Tchéky Karyo

Una sirena a Parigi, di Mathias Malzieu

Cos’è un sorprenditore? Il sorprenditore è colui la cui un’immaginazione è così potente da renderlo capaci di cambiare il mondo e se, necessario, di crearne uno che asseconda le forme e i colori della sua passione. Un sorprenditore vive per l’incanto, per plasmare la realtà senza farsi fermare dal tempo, dallo spazio o dalla ragione comune. La poesia è la sua religione, e l’arte l’unico luogo possibile in cui vivere, perché la musica e la bellezza sono l’ossigeno che gli permette di non annegare in un mondo che ha perso la capacità di sognare.

Ora immaginate che una sirena ferita si areni sulle rive della Senna, proprio di fronte al Flowerburger, il cabaret-cafè dove i sorprenditori incantano ogni notte gli avventori con i loro numeri strabilianti, e che il giovane cantante Gaspard Snow, ammaliato da quella visione, le salvi la vita portandola a casa sua per curarla. Sembrerebbe l’incipit di una splendida fiaba se non fosse che la sirena Lula porta con sé una terribile maledizione. Il suo canto uccide chiunque la ascolti.

Il cuore di Gaspard però si è già spezzato da molto tempo, quando è stato abbandonato da quello che credeva l’amore della sua vita, e un cuore spezzato, non può farlo di nuovo. Quindi il canto di Lula non può ucciderlo, ma questo non vuol dire che lui sia immune alla sua incredibile grazia e bellezza. La sirena sembra una delle creature create dalla sua immaginazione e si incastra alla perfezione con le sue scenografie di cartapesta, che si schiudono l’una dopo l’altra come un libro animato d’altri tempi.

Come ogni fiaba che si rispetti, anche questa si può sfogliare pagina dopo pagina, sospendendo gradualmente l’incredulità, per abbandonarsi a una storia che riesce a rapire tutti sensi, grazie al talento eclettico di Mathias Malzieu, attivo non solo nel campo dell’audiovisivo, il film d’animazione Jack et la Mécanique du cœur ne è un esempio, ma anche sulla scena musicale francese.

Musica, luci, colori pieni e brillanti danzano insieme in un’armonia che sembra riportare indietro nel tempo a un’epoca in cui i cabaret-cafè erano luoghi sospesi, liberi da pregiudizi, in cui si poteva lasciare la realtà alle spalle per vivere un assaggio di fantasia. E così è Una sirena a Parigi, un’opera leggera che accarezza il cuore e i sensi di chi sa abbandonarsi alla bellezza, talvolta anche fine a sé stessa, eccessiva e irriverente, proprio come l’anima di un sorprenditore, e sa lasciarsi sedurre dal canto delle sirene, che può uccidere, ma talvolta sa riportare alla vita.