Festa del Cinema di Roma 2015 – Incontro con Ellen Page

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Attrice candidata all’oscar e grande sostenitrice della comunità GLBT americana, Ellen Page è volata a Roma insieme al regista Peter Sollett per presentare Freeheld,  il film manifesto della lotta per l’uguaglianza dei diritti delle coppie di fatto, basato sull’omonimo cortometraggio di Cynthia Wade.

Come si è preparata per questo ruolo?
Ellen Page: Per quanto mi riguarda, l’aspetto più interessante di questo lavoro è stato passare del tempo con la vera Stacie Andree, per comprendere a pieno la sua storia, dai tempi dell’innamoramento con la poliziotta Laurel Hester alla battaglia legale delle due donne per essere riconosciute come coppia.

In Italia c’è un dibattito molto vivo su questo argomento. Pensa che il film possa risvegliare le coscienze?
Ellen Page: Sì, di sicuro la speranza è quella e la storia americana più recente ne è la prova, anche se ci sono ancora 31 stati in cui gli omosessuali rischiano il licenziamento e persino di perdere la casa. Il cambiamento può avvenire e deve passare attraverso il riconoscimento della parità dei diritti. Per questo motivo spero che un numero crescente di persone si sensibilizzi a questo argomento, perché solo così si può cambiare davvero.

Nei personaggi che interpreta molto spesso si parte da storie personali per parlare di temi universali. Quanto di tutto questo fa parte della sua personalità?
Ellen Page: La scelta dei ruoli non è cambiata molto in questi anni e così il mio desiderio di farne parte. Quando vedo una storia vera ed emozionante la scelgo all’istante, ma la questione dell’uguaglianza dei diritti poi mi tocca più di qualunque altra cosa.

A Hollywood quanto è difficile fare coming out?
Ellen Page: Prima di dichiarare la mia omosessualità non mi sentivo libera di essere me stessa e per questo ero triste, chiusa, e sicuramente meno ispirata, mentre ora sono molto più felice. Quello che mi auguro è che ci siano sempre più persone pronte a superare questa paura e di essere io stessa di ispirazione per le generazioni più giovani che si sentono prigioniere della loro identità. D’altro canto le persone come Laurel e Stacie, con la loro libertà e determinazione, ispirerebbero chiunque e sono un esempio formidabile per chi fa parte della comunità LGBT.

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Come è stato lavorare con Julianne Moore?
Ellen Page: Naturalmente lavorare con Jullianne è stato speciale. Lei è una persona molto generosa e presente e io mi sento molto fortunata ad averla conosciuta. Lei crede molto dall’uguaglianza e come me anche lei si è sentita profondamente toccata dalla storia di Laurel e Stacie.

In italia c’è una parte della comunità LGBT che partecipa ai pride e una contraria a questo esibizionismo, lei come si pone a riguardo?
Ellen Page: In qualsiasi movimento ci sono opinioni tattiche e metodologie diverse. Il gay pride è molto importante per le persone che non hanno la possibilità di esprimersi e rappresenta un’opportunità unica per manifestare liberamente la propria sessualità. A me piace moltissimo, ma è giusto che siano modi diversi di praticare l’attivismo.

Nei film parli di sogni. Ma qual è il tuo sogno?
Ellen Page: I miei sogni sono molto simili a quelli di Stacie, dopotutto sono una romantica e ciò che vorrei è semplicemente vivere la mia vita con qualcuno a fianco, e viaggiare incessantemente.

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