Massimo Boldi

Un Natale al Sud, di Federico Marsicano

Un Natale al sud di Federico Marsicano è un film sbagliato. Dai cinepanettoni nessuno si  si aspetta una trama elaborata, ma almeno un canovaccio che faccia da collante al tutto, quello sì. Questo film invece è privo anche di quello ed è più accostabile ad un barzelletta movie che ad un cinepanettone. Ma si può parlare poi di un cinepanettone, quando il film è tutto ambientato in estate, ed il Natale è presente solo all’inizio ed alla fine del film, in due scene completamente slegate dal resto? Perché la trama in realtà è tutta ambientata in un villaggio turistico del sud Italia in cui si svolge una vacanza per single iscritti ad una app per cuori solitari “ Cupido 2.0”.

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Con un ritardo incredibile si  cerca di mettere in scena gli amori a distanza creati sulle chat, pensando di riuscire a raccontare la realtà che ci circonda. Cade, così, uno dei primi aspetti positivi  che ha sempre caratterizzato, negli anni, il cinepanettone: l’essere uno specchio cattivo della nostra società, nei suoi aspetti più mostruosi.

Invece qui, ad eccezione del personaggio di Conticini, nulla del mondo in cui viviamo, viene raccontato.  E se un cinepanettone perde la sua capacità di mettere in evidenza i nostri difetti, al punto che neanche noi riusciamo a riconoscerci in ciò che vediamo e a ridere di noi, inevitabilmente cade anche il secondo aspetto più importante del genere: il far ridere. Tutto il film si muove infatti per scene improbabili e gag impossibili, che non fanno altro che contraddirsi, e neanche la comicità più bassa, quella fatta di gas intestinali, puzza di piedi e  alitosi, stavolta sembra funzionare.

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Anche i tre comici principali, Boldi, De Sica e Izzo, che grazie all’esperienza e alla bravura che li contraddistingue, sono sempre riusciti a strappare una risata, sono completamente fuori parte, a causa una sceneggiatura poco ispirata e ad una regia che non è riuscita a padroneggiare perfettamente il genere. Per Boldi, forse, è arrivato il momento di seguire quel percorso evolutivo già intrapreso da De Sica, abbandonando un prodotto che ormai ha fatto il suo tempo e puntare a film con una costruzione drammaturgica più elaborata, visto che l’attore con il testo giusto ha la capacità di fare fare molto di più.