evocazione

Annabelle, di John R. Leonetti

All’inizio degli anni ’70 una studentessa riceve in dono dalla madre una bambola dalla fattura pregiata e dai tratti del viso piuttosto realistici, e con il passare del tempo una serie di avvenimenti inspiegabili iniziano a turbare la ragazza, al punto da farle pensare che la bambola sia dotata di vita propria. All’inizio nota dei lievi cambiamenti di postura, poi dei graffi sulle pareti, e alla fine assiste a vere e proprie aggressioni da parte della bambola. Terrorizzata, si rivolge a una serie di medium e esorcisti senza alcun risultato, fino a che non bussa alla porta degli indagatori del paranormale, Ed e Lorraine Warren che, dopo aver identificato la presenza oscura, prendono in consegna la bambola e rinchiudono lei e il demone che la anima in una teca del loro museo personale.

John R. Leonetti si è ispirato a questo surreale fatto di cronaca per dare la sua versione della storia di Annabelle, che già aveva fatto una breve apparizione in The Conjuring di James Wan, dove lui aveva lavorato come direttore della fotografia. Stregato da questa creatura perturbante, all’apparenza tenera ma dotata di poteri diabolici, Leonetti ha pensato di dedicarle un capitolo a parte nel cinema dell’orrore, tentando di ricostruire la sua storia e la sensazione di angoscia profonda che questo oggetto crea in tutti coloro che la posseggono. Annabelle è indistruttibile, non è possibile liberarsene o estirpare il male che la muove, l’unica speranza è contenere il suo maleficio. Ora le vittime prescelte sono una giovane coppia di sposi in attesa del primo figlio, che accolgono Annabelle nella loro nutrita collezione di bambole e la lasciano entrare nella loro vita perfetta a tinte pastello, inconsapevoli dell’oscurità in cui sta per trascinarli.

Annabelle Film-shakemovies
La prima notte in casa è un bagno di sangue. E da quel momento in poi, una serie di episodi inspiegabili razionalmente travolgono la vita di Mia e John, senza tregua. La casa si anima e tenta di ucciderli in ogni modo possibile, fisico e psichico, confondendo le percezioni in uno stato allucinatorio in cui la veglia e il sonno si sovrappongono, e le manifestazioni demoniache vengono confuse con le visioni di una mente sotto stress. Dai fenomeni di autocombustione, alle apparizioni di fantasmi e di spaventose scritte sui muri, Mia è sola in questo orrore, mentre il resto del mondo fatica a crederle. Il diavolo le da la caccia per carpire l’anima innocente della sua bambina, e per farlo mette in campo l’arma più potente che possiede: la mistificazione. Confondendo la realtà con l’allucinazione, porta la donna in uno stato di follia e disperazione talmente insopportabile da rendere la morte l’unica soluzione auspicabile.

Annabelle è perennemente immobile, imperturbabile, mentre il mondo attorno a lei impazzisce e si autodistrugge. Il suo potere è proprio quello di entrare nella mente umana senza fare un passo, farla sprofondare nell’incubo portando alla luce le paure più profonde, e distruggerla per soddisfare la sua sete di vendetta. Giocando sull’ambiguità dell’immagine, in cui realtà e allucinazione si sovrappongono in continuazione, Leonetti accentua la sensazione di disorientamento e, senza fare scorrere troppo sangue sullo schermo, asseconda il gioco perverso di Annabelle trascinando in un vortice di visioni perturbanti chiunque entri nel suo mondo di incubo.