“Ma io ero sicuro di voler stare al suo gioco? Poteva rivelarsi un gioco pericoloso. Avrei accettato la sfida?”
Andreas – chiamato così per colpa di un errore all’anagrafe, secondo quanto raccontato da sua madre – ha appena finito il liceo quando Patrizio gli propone un gioco. Il suo amico sta progettando la fuga dal piccolo paese di provincia nel quale è cresciuto per poter cominciare una nuova vita, lontano dai legami e alla ricerca del successo.
Andreas verrà velocemente coinvolto nel suo piano: il primo indizio, Il fu Mattia Pascal di Pirandello, metterà in moto gli eventi e darà il via alla storia.
“Cosa ci aspetta adesso?”
“Vedrai. È una cosa che ti piacerà.”
Un gioco da ragazzi è un thriller con sfumature noir, adatto a un pubblico giovane. Le vicende, infatti, si dipanano nella Roma afosa e sconosciuta che spesso si trovano ad affrontare gli studenti fuori sede durante le prime settimane di permanenza. Tale contesto ben si adatta alle vicende narrate, creando un gradevole senso di spaesamento iniziale anche nelle persone che conoscono meglio la capitale.
Affinché un pubblico più maturo possa apprezzare il libro, invece, sarà necessario attingere ai ricordi dell’adolescenza, in particolare al narcisismo che spesso è la causa scatenante delle azioni compiute a quell’età. Il modo in cui Andreas pensa e si relaziona con l’esterno si rivelerà allora nel suo realismo, sebbene l’espediente narrativo metta in condizione il protagonista di operare scelte non comuni.
È facile provare per lui e per Patrizio una leggera repulsione e, al contempo, una curiosità morbosa, acuita soprattutto da una lettura che tenga conto delle personalità dei personaggi.
“Fu in quell’istante che la mia vita, quella di Patrizio e anche quella di tanti altri cambiò radicalmente? Credo di sì.”
La trama fitta di eventi rende l’andamento veloce sin dalle prime battute, senza incappare in buchi narrativi. Non ci sono momenti morti e il ritmo tende ad accelerare nella seconda metà del libro, quando la spirale degli eventi prenderà a stringersi e il gioco diverrà una partita a scacchi contro il tempo. Per quanto riguarda lo stile, nonostante il tema trattato il libro è facile da leggere, adatto a chi è in cerca di una tenebrosa fuga dalla realtà.
Come in ogni thriller, comunque, è necessario arrivare alla fine del romanzo per poterlo apprezzare. Un altro consiglio è di tenere sempre a mente il motto di Patrizio, colonna portante dell’intero libro: se fai bene le cose, nessuno capirà che le hai fatte.