festival

Fiuggi Film Festival 2016: Breaking Chains

“Pensa a una sala di un multisala. Buia, così che le persone sedute all’interno non abbiano altra visione che una parete di fronte, grande e illuminata. Si è in tanti, ma da soli. Tutti seduti, tutti portatori di pesanti catene nel cuore”.

Breaking Chains – Verità che liberano è il tema della nuova edizione del Fiuggi Film Festival, che si terrà a Fiuggi dal 24 al 30 luglio e che invita nuove e vecchie generazioni a rompere le catene che ci tengono prigionieri in noi stessi, per guardare agli altri, al mondo che ci circonda con l’animo libero, a partire dalla sala cinematografica in cui tutti sono soli, ma insieme.
Ad animare la manifestazione ci saranno numerose anteprime mondiali e nazionali e una ricca retrospettiva sui lungometraggi più interessanti della stagione passata. I Was There, di Jorge Valdés-Iga, basato sulla storia di un pompiere sopravvissuto al crollo delle Torri Gemelle nel 2001 e sopraffatto dai sensi di colpa per essersi salvato, sarà presentato al festival alla presenza del regista, insieme a Magallanes, regia e musica di Salvador del Solar, vincitore del Premio Goya per il miglior film latino-americano; Keeper, di Guillame SenezThe Memory of Water, di Matias Bizee, premiato come miglior regia al Festival de Cine Iberoamericano de Huelva;  Cloudy Sunday, di Manoussos Manoussakis, anch’esso presente a Fiuggi; Coconut Hero, di Florian Cossen; e The Weather Inside, di Isabelle Stever.

Tra gli ospiti presenti al festival i registi Valdés-Iga (I Was There) e Manoussakis (Cloudy sunday); e ancora Alex Infascelli e Emilio D’Alessandro, rispettivamente regista e protagonista del documentario basato sulla storia di D’Alessandro, autista personale di Stanley Kubrick. Al festival anche Antonia Truppo, David di Donatello 2016 come attrice non protagonista di Lo chiamavano Jeeg Robot, di Gabriele Mainetti.

Nel corso del gala di chiusura verranno assegnati al film più aderente al claim di quest’anno Breaking Chains – Verità che liberano, il Premio della Giuria Giovani composta da ragazzi di età compresa tra i 15 e i 25 anni provenienti da tutta Italia; ilPremio Arca Cinema Giovani; il Premio della Stampa attribuito da una giuria di giornalisti presieduta dal direttore dell’ufficio stampa Paolo Piersanti; e il Premio della prima edizione del concorso 111FFF al miglior cortometraggio realizzato in centoundici ore.

In programma prevede anche una serie di incontri di approfondimento sulla produzione e distribuzione cinematografica con Simone Isola, produttore di Non essere cattivoVincenzo Scuccimarra, sceneggiatore del documentario S is for StaleyAlberto Caviglia, regista di Pecore in ErbaSabina Guzzanti, regista del documentario La trattativa; e Matteo De Laurentiis, produttore Cattleya, e una serie di workshop di approfondimento sul videomaking e sulle serie televisive. Tutti gli eventi della manifestazione sono ad ingresso gratuito.

Per consultare il programma completo e scoprire tutte le novità dell’edizione 2016: www.fiuggifilmfestival.com

Fiumi di sangue al Fantafestival 2016

Brutali assassini, zombi e fantasmi infesteranno la 36′ edizione del Fantafestival, la mostra internazionale del film di fantascienza e del fantastico che come di consueto anima l’estate romana. Quest’anno la kermesse si svolgerà dal 13 al 17 luglio al My Cityplex Savoy, per poi spostarsi nella splendida location de L’Isola del Cinema per la cerimonia di premiazione e tanti altri incontri e proiezioni.

Ad inaugurare il Fantafestival sarà il regista Luigi Cozzi che presenterà in anteprima mondiale Blood on Méliès’ Moon (Italia, 2016), film che vede il suo ritorno alla regia dopo 27 anni. A seguire numerosi titoli del cinema indipendente italiano saranno presentati in questa edizione, con la sezione Panoramica Italia, che quest’anno raccoglie titoli come The Blind King (2016) di Raffaele Picchio (regista del censurato Morituris 2011) e Alienween (2016) di Federico Sfascia, horror dai toni demenziali e con un’effettistica splatter volutamente esagerata.

Tra i film stranieri più attesi German Angst (2015 Germania) di Jörg Buttgereit, Michal Kosakowski e Andreas Marschall, morboso horror a episodi tedesco; Vampyres (2015 Spagna) di Victor Matellano, e per il primo anno in collaborazione con la Roma Lazio Film Commission un Focus speciale sul cinema di genere dell’America Latina, grazie al gemellaggio con il festival Blood Window: tra i film selezionati l’ossessivo rape&revenge Luna de miel di Diego Cohen (2015 Messico).

La sezione competitiva al Savoy si concluderà domenica 17 luglio con l’omaggio a Wes Craven a un anno dalla scomparsa con la proiezione di uno dei suoi più grandi successi: Scream, in occasione dei 20 anni dall’uscita.

Per il programma completo consultare il sito ufficiale: www.fanta-festival.it

 

 

L’uomo nel diluvio, di Simone Amendola e Valerio Malorni

Valerio Malorni porta in scena il dramma dell’emigrazione, per fuggire dal diluvio che sta ingoiando un paese senza speranza, che non riesce a dare il giusto valore alla cultura e nessun buon motivo per restare.

La pioggia incessante di lavori mal pagati, stage a tempo indeterminato e cervelli in sala d’attesa allaga l’Italia e la affoga nelle speranze disilluse. L’alternativa è tra restare e morire o partire e vivere. Come novelli Noè, i giovani italiani devono scegliere in brevissimo tempo cosa salvare della loro terra dal diluvio universale che la sta travolgendo, decidere se costruirsi una barca solida e fuggire il più lontano possibile o rimanere immobili ed essere inghiottiti. Berlino è la meta più ghiotta, economicamente favorevole e accogliente per tutti gli immigrati-disperati che ogni giorno superano il confine in cerca di una vita meno faticosa, in cui è sempre domenica.

Valerio è uno di loro. Attore trentenne, padre di una bambina piccola, stretto nella morsa delle bollette mensili e del mutuo. Quando si siede nella sua vasca da bagno-arca a pensare, si sente come Noè, chiamato da Dio a lasciare la terra in cui è cresciuto, dove ha costruito con fatica affetti e relazioni, per salpare verso una realtà diversa. Berlino è la terra promessa, ma non è stato Dio a suggerirlo. Punto d’incontro privilegiato tra le culture, in cui la Turchia e l’Italia si contendono il monopolio della ristorazione, Berlino è la meta privilegiata dei giovani emigranti, che riescono a sbarcare il lunario mentre imparano a fatica la lingua e stringono amicizie preziose, per sentirsi meno soli.

Luomo-nel-diluvio-shakemovies
Valerio a Berlino incontra inaspettatamente il teatro, la possibilità di portare in scena il dramma dell’emigrazione nella terra che lo sta ospitando, davanti a un pubblico che, se non comprende la sua lingua, riesce a leggere la gestualità del suo corpo, il costume che nell’immaginario collettivo ricorda l’italiano medio e la musica degli emigrati del dopoguerra. E a quel punto, tra gli applausi dei tedeschi, il cielo si schiara. Il diluvio è finito e la vita ricomincia.

Noè oggi siamo tutti noi e Simone Amendola e Valerio Malorni portano in scena i turbamenti della fuga dal mondo conosciuto su una scenografia scarna in cui una vasca-arca rappresenta il centro del mondo e il luogo della riflessione, dove pianificare la fuga. L’uomo è solo nel bel mezzo di un diluvio politico e culturale e i libri sono tutto ciò che vale la pena salvare. La parola e la cultura sono i remi a cui appigliarsi per non affogare.  Attraverso un collage di racconti, video, letture e musica, L’uomo nel diluvio scava a fondo nello stato d’animo di chi parte senza sapere quando farà ritorno, l’angoscia della distanza dai propri cari e la paura profonda di tornare sconfitti da un avventura in solitaria con il rischio di deludere chi è rimasto ad attendere. Il teatro diventa la voce intima della collettività, l’eco della disperazione e dello sdegno di chi non ha più un buon motivo per restare e si abbandona ai flutti di un destino ignoto in una terra lontana, portando con sé solo la sua arte, con la speranza di farla rivivere là dove qualcuno la saprà apprezzare.