The Vatican tapes, di Mark Neveldine

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In un caveau di massima sicurezza situato nelle profondità della terra, all’interno delle mura della Città del Vaticano, la Chiesa cattolica conserva migliaia di filmati che documentano autentici e presunti esorcismi e altri inspiegabili fenomeni attribuibili alla sfera religiosa per i quali il mondo non è pronto a sapere.

La procedura è sempre la stessa: una ragazza ordinaria che trascorre una vita serena in una tranquilla cittadina degli Stati Uniti viene posseduta da un demone che si nutre di morte, dolore e disperazione. Quando cure ordinarie e psichiatriche nulla possono, sono le forze dell’intelligence vaticana ad intervenire in forma segreta. Ma, stavolta, la presenza sgradita che Angela Holmes, interpretata dalla versatile Olivia Taylor Dudley, ospita nel suo corpo è un’entità che necessita metodi estremi. La fede del cardinale Bruun e di padre Lozano saranno abbastanza potenti per sconfiggere il Male oscuro che si annida nella sfortunata ragazza?

La promettente sceneggiatura di Christopher Borrelli (Il respiro del diavolo e Armageddon) e di Michael C. Martin (Brooklyn’s Finest) da un soggetto dello stesso Borrelli e di Chris Morgan (Fast & Furious 7, Wanted e 47 Ronin) era giustamente nella Blacklist 2009 dei 300 copioni più graditi, depositati ma non realizzati in quell’anno e meritava forse un risultato finale migliore.

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La fotografia si basa su di un contrasto patinato tra luce e ombra un po’ discutibile, che non tende al mood da film dell’orrore, forse più ad un episodio di serie crime. Un’atmosfera rilassante e diffusa, come la luminosità che domina due terzi di film, sovrasta l’adrenalina che però, fortunatamente, torna nella resa dei conti tra il Bene e il Male, alla fine dei giochi insieme alle spiegazioni deboli e prive di una qualsiasi forma di angoscia. La paura è affidata troppo spesso ai jump scare ma non mancano riprese perturbanti da angolazioni particolari che denotano quantomeno una voglia di sperimentare da parte del regista. Il finale è degno di riflessioni bibliche, ma sarebbe un delitto imperdonabile anticipare anche una sola piccola cosa.

Mark Neveldine è alla sua prima regia in solitaria e al suo primo horror. Con Brian Taylor ha diretto Gamer e il cult Crank, con tanto di sequel. Sempre con lui aveva ultimamente tentato l’impervia strada delle trasposizioni di fumetti DC (Jonah Hex, poi lasciato ad altri) e Marvel (Ghost Rider – Spirito di vendetta) senza successo. Da solo Neveldine partorisce una regia scolastica che non aggiunge nulla al filone delle possessioni demoniache e che forse è molto più adatta come ritmi, atmosfera e fotografia ai canoni delle TV-series.

Ruoli marginali per Djimon Hounsou, Michael Paré e Kathleen Robertson.

Cameo invece per Shawn “Clown” Crahan, percussionista e fondatore della metal band degli Slipknot, in un’intervista alla fine del film. Lui e il regista sono amici e hanno girato insieme Officer Downe, con Kim Coates. Basato sull’omonimo graphic novel creato da Joe Casey e Chris Burnham, scritto da Joe Casey ed edito da Image Comics, il film racconta di un ufficiale di polizia stradale di Los Angeles ucciso in un incidente e riportato in vita con la telecinesi per tornare in strada a combattere il crimine con ogni mezzo necessario. È in fase di post-produzione, ma dalle prime foto ufficiali si preannuncia davvero interessante.

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