Burr Steers

PPZ – Pride + Prejudice + Zombies, di Burr Steers

Londra è in cenere. Un fiume di sangue circonda la città mentre orde di zombie putrescenti si spingono sempre più violentemente verso la placida campagna. Quello che un tempo era un paradiso bucolico, turbato a malapena dal frivolo chiacchiericcio dei salotti durante il tè pomeridiano e dai balli, ora è un inferno in terra. Gli zombie sono ovunque, hanno fame di cervelli come le fanciulle di mariti. Entrano nei palazzi, nelle chiese, attaccano le carrozze dei nobili e le capanne dei contadini senza fare distinzioni di sorta, seguendo unicamente l’istinto di nutrirsi di carne umana.

Da quando i non morti hanno fatto irruzione sulla scena tutto è cambiato nella vecchia Inghilterra regency e le fanciulle sono state costrette a pulire i moschetti mentre sorseggiano il tè, hanno imparato a combattere per sopravvivere e infilare i coltelli nel reggicalze con estrema maestria. Le cinque sorelle Bennet sono le più abili con le armi di tutta Netherfield, hanno studiato le arti marziali cinesi e si allenano da mattina ad uccidere zombie, invece di dedicarsi alla nobile arte di agghindarsi come bambole di porcellana per cercare marito. Ma non tutto è perduto, perché uno degli scapoli più ricchi in circolazione, il signor Bingley, ha messo gli occhi sulla sorella più grande, Jane, e il suo caro amico Darcy è rimasto profondamente colpito dalla tecnica di combattimento della bellissima Elizabeth, che però non osa cedere a nessun corteggiatore in attesa di trovare l’uomo giusto, che non gli chiederà mai di abbandonare la spada per un anello.

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Nonostante l’apocalisse zombie abbia portato dritto all’inferno Orgoglio e Pregiudizio, Burr Steers segue l’esempio di Seth Grahame-Smith, dal cui romanzo Pride and Prejudice and Zombies è stato tratto il film, e lascia invariato lo spirito dei personaggi ma gli mette alle calcagna orde di zombie affamati. A prima vista il mondo di pizzi e crinoline dipinto da Jane Austen sembra intatto, nei costumi come nel linguaggio, ma ad uno sguardo più attento non si può fare a meno di notare che l’alta borghesia ottocentesca gronda sangue da tutte le parti.

Ed è proprio da questo bizzarro pastiche di generi letterari in cui horror, commedia e romanticismo d’altri tempi si fondono alla perfezione che nasce Pride + Prejudice + Zombies, che condensa il romanzo di Seth Grahame-Smith accentuando l’aspetto comico della vicenda e smorzando le sequenze splatter. Un vero peccato se si considera che è proprio nell’irruzione dell’orrore in un’opera insospettabile che si trova l’intuizione di Grahame-Smith, nei combattimenti paradossali e nella brutalità degli zombie che viaggiano in carrozza in abito di seta. Burr Steers invece edulcora la scena, e si concentra sull’intreccio amoroso tra la ribelle Elizabeth e lo scapolo d’oro Darcy, mettendo curiosamente in primo piano Mr. Collins (Matt Smith), l’ossessivo pretendente di Elizabeth che, se nell’opera della Austen era relegato a un ruolo marginale, qui è il fulcro della comicità di tutta l’opera e probabilmente il personaggio più riuscito. Gli ingredienti giusti ci sono tutti, commedia, azione, amore e sangue quanto basta, ma Steers perde l’occasione di realizzare un film memorabile, originale e brillante come il romanzo che l’ha preceduto.