Il team di giornalisti investigativi del Boston Globe, soprannominato Spotlight, nel 2002 ha sconvolto la città con le sue rivelazioni sugli abusi sessuali commessi su minori da oltre settanta sacerdoti locali, i cui nomi erano stati accuratamente nascosti tra le pieghe dei registri privati dalla Chiesa Cattolica. L’inchiesta è esplosa come una bomba nel cuore pulsante della Chiesa americana e si è propagata in tutti gli Stati Uniti fino a portare alla luce i nomi di oltre seimila sacerdoti. Uno scandalo senza precedenti che ha colpito la Chiesa dritto al cuore.
A distanza di oltre dieci anni dall’inchiesta molti altri casi di abusi sono venuti alla luce in tutto il mondo, ma il lavoro svolto dal team Spotlight è rimasto un caso unico nel suo genere, perché per la prima volta questa incredibile squadra di giornalisti ha dimostrato che che anche un’istituzione secolare, all’apparenza intoccabile, può sanguinare.
Tom McCarthy ha trasformato la loro impresa in un film, che ricostruisce meticolosamente le indagini dei cronisti del Boston Globe dal momento in cui il neodirettore Marty Baron (Liev Schreiber) nel 2001 da il via all’inchiesta incaricando il team Spotlight, capitanato da Walter Robinson (Michael Keaton), di indagare sulla notizia di cronaca di un prete locale accusato di aver abusato sessualmente di decine di giovani parrocchiani. Dalla strenua ricerca dei testimoni ad opera della giornalista Sacha Pfeiffer (Rachel McAdams) fino alla caccia agli atti secretati da parte di Michael Rezendes, McCarthy affronta la storia come un giornalista coscienzioso, che su attiene esclusivamente alle fonti, e modella i personaggi sulle personalità che realmente hanno preso parte all’impresa. Primo tra tutti Michael Keaton, che nel 1994 già aveva interpretato la parte di un giornalista in Cronisti d’assalto di Ron Howard, e che qui presta il suo volto a “Robby”, riprendendone l’aspetto e le movenze in ogni dettaglio, dopo un lungo lavoro di affiancamento del giornalista.
Quello che colpisce nello svolgimento delle indagini da parte di Walter Robinson e della sua squadra è la delicatezza con cui viene trattato il caso, i testimoni e tutti i personaggi coinvolti. McCarthy non indugia mai sulle testimonianze raccapriccianti delle vittime, e non tenta in alcun modo di screditare la Chiesa, al contrario accusa i colpevoli di questi abusi di indebolire la fede dei credenti con i loro atti osceni. Sono solo i fatti a parlare, e le voci tremolanti dei testimoni, e sono proprio questi ad essere messi in primo piano con un’estetica minimalista, che so concentra sulla parola più che sull’immagine, e che ha come unico obiettivo quello di far conoscere al mondo il lavoro di questi giornalisti e la sua importanza nella sopravvivenza della democrazia.