Natale è vicino e la famiglia Fleming sta volando in California per far visita alla figlia, impegnata con gli ulrimi esami alla Stanford University. Ma all’arrivo li attende il peggiore dei loro incubi. La dolce figlioletta Stephanie in realtà non frequenta più il campus da tempo, perché si è trasferita dal suo nuovo fidanzato, il milionario Laird Mayhew (James Franco). Laird deve la sua fortuna ai videogiochi, e nel cuore della Silicon Valley ha costruito la casa più incredibile che si possa immaginare, un impero high-tech e un gigantesco parco giochi allo stesso tempo. Qui vive insieme ai suoi innumerevoli dipendenti in uno spazio infarcito di opere d’arte sui generis e gingilli tecnologici di ogni tipo, ma l’aspetto più inquietante di Laird non è tanto che sia uno stravagante yuppie, che non usa carta igienica e mangia orso per cena, ma la sua completa mancanza di filtri inibitori.
Laird fa e dice tutto ciò che gli passa per la testa, un fiume in piena di parolacce ed enormi dimostrazioni d’affetto, che lasciano senza parole i genitori della fidanzata, morigerati, conservatori e strettamente legati alla tradizione. Dal loro punto di vista Laird è l’anticristo, il demone della modernità che ha sostituito la carta con il computer e sta spazzando inesorabilmente la loro azienda tipografica. Ma sorprendentemente la loro unica figlia è innamorata pazza di Laird e, nonostante le apparenze, anche lui ha intenzione di fare sul serio, al punto che vuole chiedere alla ragazza di sposarlo, ma non prima di aver ottenuto la benedizione di suo padre. Un’impresa al limite dell’impossibile, che trasforma le vacanze di Natale in una battaglia senza esclusione di colpi per conquistare il cuore di Stephanie e dei suoi adorabili genitori.
Il contrasto generazionale tra i giovani rampanti e gli anziani genitori tradizionalisti non è certo una novità al cinema, così come non lo è lo scontro tra modi di vivere inconciliabili alla vigilia di un matrimonio che in teoria dovrebbe annullare le distanze. E non è un caso che le prime commedie americane che vengono in mente su questo argomento siano proprio Ti presento i miei, Mi presenti i tuoi?, e Vi presento i nostri, tutte scritte dal talentuoso John Hamburg, che a quanto pare si è specializzato nel genere delle riunioni di famiglia complicate. Ma se nei film precedenti si limitava alla sceneggiatura, questa volta Hamburg passa anche alla regia delle sue opere, mettendo coraggiosamente in scena i siparietti più surreali che la sua mente è stata in grado di partorire. Ogni scena in Proprio lui? è sopra le righe, assurda e demenziale, ma per i cultori del genere questo film non tradisce le aspettative e, come le pellicole che lo hanno preceduto, è in grado di dare agli spettatori esattamente ciò che cercano: risate a crepapelle e il trionfo indiscusso dell’amore.