Enrico Brignano

Poveri ma ricchi, di Fausto Brizzi

Brizzi è sempre stato un ottimo sceneggiatore. Nel periodo di massimo splendore dei Cinepanettoni, insieme a Martani, era la firma delle sceneggiature che hanno reso celebre la coppia Boldi- De Sica. Poi Brizzi è passato alla regia, e nei suoi primi film ha dimostrato in pieno il suo talento. Diventa, quindi, abbastanza spiazzante scoprire che Poveri ma Ricchi, il suo ultimo film, sia il remake di un film francese Les Tuche. Sopratutto per il senso di Deja vu della trama.

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La storia è incentrata su i Tucci, una famiglia povera di un piccolo paese del Lazio. Padre (Christian De Sica), madre (Lucia Ocone), una figlia vanitosa (Federica Lucaferri) e un figlio genio (Giulio Bartolomei), costretto a fingersi idiota per stare al passo con la famiglia. Con loro vivono anche il cognato (Enrico Brignano), botanico ma nullafacente, e la nonna (Anna Mazzamauro) patita di serie Tv. Un giorno, i Tucci, vincono cento milioni di euro e decidono quindi di partire per Milano, per fare la vita dei ricchi, scontrandosi con un mondo che non gli appartiene.

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Leggendo la trama non può che tornare alla mente una popolare serie TV americana degli anni 60: The Beverly Hillbillies di cui esiste un film remake del 1993: a Beverly Hills signori si diventa. E ancora di più, vista anche l’ambientazione italiana, ricorda Tutti possono arricchire tranne i poveri,  che con il film di Brizzi condivide uno degli interpreti: Anna Mazzamauro. Proprio la banalità di questa trama però permette al film di funzionare nella trasposizione italiana e molto credibile di qualcosa di già noto al pubblico .

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Tutto il cast inoltre sembra perfettamente in parte, nonostante le esagerazioni che la commedia in alcuni casi porta con sé, facendo di Poveri ma ricchi un buon film, che riscatta in parte Brizzi dagli ultimi lavori poco riusciti, e che presenta una commedia un po’ più costruita di altre commedie sconclusionate che in questo Natale affollano i cinema. Un film consigliato quindi, anche perché quest’anno non c’è nulla di meglio.