Uccelli migratori, di Francesco Lagi

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Genitori, fratelli, amanti, amici, conoscenti sono fili intrecciati che formano il nostro nido, impastato di relazioni e abitudini, cementato di paure e attenzioni. Ogni volta che ci affacciamo al mondo, che guardiamo in basso, che proviamo a superare l’argine sicuro, siamo colti da vertigini, centrifugati dalla paura del vuoto. “Uccelli migratori”, ultimo lavoro della compagnia Teatrodilina presentato in prima nazionale al Teatro dell’Orologio di Roma, esplora esattamente la sensazione di panico, il sobbalzo dello stomaco quando ci accorgiamo che il nido costruito attorno a noi non è più un mondo rassicurante ma una cella asfissiante.

Le ansie di Marta, ragazza in dolce attesa, premono contro le pareti della vita, rompono gli argini e si riversano inarrestabili all’esterno, travolgendo chi le si fa prossimo, dal fratello Guido, iperprotettivo e paterno, al padre del nascituro, spaesato e confuso. È un diluvio di insicurezze, una frana di certezze che la vecchia vita di Marta non può arginare o contenere in alcun modo. E allora non le resta che fuggire, che cercare aria fuori dal nido. Oltre le mura di casa, però, non c’è il mondo agognato e temuto, solo un nido più grande, una cornice di alberi che conserva l’ultimo ricordo felice di Marta. E mentre tenta di orientarsi tra passato e futuro, una nuova direzione viene impressa al suo viaggio dall’incontro con Gerry, ornitologo sognatore ed entusiasta.

“Uccelli migratori” è un’indagine antropologica sulla paura di cadere, sull’inconsapevolezza di possedere ali in grado di sfidare il vuoto. Siamo come gli uccelli un attimo dopo essersi buttati dal nido, un secondo prima di realizzare di essere in grado di sfidare la gravità. La bussola interiore di cui siamo dotati è così delicata da subire le interferenze magnetiche di chi ci circonda, ma è altrettanto forte, se riusciamo a tenerla in mano abbastanza a lungo e a osservarla in silenzio, da indicarci il nostro nord personale, la via per una felicità smarrita. “Uccelli migratori”, ultima tappa del percorso monografico dedicato a Teatrodilina, è il risultato della residenza creativa della compagnia al Teatro dell’Orologio. In scena, per la regia di Francesco Lagi, quattro attori affiatati: Anna Bellato, Francesco Colella, Leonardo Maddalena, Mariano Pirrello.

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