festival di venezia

Un appuntamento per la sposa, di Rama Burshtein

E se il giorno del proprio matrimonio una sposa avesse un appuntamento con uno sconosciuto?

Michal (Noa Koler) non ha dubbi: nonostante sia stata lasciata dal futuro marito a poche settimane dalle nozze, continuerà a cerchiare di rosso quella data sul calendario e a procedere con i preparativi come se nulla fosse. Per l’ottava notte di Hannukkah Dio avrà fatto il suo dovere trovandole il marito che lei ha da sempre desiderato, permettendole di amare e di essere amata e sposandosi a tutti i costi, così come ha confessato alla maga a cui si rivolge, disperata, per far sì che il suo sogno si avveri all’inizio del film.

un appuntamento per la sposa

In un universo completamente femminile, fatto di sorelle isteriche, amiche strane e coinquiline traditrici, Un appuntamento per la sposa danza tra la dimensione religiosa e quella comica, con un netto prevalere della prima sulla seconda nonostante non si fatichi da etichettare la pellicola come commedia romantica. Per capire il messaggio o per apprezzarne la pretesa di profondità e riflessione, bisogna calarsi completamente nella cultura ebraica ortodossa, dove il rapporto con Dio assume connotati peculiari e, per certi versi della sensibilità occidentale, assurdi e dove risulta comica l’idea testarda di una donna, un po’ sfigatella ma non per questo poco caparbia, di celebrare delle nozze senza l’altro elemento “fondamentale” della cerimonia.

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La sceneggiatura (curata dalla stessa Rama Burshtein) risulta frequentemente labile e tutti i personaggi comprimari sono talmente abbozzati da risultare a tratti evanescenti di fronte alla preponderante presenza della protagonista (e in questo il merito va tutto alla bravissima attrice Noa Koler), così come il progetto di Rama Burshtein non emerge con chiarezza e convinzione. Non so se sia più forte il disappunto per il messaggio trito, ritrito e antifemminista della single disposta a tutto pur di sfuggire al marchio di zitella o l’apprezzamento per la wedding comedy rovesciata che si dispiega davanti agli occhi dello spettatore. Lascio a voi l’ultima parola.

Un Appuntamento Per La Sposa - Scene

Berlinale 2015: Orso d’oro alla carriera a Wim Wenders

La 65′ edizione del Berlin International Film Festival renderà omaggio a Wim Wenders con una serie di proiezioni in suo onore, tra cui Il cielo sopra Berlino, che sarà proiettato il 12 febbraio al Berlinale Palast, e fregerà il regista tedesco dell’Orso d’oro alla carriera. La manifestazione si svolgerà dal 5 al 15 febbraio 2015.

“Omaggiando Wim Wenders, onoriamo uno dei più famosi autori contemporanei. I suoi lavori come regista, fotografo e autore, sfaccettati ed eterogenei, hanno plasmato la nostra memoria cinematografica e continuano ancora oggi ad ispirare gli altri registi”, ha dichiarato Dieter Kosslick, il direttore della Berlinale, che per questa edizione ha previsto una retrospettiva completa dei film e dei documentari di Wenders.

Negli anni Settanta Wim Wenders ha fatto parte di quella generazione di registi che hanno influenzato enormemente il “Nuovo Cinema Tedesco”.  Fronteggiando la crisi artistica ed economica del cinema dell’epoca, hanno sviluppato nuove forme estetiche e si sono messi in gioco in una serie di produzioni e distribuzioni indipendenti. Dal suo film d’esordio Summer in the City del 1970, Wenders ha realizzato più di 50 film, aggiudicandosi la Palma d’oro a Cannes per Paris, Texas del 1984 e il premio come miglior regista sempre a Cannes nel 1987 per Il cielo sopra Berlino. A Venezia ha ricevuto il Leone d’oro per Lo stato delle cose nel 1982 e  l’Orso d’argento a Berlino per The Million Dollar Hotel  nel 2000. Durante la Berlinale del 2011, Wenders ha presentato il suo straordinario progetto in 3D Pina, ottenendo un grande successo di critica e di pubblico, e ancora oggi Wim Wenders può esere considerato uno dei più grandi innovatori nel panorama cinematografico contemporaneo.