The black museum

The black museum – Springald, di Kazuhiro Fujita

La Londra vittoriana di notte era immersa nel buio e, senza lampioni a rischiarare le strade, andare in giro dopo una certa ora era molto pericoloso, specialmente per le donne, a cui era persino proibito di uscire di casa. Le periferie erano infestate da banditi a cavallo, mentre nei vicoli si aggiravano ubriachi e malviventi, che scatenavano risse, rubavano e uccidevano per denaro. Nell’ombra di queste strade, tra le nubi di polvere sollevati dalle carrozze, sono nate numerose leggende metropolitane. Una di queste è quella di Jumping Jack, anche chiamato Spring Heeled Jack, ovvero Jack dai tacchi a molla, un oscuro personaggio la cui identità è tutt’ora avvolta nel mistero.

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Jumping Jack ha fatto la sua prima comparsa nel 1837, nell’area di Blackheath, nei sobborghi di Londra, e la sua prima vittima è stata la diciassettenne Polly Adams, cameriera presso la locanda Greenman Inn, che quella notte si affrettava lungo una stradina deserta per incontrare il figlio del padrone. Mentre la ragazza camminava la sagoma di un uomo è saltata fuori dal buio, l’ha afferrata e le ridotto i vestiti a brandelli. Polly si è messa a urlare e ha messo il mostro in fuga, ma prima l’ha visto vomitare fiamme blu dalla bocca e scoppiare in una grottesca risata. Poi, facendo fluttuare il mantello, il mostro è tornato nell’oscurità da cui era venuto. Dopo l’accaduto la leggenda di Jumping Jack è passata di bocca in bocca facendo assumere al mostro forme sempre più spaventose.

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Tuttavia, nonostante le instancabili ricerche di Scotland Yard, Jumping Jack non è mai stato catturato dalla polizia, che ancora oggi conserva i preziosi reperti del caso nel Black Museum di Londra, un museo segreto dove vengono raccolti e conservati gli indizi dei casi investigativi più celebri affrontati da Scotland Yard. Il museo non è aperto al pubblico e possono accedervi solo polizia e funzionari giudiziari, ma è proprio qui che ha inizio la storia di The black museum – Springald narrata da Kazuhiro Fujita, con l’ispettore Rockenfield che si reca al museo per cercare prove sull’inafferabile Jumping Jack. Ad attenderlo  c’è la giovane custode che, affascinata dalla storia di Jack, chiede a Rockenfield di raccontarle tutta la vicenda tornando indietro nel tempo a quando Jumping Jack seminava terrore tra le strade di Londra.

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Dopo la presentazione in anteprima nazionale a Lucca Comics & Games 2016, ecco che arriva in Italia un altro titolo del maestro Kazuhiro Fujita, uno dei più famosi mangaka di tutti i tempi, autore dei famosi Ushio e Tora e Karakuri Circus. Ma se queste opere sono nate dalla sua brillante immaginazione, per The Black Museum – Springald, edito da Star Comics,  Fujita ha fatto un’operazione diversa, ispirandosi a Mystery Tales of London dello scrittore giapponese Katsuo Jinka, grande conoscitore della londra vittoriana e dei serial killer dell’epoca.

La figura di Jumping Jack è caratterizzata da Fujita con un tratto spesso e graffiante, ma incredibilmente flessibile, per assecondare i movimenti convulsi del personaggio senza far perdere dinamicità all’azione. Inoltre l’ambientazione oscura e molto dettagliata che gli fa da contorno è in grado di trasmettere alla perfezione la costante sensazione di angoscia dei personaggi mano a mano che si avvicinano al loro spauracchio. La paura è onnipresente, si annida dietro ogni angolo per poi balzare fuori all’improvviso, e la perfetta congiunzione di scrittura e disegno rende la tensione in modo magistrale. Nulla è lasciato al caso in questo volume, ogni tratteggio è studiato, calibrato, realizzato per essere di appoggio alla storia, ma allo stesso tempo protagonista. Jumping Jack balza fuori dalle pagine, e saltella da una tavola all’altra alla ricerca della sua prossima vittima, ma è proprio sulla caccia incessante a questo oscuro personaggio che Fujita basa tutto il suo lavoro, riuscendo a trascinare tra le sue pagine inchiostrate chiunque legga questa storia. Jumping Jack ha un fascino magnetico ed è impossibile non cadere nella sua trappola!

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