Kevin Smith

Holidays, in DVD

Il produttore John Hegeman [cambiato molto dai tempi del flop Al calar delle tenebre] era da tempo interessato a realizzare un film collettivo come Holidays, ma i tempi non erano mai stati maturi. L’occasione è arrivata con la recente moda delle antologie horror che, con ABCs of Death e V/H/S, per dirne un paio, hanno riportato al successo il modello dei racconti cinematografici brevi uniti in un unico prodotto commerciale, inaugurato da alcuni classici come Le cinque chiavi del terrore o Il giardino delle torture, e passato attraverso le versioni fumettistico-letterarie di Creepshow o I Racconti della cripta o attraverso trasposizioni come I racconti del terrore di Edgar Allan Poe, successo del maestro Roger Corman. «Girare piccoli film che durano cinque o dieci minuti – sostiene Hegeman – rappresenta una grande opportunità per i registi emergenti, sono spazi che si aprono per tutti» [cfr. booklet interno].

Per antologia, dal greco ἄνϑος (“antos”), cioè “fiore”, e λέγω (“lego”), ossia “raccolgo”, s’intende una raccolta di testi scelti, tratti da opere più ampie, il fior fiore da leggere, in latino florilegio. Nel caso di Holidays, l’espressione non poteva essere più azzeccata: gli 8 registi hanno realizzato altrettanti cortometraggi di pregevole fattura, quasi fossero in gara per compiacere una giuria di qualità, altissima qualità, sia dal punto di vista tecnico sia da quello formale, dei veri e propri esercizi di stile ed eleganza, piccoli capolavori che tengono lo spettatore incollato alla poltrona, salvo che nei momenti in cui salta di paura!

Rispetto all’antologia Tales of Halloween, dove è palese la predilezione per il ludico, per il divertissement, per la catarsi e il ribaltamento carnascialesco, Holidays assume l’aspetto di una polifonia di strumenti diversi armonizzati da una ricerca del sublime, senza dimenticare l’aspetto della sperimentazione che è una delle caratteristiche più evidenti.

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8 registi firmano altrettanti segmenti, chiusi ognuno da una elegante greeting card animata a tema che si chiude mostrando i nomi dei registi e degli sceneggiatori e da un altrettanto raffinato commento musicale affidato agli archi, tanto cari allo stile di Alfred Hitchcock. Ogni elemento è curato per stuzzicare anche i palati più fini.

Valentine’s Day [di Kevin Kolsch e Dennis Widmyer, scritto da Dennis Widmyer]

Un’adolescente, Maxi, viene umiliata durante gli allenamenti di tuffi dalle compagne ma non dal coach che, mosso a compassione, le recapita una innocente “valentina” non potendo immaginarne le macabre conseguenze.

St. Patrick’s Day [scritto e diretto da Gary Shore]

Una maestra di scuola desidera fortemente essere madre, ma come si comporterà se il figlio che improvvisamente ha in grembo è un discendente diretto dei rettili che S. Patrizio aveva cacciato dalle terre d’Irlanda?

Easter [scritto e diretto da Nicholas McCarthy]

Una bambina, alla vigilia della Pasqua, sembra confusa da alcune analogie che ha riscontrato tra il racconto tramandato dai cristiani e le tradizioni più commerciali e pagane. Durante la notte andrà a farle visita un coniglietto pasquale a dir poco particolare.

Mother’s Day [di Ellen Reid e Sarah Adina Smith, scritto da Sarah Adina Smith]

Una giovane donna non vuole avere figli ma, per quanti metodi contraccettivi impieghi, anche contemporaneamente, nulla ha effetto. All’ennesima gravidanza indesiderata e interrotta forzatamente, una comunità religiosa tutta al femminile, che prega nel deserto per la propria fertilità, si offre di aiutarla.

Father’s Day [scritto e diretto da Anthony Scott Burns]

Una ragazza riceve uno strano pacco da parte del padre, da tempo ritenuto morto. Nel pacco un mangianastri vintage e una musicassetta. Il padre vi ha registrato, quando era piccola, il loro ultimo incontro e, contemporaneamente, le indicazioni passo dopo passo per ricongiungersi con lui.

Halloween [scritto e diretto da Kevin Smith]

Una datore di lavoro vessante sfrutta tre ragazze per guadagnare facilmente soldi con il sesso online ma il potere sprigionato da una riunione di tre donne non equivale a quello di una congrega di streghe? Fin dalla prima inquadratura si riconosce lo stile unico di Kevin Smith. La conferma arriva dai discorsi senza peli sulla lingua e dall’inconfondibile modus operandi che porta ad un ribaltamento di ruoli beffardo, tipico dell’originario spirito carnevalesco che è alla base della festa di Halloween.

Christmas [scritto e diretto da Scott Stewart]

Un padre si riduce all’ultimo secondo per comprare il regalo del momento al figlio: il visore UVU che permette di guardarsi dentro e visualizzare i propri desideri e sogni, ma anche segreti, ansie e paure. Quindi che succede se hai fatto delle orribili azioni, se hai dei segreti inconfessabili? Il segmento parte come una tradizionale commedia natalizia, e subito viene in mente Una promessa è una promessa con Schwartzenegger, ma il registro cambia in un batter d’occhio fino ad un twist insospettabile.

New Year’s Eve [di Adam Egypt Mortimer, scritto da Kevin Kolsch e Dennis Widmyer]

Un uomo uccide la sua partner e perciò rimane solo per Capodanno. Un sito per cuori solitari gli segnala una ragazza con cui ha un’affinità di coppia del 98%, ma trovare l’anima gemella non è sempre un bene, specialmente per un «nervoso mostro».

IL DVD

REGIA: Kevin Kolsch, Dennis Widmyer, Gary Shore, Ellen Reid, Sarah Adina Smith, Nicholas McCarthy, Anthony Scott Burns, Kevin Smith, Scott Stewart, Adam Egypt Mortimer INTERPRETI: Lorenza Izzo, Seth Green, Harley Quinn Smith, Ruth Bradley, Mark Steger, Jocelin Donahue TITOLO ORIGINALE: Holidays GENERE: horror anthology DURATA: 105′ ORIGINE: USA, 2016 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Holidays gode meritatamente di un’edizione DVD di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, mentre il formato video è widescreen (1.85:1). Tra gli extra purtroppo solo il trailer.

Le ricerche di Hegeman sulle festività avevano portato alla luce dei riflettori più di trenta ricorrenze che potevano candidarsi a diventare l’ambientazione di uno dei segmenti dell’antologia. Le selezioni successive hanno ridotto il numero delle realizzabili ad otto, ma non è assurdo pensare che le festività non scelte possano in futuro essere oggetto di una nuova opera collettiva di lusso, come Holidays.

Il film è ovviamente vietato ai minori di 14 anni ed è disponibile anche in versione Blu Ray.

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Festival di Roma 2014 – Tusk, di Kevin Smith

Samuel Taylor Coleridge racconta la storia di un vecchio marinaio che durante una spedizione in mare rimane vittima di una tempesta insieme al suo equipaggio e, preso da un impeto di disperazione, uccide con un colpo di balestra un albatros che si è appollaiato sull’albero maestro. L’uccisione dell’innocente copre il cielo di nuvole scure e trasforma le acque che circondano la nave nella bocca dell’inferno che risucchia tutti i marinai in un abisso di morte, eccetto colui che ha ucciso l’albatros. La condanna per il marinaio che ha compiuto il misfatto è quella di sopravvivere e vagare per il mondo raccontando incessantemente la sua triste storia per espiare la sua colpa.
Come il marinaio di Coleridge, anche l’inquietante Howard Howe aveva trascorso molti anni per mare e qui aveva fatto l’incontro più incredibile della sua vita: un tricheco che gli aveva salvato la vita dopo che una tempesta aveva distrutto la sua nave e lo aveva scaraventato alla deriva. Il tricheco lo aveva stretto tra le sue carni calde e protetto dal freddo dell’Antartide, e gli era stato fedele più di qualsiasi essere umano, fino a sacrificare la vita per lui. Howard lo amava profondamente, al punto da dargli un nome umano: Mr Tusk. Ma era anche un giovane impetuoso e non riusciva a trattenere la fame, così non aveva esitato a sventrare il tricheco innocente e a cibarsi di lui in attesa di essere portato in salvo.

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Il tradimento di questa amicizia e il ricordo di questo atto sanguinoso ai danni di chi lo aveva salvato ha continuato a tormentare Howard per il resto della sua vita. La sua missione è trovare un ascoltatore delle sue storie, un compagno di viaggio immaginario che possa vivere costantemente al suo fianco e vestire, non metaforicamente, i panni del tricheco Tusk, meticolosamente ricostruito con zanne di osso e brandelli di pelle umana. La storia del folle Howard attira l’attenzione dei media e molti curiosi accorrono alla sua dimora dispersa nei boschi del Québec, ingenuamente inconsapevoli che non si tratta di una leggenda metropolitana che colora le pagine dei giornali, ma di una trappola sofisticata, al limite della comprensione umana. Wallace Bryton, uno dei podcaster più irriverenti del momento, è uno dei tanti sprovveduti che si avventurano sulle tracce del misterioso Howard Howe per portare a casa il servizio più assurdo mai realizzato. Armato di spavalderia, irrompe nella mansion e rimane immediatamente incastrato in una trappola verbale di citazioni colte annodate a storie affascinanti, che lo lega al tavolo e lo lascia completamente in balia del vecchio marinaio.

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La follia irrompe in ogni scena, sotto forma di immagini disturbanti che giocano con tutti sensi, passando dal disgusto al godimento sadico, dall’esplosione di riso alla compassione. Kevin Smith non smette mai di giocare con le sue creature e trae un profondo divertimento dalla creazione di un universo paradossale, assurdo, in cui l’umorismo nero bilancia costantemente l’orrore, in un miscuglio perturbante di percezioni, che parodizza consapevolmente il cinema horror e lo porta su un livello di follia raramente raggiunto fino ad ora, in cui il demenziale non attenua l’inquietudine ma la accentua, e colpisce lo spettatore nel profondo delle viscere, lasciandogli addosso il senso di colpa per aver assistito goliardicamente alla creazione di un mostro.