Nella notte dell’8 Maggio 1945, il giorno in cui gli Alleati hanno vinto la Germania nazista, re Giorgio VI si prepara a pronunciare un discorso all’Inghilterra, mentre una preoccupante balbuzie e i capricci delle sue due figlie Elizabeth, futura erede al trono, e Margaret non sembrano volergli dare tregua. Tutto ciò che le ragazze desiderano è uscire dal palazzo che le ha isolate dal mondo per tutta la vita e unirsi, almeno per una notte, ai festeggiamenti cittadini. Nonostante le perplessità iniziali e la paura reale che possa succedere qualcosa alle principesse, il padre acconsente a mandarle in incognito alla festa organizzata all’Hotel Ritz, rigorosamente scortate da due fidati cavalieri, e con la promessa di tornare a casa allo scoccare della mezzanotte. La vicenda, realmente accaduta, sembra la favola perfetta, ma Julian Jarrold con un abile gioco di creatività, trasforma quello che potrebbe essere il classico racconto disneyano, con le due principesse che vivono una notte di follia e di incontri romantici, in un’avventura a cavallo tra fantasia e realtà in una Londra onirica, popolata dai personaggi più disparati.
I primi personaggi surreali e atipici sono le due guardie mandate dal padre a sorvegliare le due ragazze, uomini di stato devoti più all’otium che al negotium che, presi dai piaceri e dai festeggiamenti, rendono tanto facile la fuga dalla festa alla giovane Margaret, la più ribelle delle due, quanto difficile l’inseguimento di Elizabeth dietro alla sorella meno coscienziosa. Risucchiate dai festeggiamenti di una Londra così diversa dalla austerità della loro casa, le due si perdono di vista a Trafalgar Square e, vincolate alla loro condizione di segretezza, si ritrovano per la prima volta a vivere la città da persone normali e non più da principesse. Margaret, esuberante e molto ingenua, viene tratta in inganno da uomini con le peggiori intenzioni, mentre Elizabeth, ritrovatasi da sola in una città a lei sconosciuta, si affida un aviatore di nome Jack conosciuto la notte stessa su un bus. Jack è un ragazzo ribelle e poco incline alle regole ma, pur essendo molto diverso da Elizabeth, rimane sorprendentemente affascinato dalla ragazza, al punto da accompagnarla tutta la notte in giro per la città alla ricerca della sorella perduta. Tra criminali, malfattori, luoghi poco raccomandabili e baci rubati, queste poche ore di libertà si trasformano in un viaggio pieno di avventure, in cui trionfa l’amore ma non il classico lieto fine.
La trama del film è strutturata come una favola classica e in un certo qual modo prevedibile, ma ciò nonostante la pellicola si sforza di guardare i reali inglesi da un punto di vista alternativo, in cui gli affari interni alla famiglia reale, le dispute di potere e i gossip piccanti vengono sostituiti dalle dinamiche familiari comuni a qualsiasi famiglia: le prime ribellioni adolescenziali, le discussioni per ottenere più indipendenza e il delicato rapporto tra genitori e figli, più o meno inclini a concedere la libertà. Si abbandona così la mitizzazione del re e della regina inglesi in favore di una nobiltà più vicina al popolo, in una realtà nella quale la ricchezza più grande è l’amore in tutte le sue forme.