doppio spettacolo

Zombie massacre saga, di Luca Boni e Marco Ristori in DVD

Uno Z-Movie, anzi due. “Zeta” per “zombie”? Se proprio dovete, sì. Ma più che altro con la lettera Z si classifica l’ultimo stadio del cinema, i peggiori film della storia, che però hanno ottenuto quantomeno di essere visti per qualche motivo. I registi di Zombie Massacre e Zombie Massacre 2: Reich of the dead, i due lungometraggi che compongono la saga riunita da Koch Media Entertainment nel cofanetto limited edition della collana Midnight Factory, ne sono consapevoli e ne danno piena prova nella loro esilarante intervista che si trova tra gli extra del secondo film.

«Aspettiamoci il peggio!».

Con l’occasione, appare necessaria una piccola escursione nei meandri della classificazione cinematografica. Per B-movie, o film di serie B, si indica solitamente un film a basso costo o di dubbia qualità, di qualunque genere o sottogenere. Nella recensione del cofanetto Amer/Lacrime di sangue abbiamo accennato all’espediente del doppio spettacolo e questa pratica è legata proprio a questo livello di qualità dei film, nato negli anni trenta negli Stati Uniti per contrastare il calo di spettatori nelle sale. Pagando un solo biglietto si poteva vedere un film in più ma questo portava ad una certa celerità nella realizzazione e ad una durata inferiore ai settanta minuti. Soprattutto western e noir inizialmente, poi anche fantascienza e orrore, girati in pochi giorni e sfruttando scenografie e costumi di altri film ben più costosi. Roger Corman ne è stato un maestro e i suoi tantissimi film un campione rappresentativo di tutti i generi, tanto da scrivere un interessante libro sull’argomento Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro.

Curioso che ancora non si sia riusciti a scoprire l’origine del nome, o meglio, della “B”. Secondo alcuni viene da “Bottom of the Bill” perché il loro titolo era scritto in fondo al manifesto del film che accompagnavano al doppio spettacolo; secondo altri invece viene da “Bread and Butter” cioè film girati per guadagnare il pane, per vivere, che equivarrebbe al romanesco “tanto pe’ campà”. Il termine è poi assurto a classificare le pellicole girate in fretta, senza particolari pretese. Questo però non vuol dire sempre e solo scarsa qualità. Lo stesso Corman ha realizzato in questo contesto il tanto acclamato ciclo di film tratti dai racconti Edgar Allan Poe, diventati dei classici ormai cult-movie.

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Con il termine Z-movie, invece, s’intende il cosiddetto cinema trash, il “cinema spazzatura”, ovvero quei film realizzati con costi e con qualità inferiore rispetto addirittura ai film di serie B. Da non confondere con i generi exploitation, kitsch e camp.

Lo scrittore Tommaso Labranca ritiene che siano cinque le caratteristiche riscontrabili nel genere trash: l’estrema libertà d’espressione, il “massimalismo”, cioè seguire un modello senza preoccuparsi di imitarlo alla lettera, l’emulazione fallita dei modelli di riferimento, la contaminatio tra i generi, l’indifferenza nei confronti delle incongruenze nella trama.

Il termine Z-movie nasce nella metà degli anni sessanta, quindi, per definire proprio questo tipo di film di infima qualità, senza ombra di dubbio, con standard qualitativi e tecnici inferiori rispetto alla maggior parte dei film di serie B, o di una eventuale serie C, e neanche lontanamente paragonabili al cinema di alto livello. Wikipedia sentenzia che «Nonostante i film di serie B abbiano una trama mediocre e un cast composto da attori prevalentemente sconosciuti o alla loro prima esperienza cinematografica, spesso hanno una illuminazione, un montaggio e una regia fatte in modo adeguato, mentre i film di serie C, pur presentando uno scarso budget, sono generalmente prodotti per l’industria cinematografica commerciale e quindi tendono a rispettare determinate norme di produzione. I film trash, a differenza dei precedenti, spesso non sono prodotti a fini commerciali e spesso sono realizzati con un budget molto limitato. Il primo uso del termine “grade-z movie” (che all’epoca non aveva il significato dispregiativo odierno) si trova nella recensione giornalistica scritta nel gennaio 1965 dal critico Kevin Thomas sul film La tomba di Ligeia (1964), un film dell’American International Pictures diretto da Roger Corman. Il regista Ed Wood è spesso ritenuto il creatore per antonomasia dei film trash, talvolta definito come il “peggior regista nella storia del cinema”. Con la popolarità di mezzi come YouTube, i film a basso costo stanno avendo una rinascita: tra i tanti esempi merita una citazione Melonheads, in origine pubblicato su YouTube, ha ottenuto successo dopo esser stato descritto in un articolo su cracked.com».

IL DVD

ZOMBIE MASSACRE

«Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!».

Un’arma batteriologica, sviluppata dagli Stati Uniti per creare un super soldato, si diffonde nell’aria colpendo una piccola e tranquilla città nell’est europeo. Tutti i cittadini della città vengono infettati da questa arma e si trasformano in zombie.

Il piano per salvaguardare l’umanità è portare una bomba atomica nella centrale nucleare della città e fingere un incidente terribile per eliminare il problema. Nessuno deve sapere la verità e per ottenere questo viene ingaggiato un commando di mercenari. La battaglia sarà accesa e orde di mostri e creature si scaglieranno contro questo gruppo di uomini coraggiosi.

REGIA: Luca Boni, Marco Ristori INTERPRETI: Christian Boeving, Mike Mitchell, Tara Cardinal, Jon Campling, Carl Wharton, Daniel Vivian, Nathalia Henao, Gerry Shanahan, Ivy Corbin, Michael Segal, Uwe Boll, David White TITOLO ORIGINALE: Zombie Massacre (UK DVD title: Apocalypse Z) GENERE: trash, horror DURATA: 87′ ORIGINE: Italia – USA – Germania – Canada, 2013 LINGUE: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio SOTTOTITOLI: Italiano per non udenti EXTRA: Trailer – Teaser – Superfreak – The making of Zombie Massacre– Photogallery – Storyboard comparison – Join the massacre – The making of teaser – Foley sound effects DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

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Saccheggiando flebili ombre di personaggi da I Mercenari, da 1997: fuga da New York o da Aeon flux, ingegnando trovate sceniche grossolane o dialoghi improponibili e lunghissimi anche per una rimpatriata di opossum ubriachi, e interrogandosi su come si possa ancora usare una bomba atomica come rimedio ad un contagio di zombie e pensare di sopravvivere alle conseguenze della devastazione a bordo di un’auto d’epoca decappottabile, il film scorre mentre lo spettatore solitario conta i minuti interminabili che lo separano dalla parola “fine”. Per non parlare dei dialoghi pseudotarantiniani, che echeggiano luoghi comuni, superficialmente giustapposti su una masnada di personaggi, che appaiono da subito come le grossolane caricature dei loro modelli di riferimento. A gettare benzina sul fuoco contribuiscono poi cartelli segnaletici nuovi di zecca, divise militari pulite e inamidate, jeep appena uscite dal concessionario, fucili lucidi, visi curatissimi e mai sudati, anche quelli di chi, in visibile sovrappeso, corre carico di zavorre, uffici segreti spogli ma appena spolverati, bagliori fissi su chi osserva monitor di sorveglianza, uccisioni di zombie al limite del ridicolo, un mostro-boss di fine livello che cita il Toxic Avenger della Throma, un bazooka senza rinculo equipaggiato con missili dallaa stranissima balistica e combattimenti in spazi angusti che rendono inadatte le katane della nippoirlandese, già nettamente fuoriposto. Il consiglio è di vederlo con gli amici, accompagnandolo con birra e stuzzichini, per prenderla in maniera goliardica e divertirsi, come si sono divertiti i realizzatori, Luca Boni e Marco Ristori. Per veri appassionati del genere trash, non per tutti.

ZOMBIE MASSACRE 2

Durante la Seconda Guerra Mondiale, una squadra di coraggiosi militari americani dovrá combattere un’orda di famelici zombie creati dai nazisti utilizzando i prigionieri di guerra incarcerati nei campi di concentramento. Avranno soltanto una notte per salvare le proprie vite e combattere nemici che diventano sempre più forti…

«Giuro che non ho mai sentito parlare tanto in vita mia!».

REGIA: Luca Boni, Marco Ristori INTERPRETI: Andrew Harwood Mills, Dan van Husen, Aaron Stielstra, Ally McClelland, Michael Segal, Lucy Drive, Marco Ristori, Luca Boni TITOLO ORIGINALE: Zombie Massacre 2: Reich of the Dead GENERE: trash, horror DURATA: 80′ ORIGINE: Canada – Italia, 2015 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer – Backstage (44’ circa) – Credits DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Il produttore Uwe Boll ha fortemente voluto il seguito di Zombie Massacre. Probabilmente solo lui. Ma nonostante le molte incongruenze, questo film scorre un po’ meglio del primo, pur rimanendo vedibile solo per veri appassionati del trash.

«La vera domanda è “perché?”».

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Con la selezione della saga Zombie Massacre, Midnight Factory ha voluto legare il suo nome anche al genere trash e non poteva che scegliere il meglio, solo che il meglio del peggio è un peggio all’ennesima potenza e quindi si va veramente a toccare il fondo, anche se l’ultimo Dario Argento ci ha spinto sempre più verso nuovi orizzonti nello scavare verso l’inferno del cinema.

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Zombie Massacre Saga può quindi avvalersi di un’edizione DVD a tiratura limitata, doppio disco, di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Audio multicanale sia in DTS sia in Dolby Digital, altamente consigliato se si vogliono vivere appieno tutte le emozioni ricreate dai registi. Il formato video, uno spettacolare anamorphic widescreen, secondo il rapporto 2.35:1 per il primo film e 2.40:1 per il seguito, esalta ai massimi livelli il trucco, perla da salvare dal trogolo, opera di Carlo Diamantini, uno dei realizzatori degli effetti de Il racconto dei racconti. Tra gli extra c’è da segnalare l’esilarante backstage/intervista dei due registi, che sono davvero autoironici e simpaticissimi, consci di aver creato un piccolo “caso” commerciale partendo da sottozero.

Il film è vietato ai minori di 14 anni, perché le risate, se incontrollate, potrebbero crear danni irreparabili al cervello e dimenticarsi delle preoccupazioni per vivere spensieratamente, con leggerezza la vita di tutti i giorni. Consigliato per una serata con amici a sbudellarsi di risate, sparando commenti esilaranti a raffica in stile Gialappa’s Band. Godetevela goliardicamente! Ma non esagerate con le saghe!

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