Paddington, di Paul King

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La vigilia di Natale del 1958 i grandi magazzini vicino alla stazione londinese di Paddington stanno per spegnere le luci, mentre lo sciame degli acquirenti dell’ultimo minuto si riversa sugli scaffali per accaparrarsi gli ultimi pezzi dei giocattoli più richiesti del momento. Lo scrittore Michael Bond, allontanatosi dalla folla in delirio, si accorge di un orsetto con il cappello rosso abbandonato su uno scaffale e, intenerito da questo piccolo peluche, destinato a passare il Natale da solo, decide di portarlo a casa con sé. Da questo tenero incontro è nata una fortunata serie di racconti, tradotti in tutte le lingue del mondo, e una serie animata che negli anni Settanta è diventata un vero e proprio cult. L’orsetto Paddington non solo non è mai più stato solo, ma è diventato famoso in tutto il mondo per le sue incredibili avventure londinesi al fianco dei suoi amici.
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Affascinato dagli incredibili racconti dell’esploratore Montgomery sulla vita a Londra, e rincuorato dalla gentilezza profetizzata dei suoi abitanti, Paddington si mette in viaggio dal misterioso Perù con una fetta di pane e marmellata sotto il cappello e un biglietto attaccato al collo che implora i passanti di buon cuore di prendersi cura di lui. Ma alla stazione di Londra nessuno si accorge di lui. I viaggiatori distratti gli sfrecciano accanto senza accorgersi della sua presenza, nonostante i tentativi teneramente goffi di attirare l’attenzione parlando del tempo, e così, scoraggiato, si siede sulla sua piccola valigia sotto il cartello “oggetti smarriti” e aspetta. Ma proprio quando tutto sembra perduto, una famiglia alquanto bizzarra, i Brown, nota l’orsetto smarrito e decide di portarlo a casa per la notte per rifocillarlo e offrirgli un riparo dalla pioggia battente. Paddington è inesperto di questo mondo bizzarro e, nonostante i racconti dell’esploratore, si sente completamente disorientato, e inizia sin da subito a combinare guai nella graziosa casetta dei Brown. L’equilibrio della famigliola londinese è profondamente sconvolto dalla presenza dell’orsetto, ma poco a poco quella che sembra una catastrofe si trasforma un un dono prezioso, e Paddington grazie alla sua vivacità, riporta i colori e la spontaneità nella vita scialba e perfettamente organizzata dei Brown.

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In una Londra alternativa, che guarda la realtà attraverso una lente cromatica più calda e si colora di una serie infinita di elementi fantastici, l’orsetto parlante si fonde alla perfezione  con gli altri personaggi e li trasporta immediatamente in un universo infantile, in cui tutto desta stupore per la sua bellezza, anche la stessa casa dei Brown, che tra le mani di Paddington si schiude magicamente come una casa di bambole e si colora di alberi in fiore. La fotografia raffinata di Paul King racconta attraverso le sfumature cromatiche i cambiamenti interiori dei personaggi e la loro influenza sugli ambienti, che si riscaldano improvvisamente e si popolano di creature bizzarre alla sola presenza di Paddington. Come una moderna Mary Poppins, l’orsetto vola attaccato al suo ombrello sui tetti di Londra con l’unica missione di riportare la vita in una famiglia che da tempo aveva smesso di lasciarsi travolgere dalle sorprese inaspettate, facendo brillare tutto ciò che tocca senza l’aiuto di poteri magici, ma con la sola forza del suo sorriso.

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