di animazione che conosce uno strepitoso successo internazionale.

Con la regia di Rupert Sanders, prende vita e spessore tridimensionale il Maggiore Mira, cyborg che opera con l’unità antiterroristica “Sezione 9” in una ipertecnologica Tokyo futuristica, la sua storia approda finalmente al linguaggio cinematografico.
Le polemiche derivate dalla scelta di far interpretare il ruolo della protagonista da Scarlett Johansson sono state definitivamente liquidate dopo l’approvazione arrivata in modo ufficiale sia da parte della Kodansha, la casa editrice giapponese che ha pubblicato il manga originario, sia da Mamoru Oshii, regista del fortunato anime e dei sequel che ne sono derivati.

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Distribuito in Italia dalla Universal Pictures, il film uscirà nelle sale il prossimo 30 marzo.L’attesa è febbrile per gli appassionati e la circolazione dei primi trailer hanno lasciato ben pochi dubbi: lo spettacolo è assicurato!
La visione del primo quarto d’ora ha confermato queste ottime premesse. L’atmosfera alla Blade Runner è perfettamente resa e la somiglianza con quello che per molti è un cult intoccabile è fuori discussione. I fan puristi non potranno lamentarsi.
La visione in 3D della pellicola sarà un imperativo categorico per chi vuole gustare appieno la stupefacente suggestione visiva data dalla ricostruzione di un universo narrativo così complesso attraverso effetti speciali stupefacenti e da una regia che riproduce sequenze e inquadrature proprie dell’animazione con movimenti di camera esageratamente forzati.

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Il ritmo è sostenuto, calibrato da quella commistione perfetta di freddezza ipertecnologica e di profondo senso di inquietudine che solo i migliori scenari futuristici sanno far emergere.
Forse in definitiva l’ostacolo maggiore che si presenta al film risiede proprio nella difficile resa del messaggio originale di Ghost in the Shell.
Come nella migliore tradizione giapponese, la Tokyo del futuro è un potentissimo strumento nelle mani del narratore che intende riflettere sulla perdita di identità, su quanto la complessità dell’animo umano strida di fronte a un’evoluzione tecnologica inarrestabile e sempre più alienante.

La spettacolarizzazione a cui il film ha ampiamente dimostrato di saper far fronte è una scelta forzata per soddisfare il pubblico e per riprodurre un’estetica che fa da spartiacque nell’immaginario collettivo degli anni 90, ma rischia al tempo stesso di ridurre la complessità narrativa che sta alla base dell’idea di partenza dell’autore.
Stabilito che dal punto di vista grafico il film non rischia di deludere i fan e riuscirà facilmente anche a intrattenere i meno avvezzi al genere, rimane da scoprire se questa versione cinematografica saprà emozionare ancora quella generazione che vent’anni fa per la prima volta ha ammirato su nastri VHS un capolavoro dell’animazione di tutti i tempi. Ai posteri l’ardua sentenza.
L’appuntamento è al cinema il 30 marzo 2017!

Sing, di Garth Jennings

L’ansia dell’attesa, il mormorio del pubblico, l’adrenalina che sale. Poi improvvisamente senti gridare il tuo nome. Arrivi sul palcoscenico e il sipario si apre. Luci e sguardi sono su di te. Un respiro profondo per prepararsi a liberare la propria voce, cantare e trasmettere a tutti la propria passione, emozionando.

Sono queste le sensazioni che vorrebbero sempre provare i protagonisti di Sing, il nuovo film prodotto da Illumination Entertainment (Cattivissimo me, Minions, Pets), scritto e diretto da Garth Jennings, che uscirà nelle sale italiane il 4 gennaio 2017.

Academy Award® winner MATTHEW MCCONAUGHEY stars as dapper koala Buster Moon and writer/director GARTH JENNINGS voices elderly lizard Miss Crawly in the event film "Sing," from Illumination Entertainment and Universal Pictures.
Protagonista è l’ottimista koala Buster Moon, proprietario di un teatro sull’orlo del fallimento. Spinto dalla sua enorme passione per lo spettacolo e in ricordo dei sacrifici del padre, Buster ha un’ultima idea per salvare il suo lavoro, ossia realizzare la più grande competizione canora dell’anno. Tra i numerosi talenti a spiccare saranno coloro per cui il canto è l’ancora di salvezza da una vita monotona e poco avvincente. Rosita, una maialina casalinga dedita completamente alla famiglia ma poco apprezzata; Mike, un presuntuoso topo musicista di strada con un’attitudine a cacciarsi nei guai; Johnny, un gorilla adolescente in conflitto con il desiderio del padre di volerlo nella sua banda criminale; Ash, una porcospina punk-rock alla ricerca della propria indipendenza e identità. Infine c’è Meena, una timida elefantessa dalla gran voce ma terrorizzata dal palco. Tutti insieme proveranno a realizzare uno spettacolo canoro di successo ma dovranno affrontare non poche difficoltà.

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Il canto, o meglio l’amore che si prova per quest’arte, è il protagonista indiscusso di questo film. Sing si pone come un ponte tra un film d’animazione e un musical, in cui si susseguono più di ottantacinque canzoni famose di vari artisti. La passione per la musica è il mezzo con cui i protagonisti riescono ad affrontare e superare le difficoltà quotidiane. Problemi economici, insicurezze, insoddisfazioni in amore, poca autostima, diventano un lontano ricordo nel momento stesso in cui si sale su un palco e s’inizia a cantare. L’intento è sì emozionare il pubblico con la propria esibizione, ma la musica è contemporaneamente qualcosa di terapeutico per se stessi.

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Sing viaggia su due binari. Su un treno troviamo i sogni, quelli che vorremmo esaudire ma che a volte mettiamo nel cassetto e lì li dimentichiamo. Sul binario parallelo viaggia però la paura, quell’emozione che non permette di esprimere veramente se stessi e costringe a vivere nell’invisibilità. Tutti i protagonisti del film si muovono come semplici comparse sul palco della vita, non riuscendo a farsi ascoltare dalla propria famiglia, fidanzati o da se stessi. Diventare un famoso cantante rimarrà solo un sogno se prima non lacerano quel velo d’invisibilità che li separa dal mondo reale. Se inizialmente questi aspiranti cantanti viaggiano su entrambi i treni, saranno le avventure affrontate ad aiutarli a far fermare definitivamente quello della paura.

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Sing è un ottimo ibrido tra due generi cinematografici, come confermato dalle due candidature ai Premi Golden Globe nelle categorie Miglior film d’animazione e Miglior canzone originale con “Faith”, cantata da Stevie Wonder e Ariana Grande. Sing è uno spettacolo ben riuscito in cui è ricordato che tutti possono essere una star se si segue la propria passione.

Universal Monsters Universe – Il mondo ha bisogno di mostri

«Alcune volte il mondo non ha bisogno di un eroe, ma di un mostro»

Da quando nel 2012 la Universal ha annunciato di voler riavviare uno dei loro franchise più fortunati, La Mummia, e voler ricominciare da capo con un Van Helsing che sappia conquistare pubblico e critica, si sono succeduti molti registi e produttori e i progetti hanno rischiato di essere accantonati del tutto. Finché nel 2014 da Roberto Orci, sceneggiatore, produttore televisivo e produttore cinematografico messicano [Transformers, Star Trek], non giunge l’idea che la Mummia e Van Helsing avrebbero potuto condividere lo stesso mostruoso universo, in cui far confluire anche tutti i mostri che hanno reso famosa la casa editrice, per l’occasione rivisitati, resi appetibili non solo ai cinefili di vecchia data o ai cultori dei classici dell’orrore. Insomma, un colossale progetto di reboot generale che sarà il metro di paragone della nuova generazione.

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Capostipite di questo progetto non poteva che essere Dracula: Dracula Untold, inizialmente, era intitolato significativamente “Dracula Year Zero”, per sottolineare la volontà di azzerare quasi completamente le conoscenze cinematografiche a riguardo per gettare le basi di un mondo oscuro che sia lo scenario perfetto per una nuova stirpe di creature, figlie del folklore ma plasmate con effetti speciali che li possono far camminare tra noi.

Il produttore Alex Kurtzman ha annunciato che la nuova serie di film sarà un mix di orrore e di altri generi, ma a giudicare da quanto avvenuto con Dracula, però, dovremo aspettarci un’atmosfera più fantasy, dove l’orrore cede di netto il passo all’avventura e all’azione. Un’operazione che ricorda molto i crossover Marvel e DC che da anni ormai sono in cima alle classifiche. Intanto per The Wolf Man, previsto per il 30 marzo 2018, è al lavoro Aaron Guzikowski, promettente sceneggiatore dell’avvincentissimo Prisoners, mentre per occuparsi della coerenza dell’universo condiviso è stato messo sotto contratto Jay Basu, famoso per aver creato le ambientazioni suggestive di Monsters: Dark continent, The Lost Dinosaurs e l’ancora inedito Metal Gear Solid.

Ultimamente è stato annunciato che Tom Cruise e Sofia Boutella saranno i protagonisti di La Mummia, previsto per il 9 giugno 2017, ma il film è ancora in fase di preproduzione: dell’apprezzato sceneggiatore John Spaihts [Prometheus e L’ora nera] potremo ammirare l’attesissimo Doctor Strange con Benedict Cumberbatch, Rachel McAdams e Tilda Swinton, nelle sale italiane dal 26 ottobre, e il sci-fi Passengers con Jennifer Lawrence, Chris Pratt, Michael Sheen e Laurence Fishburne, programmato per il periodo prenatalizio.

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Il resto della mostruosa schiera è solo in fase di sviluppo ma Aaron Guzikowski e Chris Morgan [Wanted e Fast & Furious 7] garantiscono spettacolo, azione e scene memorabili. Non ci resta che attendere le date ufficiali, quindi. Intanto possiamo fantasticare pensando ai titoli annunciati: Frankenstein, The creature from the Black Lagoon (con Scarlett Johansson, forse), The invisible man (con Johnny Depp), Van Helsing, La moglie di Frankenstein, per il cui ruolo è palesemente corteggiata Angelina Jolie. Non fateci la bocca, i nomi altisonanti si susseguiranno all’infinito e fino al primo ciak non ci saranno certezze.

Una curiosità a margine: nel 2009, il pronipote di Bram Stoker, Dacre, a quattro mani con Ian Holt, ha scritto Undead – Gli immortali, il seguito ufficiale di Dracula. In questo nuovo romanzo l’antagonista principale è Elizabeth Báthory, anch’essa vampiro, e il protagonista è Quincey Harker, figlio di Jonathan e Mina Harker. Non è chissà quale previsione pensare che anche quest’opera sarà oggetto di una trasposizione, infilata tra una moglie di Frankenstein e un nipote dell’Uomo Lupo, magari!

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AVE, CESARE! – Il Trailer

Ave, Cesare! I fratelli Coen tornano al cinema con una commedia spettacolare!

I film-maker vincitori di quattro premi Oscar® Joel ed Ethan Coen (Non è un paese per vecchi, Il Grinta, Fargo), hanno scritto e diretto Ave, Cesare!, una commedia con un cast stellare ambientato negli ultimi anni dell’Età d’Oro di Hollywood. Interpretato da Josh Brolin, George Clooney, Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Channing Tatum, Scarlett Johansson, Jonah Hill e Frances McDormand, Ave, Cesare! racconta le vicende che si susseguono in una sola giornata della vita di un fixer degli studios, chiamato a risolvere una marea di problemi.

La commedia è prodotta dai fratelli Coen con la loro Mike Zoss Productions, assieme ad Eric Fellner e Tim Bevan della Working Title Films.

 

Lucy, di Luc Besson

Se è vero che gli esseri umani hanno accesso solo a una minima parte della capacità cerebrali, cosa accadrebbe se prendessero il controllo totale del loro cervello? La conoscenza parziale delle cose del mondo si estenderebbe all’universale e il potere sul corpo umano, sulla tecnologia e sulla natura intera sarebbe assoluto. Il primo passo sarebbe una percezione accentuata di ogni componente del proprio corpo, fino allo scorrere del sangue sotto la pelle e allo scricchiolio delle ossa poi, lentamente, si estenderebbe spazio che lo circonda, all’aria, ai corpi delle altre persone, e alla ragnatela invisibile di vibrazioni e onde elettromagnetiche che intrappolano gli esseri umani in una rete globale. Il cervello potrebbe smembrare le cellule per rimetterle insieme a suo piacimento, fare a pezzi i corpi, giocare con la materia e trasformarla in una sostanza immateriale che si scompone e si ricompone all’occorrenza per attraversare il tempo e le ere geologiche, per poi ritornare inevitabilmente all’origine del mondo, dove tutto ha avuto inizio.

Lucy è la prescelta, la depositaria involontaria di questo potere sconfinato. Il suo corpo è il prezioso involucro di una sostanza chimica al limite del fantascientifico, in grado di potenziare le capacità fisiche e psichiche a un solo assaggio, e che dissolta nel sangue e irradiata nell’organismo trasforma gli uomini in dei. Il suo corpo è una mappa di percezioni amplificate, una fitta rete di  impulsi elettromagnetici, che leggono le persone, le attraversano e le manipolano, così come fanno con il tempo, che si arrotola e si srotola ad un battere di ciglia. Ma ora che Lucy possiede la conoscenza assoluta del mondo e il potere divino, quale può essere il passo successivo se non la perdita inesorabile dell’umanità, del dolore e della fallibilità che accomuna le creature terrene?

 

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Lucy si costruisce sulle immagini più che sul’azione, in una rete visiva ipnotica in cui gli eventi si rincorrono alla stessa velocità della trasformazione di Lucy da donna in dea. Luc Besson infatti lascia in secondo piano i poteri supereroistici e la sete di giustizia di Lucy, per riflettere sull’essere umano intrinsecamente onnipotente, creato a immagine di Dio, che tiene gelosamente nascoste le sue capacità in un’area della mente che non ha il coraggio di esplorare. Besson sfonda questa porta segreta per scatenare un potere sconosciuto, e mette le sorti del mondo nelle mani di una ragazza inconsapevole, spaventata più che grata delle sue nuove capacità, che non aspira ad altro che tornare alla sua umanità problematica e imperfetta.

L’onnipotenza è una condanna o, almeno per adesso, un fardello troppo ingombrante per l’uomo, e Lucy, che porta il nome della prima donna comparsa sulla terra,  si pone come spartiacque tra il passato e un futuro visionario, in cui anche la morte diventa inconsistente, e tutto si trasforma in una materia intangibile che trascende, si trasforma in energia e penetra il tutto raggiungendo, se pure in una forma diversa, l’immortalità a cui ha sempre aspirato.