Ariel Schulman

Nerve, di Henry Joost e Ariel Schulman

E tu cosa sei giocatore o spettatore? Lo spettatore paga per guardare, il giocatore gioca per vincere soldi e gloria. Una metafora della vita o più semplicemente Nerve, un social game che promette di riempire il vuoto esistenziale di una miriade di adolescenti con sfide adrenaliniche in tempo reale e prove al limite della legalità, in cui lo scarto tra vita e morte si gioca sul filo del rasoio. Ma cosa spinge una persona a mettere a repentaglio la propria vita per un istante di celebrità?


Vee Delmonico (Emma Roberts) è una studentessa dell’ultimo anno delle superiori. Timida e riservata, è sempre rimasta in disparte nella vita, facendo da spettatrice alle avventure delle sue amiche, molto più disinibite e coraggiose di lei. All’improvviso però nella sua vita arriva Nerve, un gioco interattivo che propone ai partecipanti di affrontare una serie di prove in cambio di grosse somme di denaro. A decidere fino a dove devono spingersi i giocatori sono gli spettatori del gioco, che sadicamente manovrano le loro vite, alzando sempre di più l’asticella del pericolo.

Da baciare un estraneo in un bar, a rubare abiti costosi, fino a guidare bendati o a gettarsi sotto un treno in corsa, Nerve crea un flusso interminabile di tensione e un’esplosione di emozioni che culminano nella sfida finale in cui l’opzione non è vincere o perdere, ma vivere o morire. Arrivati a questo punto si può solo scegliere se spingere l’acceleratore fino al punto di non ritorno o arrendersi dicendo addio al mondo. Una scelta estrema, a tratti folle, ma sorprendentemente non tanto estranea al mondo degli adolescenti, sempre più spesso protagonisti della cronaca nera per aver aderito a giochi online simili a Nerve. Ed è proprio su questo che hanno puntato i registi Henry Joost e Ariel Schulman, che dopo Catfish sono tornati ad esplorare l’orrore del web e nuovi mostri che si annidano nel cyberspazio, il modo in cui adescano le loro vittime e soddisfano la loro fame di morte.

L’orrore è al di là del monitor, alla distanza di un click, non in un futuro apocalittico lontano anni luce, e Nerve, tratto dall’omonimo romanzo di Jeanne Ryan, mostra proprio questo. La rete è densa di pericoli per chi non sa ancora riconoscere il bene dal male e cerca nel cyberspazio le emozioni che non riesce a provare nel mondo reale, sfruttando l’anonimato per compiere azioni che nella realtà non avrebbe mai il coraggio di compiere. La rete permette di essere chiunque si desideri, di costruirsi un’identità alternativa a tavolino e di vivere le fantasie più estreme, ma bisogna stare attenti a non superare il punto di non ritorno. Nerve nasce qui, dove il gioco viene portato alle estreme conseguenze in una notte in cui l’immaginazione più spinta si confonde con la vita reale creando mostri. E Henry Joost e Ariel Schulman riescono a tenere testa alla sfida di mettere in scena il romanzo della Ryan senza cadere nei cliché dei film young adult, mantenendo alta la tensione per tutta la pellicola.