fumetto italiano

Vita da Paz. Storia e storie di Andrea Pazienza, di Franco Giubilei

Andrea Pazienza non se n’è mai andato veramente. È sempre rimasto qui con noi nonostante siano passati 23 anni da quel maledetto 15 giugno 1988. Se è vero che per diventare immortali bisogna avvalersi di un registro universale in grado di toccare il cuore delle persone a cui ci si rivolge, Paz ha fatto quello che doveva fare. Per questo, pur essendo separati da una differenza incolmabile di anni, Pazienza è riuscito a parlarmi ma soprattutto a raccontarmi di quelle sensazioni che attraversano ognuno di noi nei momenti più belli ma anche più difficili della nostra vita. Era questa la sua straordinaria forza: riuscire a sintetizzare con il disegno e il testo la realtà che lo circondava. In fondo, riprendendo le parole di Vincino:

Andrea non cercava altro che il segno del tempo

Franco Giubilei rinuncia ad imporre la sua parola al capitolo Pazienza, preferendo dare voce a chi, quegli anni, li ha vissuti e condivisi con la rockstar del fumetto italiano. Ecco quindi prendere parola le donne amate (Isabella, Betta, Marina,), gli amici (come Marcello D’Angelo, Gino Castaldo) o i compagni di strada (come Marcello Jori, Vincino, Filippo Scozzari). Il ritratto che ne esce non vuole essere definitivo, sarebbe una pretesa impossibile, tutt’al più rende più nitidi i contorni della sua figura. Attraverso le diverse testimonianze viene soprattutto approfondito quel mondo che Pazienza abilmente tratteggiava. La sua esistenza, invece, riusciamo solo a sbirciarla o a spiarla ma è giusto che sia così. Infatti nella realtà quotidiana non ci viene mai offerta l’occasione di conoscere qualcuno in una sola volta (e spesso neanche passandoci tutta la vita) perché quindi pretendere la stessa cosa da un libro?

Pazienza era amato da tanti per quella sua capacità di vedere il mondo attraverso gli occhi di un bambino adulto e carpirne l’essenza per le sue tavole, e odiato, perché se n’è andato troppo presto e gli interrogativi su quello che avrebbe potuto realizzare sono infiniti. Ma è andata così. Da questo libro ne esce un affresco umano e pieno di sensibilità sulla persona che era Andrea Pazienza, con i suoi pregi e i suoi difetti, un ragazzo/uomo innamorato della vita e del suo lavoro, ma allo stesso tempo sopraffatto da qualcosa di oscuro che lo tormentava fino a soffocarlo. La ricostruzione di Giubilei ci restituisce un Paz ricco di genio ma anche miserevole in tanti lati. Un Pazienza che una parte considerevole dei suoi “amici” o semplicemente ammiratori non vogliono ricordare, dedicandosi ad un vergognoso quanto patetico revisionismo storico dello scomparso prematuramente.

Paz

In questa biografia si affrontano gli inizi di quel bambino precoce a San Severo, sempre con una matita in mano intento a emulare il padre – un rapporto conflittuale sull’arte “alta” come la pittura e quella inferiore del fumetto che lo tormenterà fino alla fine – e i primi amori, il sud, la scuola e il trasferimento a Pescara dove la personalità prorompente e il fisco atletico lo faranno diventare un personaggio unico, da fumetto se vogliamo. Poi c’è la Bologna del DAMS, quella della rivoluzione artistica e musicale, quella di Tondelli, di Freak Antoni e degli Skiantos. Una Bologna simile a una Berlino dei giorni nostri. E lì ci trova Isabella Damiani, il suo primo grande amore che lo segnerà per sempre, e che lui tenterà di dimenticare invano, anche attraverso un matrimonio improvviso con Marina Comandini a Montepulciano dove si trasferì negli ultimi anni per trovare nuova pace interiore.

Quello che manca a questo prezioso lavoro del giornalista milanese è un (necessario) apparato iconografico che accompagni la narrazione della vita attraverso visione di estratti delle sue opere. Elemento imprescindibile per consentire anche al “profano” di capire i tanti riferimenti e rimandi contenuti in questo ottovolante umano e artistico che è la Vita di Paz.

“A me – dice Andrea Paz Pazienza in un’intervista a 25 anni – non interessa la maturità perché io non credo nella maturità nel senso di acquisizione di conoscenza, responsabilizzazione, presa di coscienza di certi fatti. Mi piacerebbe rimanere giovane il più possibile, nel senso di non doverla mai menare a nessuno dicendogli quello che secondo me deve o non deve fare”.

Franco Giubilei, Vita da Paz. Storia e storie di Andrea Pazienza, Odoya, Roma 2016, pagine 301, euro 18.

Tobiko, di Maurizia Rubino

Tobiko è il primo graphic novel di Maurizia Rubino: un esordio sorprendentemente tenero e profondo

L’unica colpa di Tobiko e Pop è quella di essere nati nel posto sbagliato al momento sbagliato. Sulla terra vige uno scenario apocalittico dove tutti gli esseri viventi sono scomparsi, annientandosi a vicenda a partire proprio dalla specie umana che si è dimenticata del ruolo dell’amore anteponendo alle ragioni del cuore quelle del potere. Solo due fazioni sono sopravvissute alla devastazione: quella degli orsi polari, a cui Pop appartiene, e quella dei corvi, che hanno allevato come una di loro la piccola Tobiko, l’unica umana rimasta sulla terra. In mezzo a questa lotta all’ultimo sangue per la supremazia, Tobiko e Pop vivono la loro storia di amicizia, iniziata per caso ed evolutasi in un legame in grado di abbattere anche le spesse e insormontabili barriere dell’odio. E qui si interrompe la mia trattazione della trama: così come nelle migliori storie che lasciano il lettore con il naso immerso nelle pagine, anche Tobiko avrà mille soprese da svelare tavola dopo tavola. Maurizia Rubino esordisce nel mondo dei graphic novel e lo fa col botto, entrando a pieno titolo nell’Olimpo delle nuove generazioni di disegnatori sensibili e profondi ma al tempo stesso consapevoli della necessità di trovare forme espressive nuove e, perché no, contaminate. Quello che apparentemente sembra un graphic novel destinato ai lettori più giovani, in realtà calza perfettamente a pennello con il titolo di libro per tutti.

Tobiko

I bambini e i giovani adolescenti capiranno il valore della tenerezza, in Tobiko in forte contrasto con la desolazione circostante, nelle relazioni che si vivono ogni giorno. Questi lettori, bombardati da mille stimoli materiali e consumistici nell’era della comunicazione digitale, apriranno nella loro quotidianità una parentesi di delicatezza e levità in grado di educarli al rispetto del prossimo.

Gli adulti, dal canto loro, scopriranno una veste inedita dell’amore, sentimento che diventa il detonatore di un’arma di distruzione (usata subdolamente dal partito dei corvi in grado di superare in crudeltà i predecessori umani). Leggendo di Pop e Tobiko si apriranno nuove porte sui recessi reconditi del sentimento più complicato e affascinante del mondo. Procedendo attraverso vignette pennellate di azzurro viola e nero, colori così contrastanti tra loro che in nessun altro modo si sarebbe potuto rappresentare un mondo di sentimenti così forti, la piuma che accompagna tutta la storia (la novella Icaro Tobiko incontra il dolce Pop proprio durante la ricerca di piume per costruire le ali in grado di farla volare accanto ai suoi amici corvi) diventa la metafora dell’amore: un sentimento così delicato e prezioso che si può tenere tra le mani per evitare di farlo andare via solo senza stringere troppo, per non correre il rischio di spezzarlo. Tobiko

Tobiko rappresenta perfettamente il modo nuovo di raccontare storie nel mondo dei fumetti italiani contemporanei, mischiando suggestioni orientali (il tratto ricorda molto quello dei supercute manga kawaii) alle contrastate forze interiori che caratterizzano le storie di matrice occidentali. Una lettura che mi sento di consigliare a chiunque: non è mai abbastanza profonda l’educazione alla bellezza.