Medio, lento, rapido. Sono le velocità con cui si muovono nella vita i protagonisti del film “Un bacio”, di Ivan Cotroneo. Scemo, troia, frocio. Sono le etichette che indossano o sono costretti ad indossare i tre adolescenti Antonio, Blu e Lorenzo.
Sembrano non condividere nulla a parte l’età, sedici anni, e la scuola, ma in realtà i tre ragazzi galleggiano nella stessa bolla di solitudine, relegati al margine, trasformati in bersagli mobili contro cui è possibile sparare pallottole di ingiurie, di cattiveria, di odio. “Un bacio” è il riflettore puntato su quel limbo incomprensibile eppure sperimentato da tutti che è l’adolescenza. Tratto dal libro omonimo scritto dallo stesso Cotroneo nel 2010, il film afferra le tre solitudini e le intreccia per creare una profonda e salvifica amicizia, uno scudo robusto contro un mondo di giovani bulli, mai sazi di sferzare altre vite.
E così, quando Lorenzo, omosessuale dichiarato, arriva nella piccola cittadina friulana di provincia portando colore e farfalle tra i banchi di scuola, la ruota della vita torna a girare anche per Blu, ragazza rissosa e ribelle, e per Antonio, timido e silenzioso. Ognuno di essi cammina lungo la strada dell’adolescenza con un baule di sofferenza enorme, un peso eccessivo per le giovani schiene, nonostante tutti abbiano una famiglia amorevole e attenta alle spalle.
Lorenzo spinge al limite l’acceleratore, mette in mostra tutto se stesso fino ad intimorire gli altri, Blu si ribella e scalcia, ma è saggia al punto da scrivere alla se stessa futura per non cadere nella trappola della nostalgia, Antonio si dedica allo sport e si chiude nel silenzio per non pensare al fratello morto. La vita per i tre, prima di conoscersi, è come il paese di provincia in cui abitano, fatto di spazi vuoti e strade che sembrano non portare da alcuna parte. Solo quando si afferrano l’uno con l’altro, quando scoprono negli occhi dei propri compagni la loro stessa fragilità e solitudine, il loro mondo diventa come il centro cittadino, un borgo antico e prezioso in cui possono vivere felici, senza nessuno a vessarli.
“Un bacio” è quindi un film contro il bullismo, l’omofobia, il sessismo, contro i pregiudizi che ci incastrano in schemi precostituiti e da cui, che si sia adolescenti o adulti, non sappiamo più uscire. È il racconto di ferite inferte da parole taglienti e che lasciano cicatrici indelebili, è la storia di fragilità comuni, di sogni in bilico tra il baratro e il cielo, del pericolo dietro l’insicurezza. Ma, come ha dichiarato Cotroneo: «è anche un film sulle prime volte, è una storia di amicizia, la ricerca della felicità.»
Tre attori esordienti a interpretare Lorenzo (Rimaud Grillo Ritzberger), Antonio (Leonardo Pazzagli) e Blu (Valentina Romani), perché la paura di calcare il set fa tremare come calcare l’adolescenza, quel periodo tra infanzia finita ed età adulta ancora in nuce.
Il film, che nasce da fatti di cronaca quali i suicidi di adolescenti e gli episodi di bullismo, è attualmente in tour con il cast e viene proiettato per un confronto sui temi, per un’analisi che privilegia innanzitutto gli adolescenti ma non esclude gli adulti. Il regista Cotroneo ha affermato «Nessuno si è mai chiesto che effetto fa ad un quattordicenne vedere centomila adulti che sfilano ad una manifestazione con delle sagome che raffigurano due donne o due uomini e la scritta “sbagliato”? Che ne sa un ragazzo, ancora confuso sulla sua sessualità, sulle sue scelte, sui suoi obiettivi che è una questione di voti, che ci sono lotte politiche? Lui vede solo degli adulti che dicono “è sbagliato”».
“Un bacio”, prodotto dalla Indigo Film, Titanus, Rai Cinema e Lucky Red è stato presentato alla 45° edizione del Giffoni Film Festival e uscirà nelle sale il 31 marzo.