Jon Favreau

Il libro della giungla, di Jon Favreau

Se il solo sentir nominare “Il libro della giungla” vi fa intonare il famoso motivetto lo stretto indispensabile, guardando la pellicola diretta da Jon Favreau avrete di che canticchiare.

Il libro del Premio Nobel per la Letteratura Rudyard Kipling ha visto la sua ennesima trasposizione cinematografica, ancora una volta targata Walt Disney Pictures, in uscita nelle sale il 14 aprile. Si tratta di un film live action, ossia con attori in carne e ossa, benché di attore umano ce ne sia uno solo, Neel Sethi, il Mowgli del libro. Il resto, dagli animali alle piante, è frutto delle più moderne tecnologie cinematografiche, come la motion capture e il rendering fotorealistico.

La trama è la solita. Il piccolo Mowgli, smarritosi nella giungla indiana, viene allevato da un branco di lupi e guidato da una pantera nera. Quando la tigre Shere Khan vuole ucciderlo per vendicarsi delle ferite riportate ad opera del padre del bimbo, al cucciolo d’uomo non rimane che scappare e attraversare la giungla alla ricerca del suo posto nel mondo in compagnia di vari animali.
Quando la trama di un’opera è nota, tutto sta nella resa della stessa e Favreau rende “il libro della giungla” un’esperienza per gli occhi. Gli animali sono realistici come mai prima, benché parlino e agiscano con volontà umana, la foresta esplode di colori e piante e adatta se stessa allo stato d’animo del protagonista, il giovane Sethi è un esordiente che non si fa mettere in secondo piano dagli effetti speciali.

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E non mancano gli omaggi al 19esimo film di animazione Disney, l’ultimo prodotto direttamente da papà Walt. Alcuni spettatori ricorderanno infatti la traversata sul fiume di Mowgli sulla pancia di Baloo o gli occhi ipnotici del pitone Kaa presenti nel cartoon, qui perfettamente ricostruiti in live-action. E se non vengono tralasciate le scene cult, non possono mancare nemmeno due brani celebri come “Lo stretto indispensabile” cantato dall’orso Baloo e “Voglio esser come te” intonato dal gigantopiteco King Louie.
A caratterizzare ancor di più i personaggi in pelliccia, un cast di attori prestati al doppiaggio. Tony Servillo è Bagheera, la pantera nera guida di Mowgli, Neri Marcorè è il simpatico e pigro orso Baloo, Violante Placido la materna lupa Rashka, Giancarlo Magalli il re delle scimmie Louie, Giovanna Mezzogiorno il gigantesco pitone Kaa.

Il viaggio che Mowgli compie alla ricerca del proprio valore e del proprio posto nel mondo è avvincente nonostante si conosca la fine. La giungla, quella fisica fatta da piante e animali e quella psichica costituita dalle esperienze del bimbo, intreccia i suoi rami e le sue radici per incastrare il cucciolo d’uomo tra le sue spire. Alla fine, però, sarà lo stesso Mowgli a salvare il regno degli animali grazie al suo ingegno e diverrà un uomo adulto anzitempo, facendo tesoro delle conoscenze apprese.