DVD

The Girl from the Song, di Ibai Abad in DVD

Nel 2007 il critico cinematografico Nathan Rabin dopo aver visto Elizabethtown ha coniato il termine “Manic Pixie Dream Girl”, che descrive quel tipo di ragazza singolare ed eccentrica, con interessi fuori dal comune e una voglia di vivere esplosiva, che travolge letteralmente la vita di chi la incontra e la cambia per sempre. Come una fata appare all’improvviso, nel momento in cui il protagonista è in piena crisi esistenziale, e con la sua personalità magnetica cattura la sua attenzione e lo accompagna per mano in un mondo fino ad allora sconosciuto, ma nel momento in cui la sua missione è compiuta, lei scompare. La sua funzione infatti è unicamente quella di scuotere l’esistenza di chi incrocia il suo cammino per condurlo a una svolta, e in questo senso il lieto fine non è mai scontato, perchè al suo fianco ogni passo è una sorpresa.

Jo è la quintessenza della Manic Pixie Dream Girl, la fatina che piomba all’improvviso nella vita di Eric e la sconvolge. La ragazza lo spinge a marinare le lezioni e a seguire la sua vocazione di musicista, diventando lei stessa la fonte della sua ispirazione. Jo è poesia allo stato puro, musica, vita ed Eric ne resta totalmente rapito. Poi un giorno, come da copione, Jo scompare. Eric scopre però che si trova al Burning Man Festival, nel bel mezzo del deserto del Nevada, con il suo ex Alex e la sua amica Penelope. Temendo di averla persa per sempre, Eric parte per il Burning Man con con la chitarra in spalla, deciso a farle ascoltare la canzone che ha scritto per lei come ultimo tentativo di riconquistarla, ma il viaggio si rivela un’avventura al di là di ogni immaginazione e un’esperienza che cambia completamente la sua vita.

Eric è un personaggio in continua mutazione. Non è più lo stesso dopo aver conosciuto Jo, e cambia ancora dopo il suo viaggio in Nevada. Il suo mondo va in pezzi e si ricostruisce ad ogni svolta, e tutto il film non gira attorno ad altro che al suo percorso di formazione. Ibai Abad non si assume dei rischi, e segue i binari sicuri del Bildungsroman, interpretato però in chiave sentimentale. Nulla di nuovo insomma, ma il tutto è orchestrato con una delicatezza inaspettata, che riesce a far emergere gli aspetti più drammatici della maturazione, attraverso i piccoli lutti emotivi che costellano la giovinezza.

IL DVD

REGIA: Ibai Abad INTERPRETI: Lewis Rainer, Joséphine Berry, Charlotte Atkinson, Charlie MacGechan, Rory Nolan TITOLO ORIGINALE: The Girl From the Song GENERE: Drammatico DURATA: 98′ ORIGINE: Spagna, 2017 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Scene tagliate, Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media

L’edizione in DVD di The Girl from the Song firmata Koch Media non delude le aspettative e valorizza con un impianto sonoro e visivo di altissima qualità i punti forti del film, dalla variegata colonna sonora alle scenografie che spaziano dall’algida tavolozza dell’abientazione londinese al torrido deserto del Nevada. La sezione dedicata agli extra arricchisce il dvd con una ricca selezione di scene tagliate, che svela nuovi tasselli del magico viaggio di Eric alla scoperta dell’amore e del mondo .

Viy – La maschera del demonio, di Oleg Stepchenko in DVD

Il plot di Viy – La maschera del demonio nasce infatti nel 2006. I produttori, fra cui spicca una vecchia conoscenza della Midnight Factory [l’Uwe Boll che ha finanziato la saga Zombie Massacre] e il regista Oleg Stepchenko volevano celebrare il bicentenario della nascita di Nikolaj Vasil’evic Gogol’, il romanziere e drammaturgo, considerato uno dei grandi della letteratura russa, che si distinse per la grande capacità di raffigurare situazioni satirico-grottesche che esaltavano la mediocrità umana, con uno stile visionario e fantastico tanto da essere definito da molti critici un precursore del Realismo magico. Di lui afferma lo stesso Dostoevskij: «Siamo tutti usciti dal Cappotto di Gogol’».

Viy – La maschera del demonio è generato dall’unione fra le storie della narrativa di matrice popolare e la prepotente influenza della tradizione horror di ambientazione gotico-fiabesca. Viene subito in mente Mario Bava. Quel sottotitolo che ricalca proprio uno dei suoi film maggiormente conosciuti non permette un confronto che non sia impari, per questo motivo me ne guarderò bene dall’effettuarlo. Il rischio che al solo proporlo si rischi la lesa maestà mi atrofizza le falangi. Basta solo osservare come la donna non sia mai un personaggio portante ma sia utilizzata come oggetto di guerriglia marketing. Magari sarò smentito dai seguiti, ma Olga Zaytseva, per quanto bellissima e ben preparata, non sarà mai ricordata come la nuova Barbara Steele e purtroppo non è un problema solo di Viy.

Viy – La maschera del demonio non si attiene pedissequamente al contenuto del racconto Vij (il diverso modo di scrivere non è un errore di battitura ma riguarda le classiche faccende burocratiche di copyright e simili), bensì mira a creare tutta un’ambientazione suggestiva che possa fare da sfondo non solo a quest’avventura fantastico-gotica, ma anche ad altre vicende successive o parallele. Un personaggio realmente esistito come Guillaume Le Vasseur de Beauplan, cartografo francese dalla biografia rocambolesca, che ha mappato il terriorio intorno a Praga e i Carpazi, luoghi dove Viy è stato girato, e per aver studiato gli usi e i costumi delle popolazioni più romite dell’Ucraina. Ma è inutile ripetere quanto potete ritrovare nel booklet del DVD, ben nutrito di informazioni e curiosità di questo genere.

Nel film di Stepchenko tutto è giocato sulla sensazionalità e sulla spettacolarità degli episodi “magici”. Proprio alla luce di questo, la sensazione che si ha è che si sia voluto andar troppo oltre, alzare l’asticella fin dove la sceneggiatura originaria non poteva arrivare, stirandola il più possibile per inserire tematiche a oltranza. Questa sovrabbondanza di trame e sottotrame rende Viy un “frankenmovie” più simile a quegli azzardati pastiche che mescolano elementi e personaggi estrapolati praticamente da qualsiasi argomento abbia un minimo di connessione, è dove non c’è la si crea, ovvio:

  • Il cartografo protagonista è costruito sulla base solida del personaggio realmente esistito ma resta veramente flebile il suo apporto carismatico nello sviluppo della storia. Non per niente l’attore Jason Flemyng ha sempre ricoperto ruoli secondari.

  • La battaglia eterna potere temporale e potere spirituale e quella tra i culti pagani tramandati dalla notte dei tempi e il cristianesimo meschinamente imbonitore di folle con qualsiasi mezzo.

  • Il magico che è nascosto in ogni dove, sempre che si abbiano gli occhi debitamente chiusi e la mente abbastanza aperta.

  • L’amore che si lega con la morte nel classico connubio ellenico di eros e thanatos.

« Abbi timore degli occhi di Viy, l’antico dio che abita nel buio eterno della caverna. I suoi occhi hanno messo radici nella terra: se un uomo dovesse guardarlo, allora quell’uomo morirebbe e nessuna preghiera potrà vincere la misteriosa paura. Le persone anziane dicono questo, e anche i loro avi. Nelle notti d’estate giovani donne in cerca del vero amore lasciano fluttuare nell’acqua candele e ghirlande di fiori. E se un uomo raccoglie la tua ghirlanda, saprai che è lui il tuo destino. Fin dall’inizio dei tempi, quando la terra e gli dei erano giovani, questa tradizione ha vissuto nel cuore del popolo slavo. Candele accese ora fluttuano nell’oscurità».
Così la voce narrante introduce lo spettatore in un mondo in cui le tenebre aleggiano tra gli uomini e ne avvolgono i sentimenti fino a far perdere il confine fra il Bene e il Male.

SINOSSI. 18° secolo. Il cartografo Jonathan Green è impegnato in un lungo viaggio di esplorazione scientifica. Dall’Europa continentale le sue ricerche lo spingono sempre più verso Est, nella valle del Danubio, dove alcune teorie fanno risalire l’origine della civiltà. Dopo aver attraversato la Transilvania e i Carpazi, Jonathan si perde nella nebbia nel tentativo di sfuggire ad un branco di lupi che sembrano usciti da un girone dell’inferno. Trova rifugio e ospitalità (non tantissima in realtà) in un piccolo villaggio sperduto in mezzo ai boschi, dove gli abitanti sembrano temere una figura arcana, una sorta di re degli gnomi, Viy. Una parte del villaggio è diventata interdetta a chiunque per proteggersi, ma se il Male che tanto temono si fosse già annidato nelle loro anime in attesa del momento opportuno per uscire allo scoperto? Infine, un ulteriore mistero aleggia in questa società isolata dal mondo esterno: «chi si nasconde nella pelle di montone?»

IL DVD

 

REGIA: Oleg Stepchenko INTERPRETI: Jason Flemyng, Charles Dance, Andrey Smolyakov, Agne Ditkovskite, Alexey Chadov, Anna Churina, Emma Cherina TITOLO ORIGINALE: Viy GENERE: horror, thriller DURATA: 107′ ORIGINE: USA, 2016 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Making of – Interviste a Jason Flemyng – Trailer – Backstage (50’ circa) – Credits DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Nel caso di Viy, il film è stato selezionato come film weird di grande successo nel mercato home video per avere un’edizione DVD di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, mentre il formato video è un widescreen non troppo spettacolare da 1.78:1. Tra gli extra si dimostra particolarmente interessante soprattutto il Making of, da vedere e ascoltare, perché spiega la genesi, la realizzazione e il significato del film attraverso le parole dei protagonisti e degli addetti ai lavori!

Di indubbio interesse il booklet del DVD Viy – La maschera del demonio, con i testi curati da Manlio Goramasca e Davide Pulici della rivista Nocturno Cinema.o Sfrondato il discorso dalle eccessive esaltazioni dovute alla committenza, risulta estremamente suggestiva la storia che i giornalisti riportano della genesi dell’opera. A corredo dell’analisi del film potrete trovare anche un excursus sul rapporto intercorso negli anni fra il racconto di Gogol’ e il cinema e soprattutto con la famiglia Bava.

La ricchezza sfarzosa delle scenografie e dei costumi, peraltro ben curati, impreziositi da un grande lavoro di makeup e di visual FX prima che in CGI e 3D – lavoro vibile nel backstage e making of – non riescono a nascondere in una coltre di fumo le carenze imputabili alla sceneggiatura, probabilmente rimaneggiata più volte per innestare sempre più elementi “vendibili”, e al montaggio, che risente notevolmente della mancanza di una struttura artistico-narrativa vera e propria. Ad uccidere definitivamente ogni resistenza ci pensa poi il doppiaggio, non solo quello italiano, ma anche quello inglese, che rendono i personaggi delle risibili caricature mai credibili. Tra editing e doppiaggio non si capisce dove finiscano i difetti dell’uno e dove inizino i demeriti dell’altro. Fortuna che a condire il tutto c’è una massiccia dose di ironia che permette di alleviare i buchi nella narrazione e allentare la tensione emotiva. Nulla di non visto, insomma. Un film che sarebbe potuto essere un buon prodotto, ma che riesce solo a rendere perplesso e smarrito lo spettatore per quasi due ore di visione.

Il film è vietato ai minori di 14 anni. Eppure non presenta tematiche scioccanti o scene particolarmente raccapriccianti, magari più di un Ghostbusters, ma sicuramente molto meno di un collega di genere, Il racconto dei racconti, che è stato valutato un film adatto a tutti, nonostante i riferimenti espliciti alla sfera sessuale e una bella mangiata di cuore crudo! C’è da dire, però, che come per il film di Garrone, il merito di questo tipo di prodotto cinematografico sta nel coraggio di portare sullo schermo, piccolo o grande non fa molta differenza se l’obiettivo raggiunto è simile, la letteratura nascosta o dimenticata. La cultura d’oltralpe, in Italia, spesso rimane sepolta sotto la valanga di informazioni, studi e dissertazioni sulla letteratura classica italiana. Se non fosse per qualche capatina tra le letterature straniere si potrebbe parlare di trust! Ma anche queste capatine nell’esotico vanno a privilegiare quasi esclusivamente la cultura anglosassone che così va a cannibalizzare ogni possibilità per le altre di riscontrare rinnovato interesse nelle nuove generazioni, senza poi meritare poi davvero, Shakespeare a parte – diciamolo una buona volta! – questa supremazia. Quindi ben vengano nuove pellicole, sempre migliori, che possano far emergere letterature e generi che portino novità e allarghino gli orizzonti dello spettatore medio.

Viy – La maschera del demonio è stato girato quasi completamente a Praga e dintorni in maniera che potremmo definire classica, artigianale e, secondo il sistema ormai consolidato delle produzioni a basso budget, il prodotto così ottenuto ha invogliato i produttori ad incrementare il budget “costringendo” la crew a rigirare il tutto con il sistema Real 3D Stereotec, lo stesso utilizzato da altri blockbuster di successo come Hansel & Gretel – Cacciatori di streghe. Certo non lo si potrà mai considerare un kolossal di livello mondiale, ma per la cinematografia locale il film è stato un successo. A fronte di un budget stimato intorno ai 26 milioni di dollari, Viy ne guadagna ufficialmente 51 nella sola Russia!

Già pronto il seguito. Un segno dei tempi: la gente sente l’estremo bisogno di ridere e subordina a questo ogni altro elemento di un film o di un libro, compresa la storia, che invece dovrebbe essere la base su cui si costruisce tutto il resto. Il titolo provvisorio è Viy 2 – Journey to China.

SINOSSI. Il viaggiatore inglese Jonathan Green nel tentativo di continuare a mappare l’Estremo Oriente Russo si ritrova ancora una volta smarrito in un lungo viaggio pieno di incredibili avventure che lo condurranno in Cina. Tra scoperte mozzafiato, creature bizzarre, principesse cinesi, il cartografo dovrà inaspettatamente confrontarsi con maestri di arti marziali mortali,  il re di tutti i draghi e, soprattutto, avrà un nuovo faccia a faccia con Viy. Lo scetticismo dello scienziato potrà mai avere definitivamente la meglio sulla più antica magia nera che ha trovato dimora nelle terre d’oriente?

Tra gli interpreti, udite udite, nientepopodimenoché Jackie Chan, Arnold Schwarzenegger e Rutger Hauer. Da non crederci.

Equals, di Drake Doremus in DVD

Equals è un futuristico Romeo & Giulietta o un Pleasantville di ambientazione fantascientifica? Un ibrido non troppo coraggioso, vediamo insieme perché.

Reduce dai successi di Like Crazy (2011, Gran premio della giuria alla 27a edizione del Sundance Film Festival), interpretato da Anton Yelchin, Jennifer Lawrence e Felicity Jones (vincitrice del premio speciale della giuria per la sua interpretazione) e di Breathe In (2013), interpretato da Guy Pearce, Felicity Jones, di nuovo, e Amy Ryan, il regista Drake Doremus stavolta ambienta il suo genere-cardine, ovvero il dramma sentimentale, in una società che sembra aver realizzato alcune utopie dello stoicismo e dell’epicureismo azzerando ogni emozione.

«Immagina un mondo dove i sentimenti sono fuorilegge». [tagline]

Su Atmos, in una società chiamata Collettivo, vivono gli Equals, esseri umani incapaci di provare sentimenti, una caratteristica volutamente ottenuta attraverso esperimenti genetici. Il fine è quello di realizzare una società stabile e non violenta, creare un equilibrio di convivenza perfetto che permetta di concentrarsi sulle esplorazioni spaziali. Ma la natura trova sempre una strada e l’amore, in ogni sua forma, è la cosa più naturale che ci sia, il nemico per eccellenza di questo mondo apatico dove domina il bianco e il grigio asettico. Il seme della rivoluzione emotiva sboccerà solo nel cuore di pochi eletti o sarà soffocato dalla repressione dell’omologazione sociale?

«L’amore è strano: è come un tornado…».

«In un futuro distopico privo di avidità, povertà, violenza e sentimenti, una nuova malattia risveglia emozioni dimenticate, infondendo l’amore, la depressione, la sensibilità e la paura. Chi contrae questa malattia viene allontanato dalla società e mai più rivisto. Nia [Kristen Stewart; Personal shopper, Billy Lynn: Un giorno da eroe] e Silas [Nicholas Hoult; Mad Max: Fury Road e Bestia in X-Men Apocalypse] vivranno sulla loro pelle il dramma generato da un rapporto proibito». [sinossi dal retro di copertina]

In una società di questo tipo il normale stato di salute è essere totalmente privo di sentimenti. Chi non è omologato non fa parte del Collettivo, è considerato un Imperfetto e se, nonostante gli inibitori che gli vengono somministrati, prova qualcosa “fuori dagli schemi” è malato, ha una «malattia debilitante», la Sindrome Da Eccitazione, ed è allontanato per evitare il “contagio” e condannato a morte.

«Abbiamo curato il cancro e il raffreddore…».

«Dobbiamo resistere fino a quando non trovano una cura».

Interessante la ricerca di un’estetica cromatica che sappia trascendere la bidimensionalità dello schermo e fornire una multisensorialità che renda tridimensionali e suggestivi i sentimenti e la filosofia da bignami che Equals ha da offrire: il bianco è il colore dominante, accompagnato, dicevamo, da un grigio freddo, metallico, ma quando gradualmente le mani si sfiorano furtive, i colori si scaldano, la musica elettronica viene sostituita da un commento musicale in un timido crescendo emotivo, quando i baci sono immersi nella paura, l’oscurità in cui si celano i protagonisti si tinge di blu e verde. Nel frattempo la mdp, pur privilegiando i dettagli, maggiormente suggestivi, in quanto più vicini all’azione, azzarda qualche inquadratura più audace, la macchina a mano, una dialettica dello spazio vuoto alle spalle del soggetto, che comunica la solitudine e la fragilità del “diverso”. Le ombre, infine, disegnano dei sottotesti, raccontano in maniera implicita quello che ai personaggi non è permesso spiegare. Sono le ombre sulle pareti traslucide a palesare agli spettatori il primo amplesso e di nuovo sono le ombre, nella scena della mensa, a disporsi in modo da rendere un concetto di prigionia, di privazione della libertà.

«Perché mi guardi in quel modo?».
«Non posso farci niente».

IL DVD

 

REGIA: Drake Doremus INTERPRETI: Kristen Stewart, Nicholas Hoult, Guy Pearce, Jacki Weaver TITOLO ORIGINALE: Equals GENERE: sci-fi, drammatico, sentimentale DURATA: 98′ ORIGINE: USA, 2016 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media

Equals ha avuto la sua anteprima mondiale nella 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia (2015), dove ha gareggiato per il Leone d’oro al miglior film. Presentato con successo anche al Toronto International Film Festival 2015, Equals è stato accolto con “freddezza” il 4 agosto 2016 nelle sale italiane. La versione home video è in disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, mentre per l’aspect ratio si è scelto un widescreen non troppo spettacolare (1.85:1). Tra gli extra il solo trailer, a conferma del fatto che la produzione ha puntato tutto sull’impatto emozionale della sceneggiatura di Nathan Parker (Moon, Blitz) e l’interpretazione degli attori. Peraltro, la recitazione dei caratteristi e dei personaggi minori tradisce l’impossibilità di rendere verosimile, sul piano recitativo, l’impassibilità che la trama richiede quale presupposto fondamentale.

«Non posso starti lontano. Non posso starti vicino».

Il film NON è vietato ai minori. Questo invece, tradisce una mancanza di coraggio. Se i protagonisti scoprono la bellezza dell’amore e del fare l’amore, forse sarebbe stato il caso di spingerli verso altri tipi di esplorazioni spaziali rispetto a quelli che la società ha loro destinato: uno spazio che si conosce in sé ma che si riscopre nell’interiorità dell’altro e che genera o apre un ulteriore spazio che è all’interno di noi, che può riempirsi di sentimenti potenzialmente infiniti, non a caso il motore di ogni storia, da quando esiste la comunicazione, ossia da sempre.

«L’amore è dare e prendere tutto».

Un prodotto che risulta abbastanza interessante, soprattutto dai punti di vista filosofico e scenografico, ma che non riesce a fare quel passo necessario che la renda un’opera esteticamente adeguata al pathos e alle riflessioni generate dalla trama. Equals è girato senza i giusti “sentimenti” di evoluzione, sperimentazione, ribellione che sono alla base di prodotti simili ma di ben altro successo, primo fra tutti il già citato Pleasantville.

Curioso come nel film si crei un parallelo tra l’impossibilità di amarsi dei protagonisti e l’impossibilità di volare del bombo. Una vecchia leggenda metropolitana, infatti, affermava che secondo le leggi dell’aerodinamica il bombo non dovrebbe essere in grado di volare per un’apertura alare ed una frequenza di battito d’ali non adatte a sostenere il proprio peso. In realtà, nel corso di esperimenti di aerodinamica con altri insetti si è scoperto che la viscosità dell’aria, sperimentata dal punto di vista degli insetti, che sono di piccole dimensioni, permetteva persino alle loro piccole ali di muovere un elevato volume di aria, riducendo la quantità di energia necessaria a mantenersi il volo. Tanta fatica a trattenere gli istinti naturali, tanti sacrifici per poi tornare indietro di millenni ad interrogarsi su cose strarisapute?

«Secondo le leggi della fisica non potrebbero volare ma loro non lo sanno, così volano comunque».

L’odio che uccide, di Adam Egypt Mortimer in DVD

La violenza verso gli altri o verso se stessi è il lato oscuro del bullismo, una delle forme di orrore più brutali della nostra epoca. Nel 1976 Brian De Palma con il suo CarrieLo sguardo di Satana ha portato sul grande schermo uno dei film più rappresentativi della vendetta feroce della vittima di bullismo sui suoi carnefici. Mentre quest’anno le serie tv Tredici, creata da Brian Yorkey e trasmessa su Netflix, ha attirato l’attenzione del mondo sulla piaga bullismo, ma questa volta al centro della questione non c’è la vendetta della vittima, ma l’autolesionismo che sfocia tragicamente nel suicidio. Adam Egypt Mortimer con il suo horror L’odio che uccide si pone nel mezzo, raccontando la violenza da entrambe le prospettive, l’omicidio e il suicidio, che imbrattano di sangue le mani dello stesso carnefice.

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Tutto ha inizio mettendo in scena il bullismo scolastico nella sua forma più classica, con insulti e percosse. La vittima è Lincoln che, stufo di piegarsi alle angherie che subisce quotidianamente dai suoi compagni, decide di reagire e per le sue azioni viene mandato in una comunità di recupero, la Mind’s Eye Academy. In questo luogo disperso nel deserto americano che raccoglie i ragazzi problematici di tutto lo stato, Lincoln viene nuovamente preso di mira, e la sua condizione lo porta a sviluppare un odio talmente forte verso i suoi aggressori, da evocare lo spirito di Moira Karp, una ragazza che pochi anni prima viveva nella stessa comunità e, gravemente bullizzata dagli altri ragazzi, era stata spinta al suicidio.

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Lo spirito di Moira, incarnato nelle mani di Lincoln, porta ad una serie di omicidi spietati che decimano gli abitanti della comunità. Straziati, sgozzati, fatti a pezzi, i bulli cadono uno dopo l’altro sotto la lama dei più deboli in un crescendo di violenza senza pari.  Senza dubbio c’è dubbio che L’odio che uccide non ha l’eleganza stilistica della filmografia precedente sul bullismo, ma si distingue per la brutalità con cui tratta il tema e per il carico di odio che scaglia sui bulli in questione. Adam Egypt Mortimer non gli risparmia nessun tipo di tortura, anzi li punisce nelle maniere più crudeli che la sua fantasia sia in grado di partorire, e riserva lo stesso destino anche alle vittime del bullismo, non meno colpevoli della violenza che scatenano sugli altri. Nessuno è redento insomma, e un tragico destino di morte accomuna tutti, in unico bagno di sangue catartico.

REGIA: Adam Egypt Mortimer INTERPRETI: Grace Phipps, Ronen Rubinstein, Sierra McCormick, Michael Polish, Noah Segan TITOLO ORIGINALE: Some Kind of Hate GENERE: Horror DURATA: 80′ ORIGINE: USA, 2015 LINGUE: Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital, Italiano 5.1 DTS  SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

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L’odio che uccide arriva in DVD grazie a Koch Media in una limited editon arricchita da un Booklet ricchissimo di contenuti, che racconta l’origine del film attraverso la cinematografia di genere che ha ispirato il regista Adam Egypt Mortimer, già autore di New Years, contenuto nell’horror antologico Holidays, sempre distribuito nella collana Midnight Factory.
L’edizione in DVD è di altissima qualità sia dal punto di vista visivo che sonoro, e restituisce perfettamente le atmosfere cupe del film, senza far perdere compattezza all’immagine quando predominano le tonalità più scure. Anche il ritmo convulso del film è rispettato nella fluidità delle immagini e in un sonoro pulito, che ricrea sullo schermo l’atmosfera di terrore che percorre tutto il film senza cali di tensione. Un’edizione curata in ogni dettaglio, che tutti gli appassionati di horror dovrebbero avere nella loro collezione.

Frank, di Lenny Abrahamson in DVD

Sono passati due anni da quando Frank di Lenny Abrahamson è arrivato al cinema, ma la strepitosa “I love you all” continua a risuonare nelle nostre orecchie. Così come il carisma di questo musicista dalla personalità e dal talento fuori dal comune, che non vuole mostrare al mondo la sua faccia, ma non teme di regalargli canzoni indimenticabili. Il film, liberamente ispirato al personaggio di Frank Sidebottom, alter ego del musicista e comico britannico Chris Sievey, è stato presentao al Sundance Film Festival nel 2014 e ha riscosso un enorme successo in tutto il mondo, grazie anche all’interpretazione di Michael Fassbender che, pur dovendo indossare una maschera che annullava completamente sua mimica facciale, è riuscito a trasmettere al pubblico tutte le emozioni di questo bizzarro personaggio.

Al link trovate la recensione completa di Frank

IL DVD

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REGIA: Lenny Abrahamson INTERPRETI: Michael Fassbender, Domhnall Gleeson, Maggie Gyllenhaal, Scoot McNairy, Carla Azar TITOLO ORIGINALE: Frank GENERE: Commedia DURATA: 92′ ORIGINE: Gran Bretagna, Irlanda, 2014 LINGUE:  Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer, Interviste, Making Of  DISTRIBUZIONE: Koch Media

L’edizione in DVD di Frank firmata Koch Media offre un prodotto di altissima qualità visiva e narrativa, impreziosito da una confezione accattivante, che gioca graficamente con l’immagine del protagonista, creando piacevoli effetti cromatici. Inoltre l’edizione può vantare una nutrita sezione di contenuti speciali, tra cui il Making Of, che mostra la preparazione di Michael Fassbender durante le riprese del film, lo studio del personaggio e il dietro le quinte nella registrazione delle sequenze che hanno come protagonista la musica, anche questa valorizzata al massimo dalla qualità audio del DVD. Ma la sezione più ricca è senza dubbio quella delle Interviste, che oltre al regista Lenny Abrahamson e all’attore protagonista Michael Fassbender, vede coinvolti tutti gli attori che hanno preso parte al film, tra cui Domhnall Gleeson, Maggie Gyllenhaal, Scoot McNairy, Carla Azar, che raccontano la loro esperienza sul set, in particolare in relazione alle performance musicali che costellano tutta la pellicola e  al personaggio di Frank che, essendo celato tutto il tempo dietro la sua bizzarra maschera, è stato una vera e propria sfida per tutti i personaggi. Altrettanto interessante è il punto di vista dello scenografo  Richard Bullock, creatore della famosa maschera e del compositore Stephen Rennicks, che con le sue musiche ha contribuito non solo a creare Frank, ma a caratterizzare lo stile di tutto il film, che senza la sua incredibile colonna sonora non sarebbe lo stesso.

Zombie massacre saga, di Luca Boni e Marco Ristori in DVD

Uno Z-Movie, anzi due. “Zeta” per “zombie”? Se proprio dovete, sì. Ma più che altro con la lettera Z si classifica l’ultimo stadio del cinema, i peggiori film della storia, che però hanno ottenuto quantomeno di essere visti per qualche motivo. I registi di Zombie Massacre e Zombie Massacre 2: Reich of the dead, i due lungometraggi che compongono la saga riunita da Koch Media Entertainment nel cofanetto limited edition della collana Midnight Factory, ne sono consapevoli e ne danno piena prova nella loro esilarante intervista che si trova tra gli extra del secondo film.

«Aspettiamoci il peggio!».

Con l’occasione, appare necessaria una piccola escursione nei meandri della classificazione cinematografica. Per B-movie, o film di serie B, si indica solitamente un film a basso costo o di dubbia qualità, di qualunque genere o sottogenere. Nella recensione del cofanetto Amer/Lacrime di sangue abbiamo accennato all’espediente del doppio spettacolo e questa pratica è legata proprio a questo livello di qualità dei film, nato negli anni trenta negli Stati Uniti per contrastare il calo di spettatori nelle sale. Pagando un solo biglietto si poteva vedere un film in più ma questo portava ad una certa celerità nella realizzazione e ad una durata inferiore ai settanta minuti. Soprattutto western e noir inizialmente, poi anche fantascienza e orrore, girati in pochi giorni e sfruttando scenografie e costumi di altri film ben più costosi. Roger Corman ne è stato un maestro e i suoi tantissimi film un campione rappresentativo di tutti i generi, tanto da scrivere un interessante libro sull’argomento Come ho fatto cento film a Hollywood senza mai perdere un dollaro.

Curioso che ancora non si sia riusciti a scoprire l’origine del nome, o meglio, della “B”. Secondo alcuni viene da “Bottom of the Bill” perché il loro titolo era scritto in fondo al manifesto del film che accompagnavano al doppio spettacolo; secondo altri invece viene da “Bread and Butter” cioè film girati per guadagnare il pane, per vivere, che equivarrebbe al romanesco “tanto pe’ campà”. Il termine è poi assurto a classificare le pellicole girate in fretta, senza particolari pretese. Questo però non vuol dire sempre e solo scarsa qualità. Lo stesso Corman ha realizzato in questo contesto il tanto acclamato ciclo di film tratti dai racconti Edgar Allan Poe, diventati dei classici ormai cult-movie.

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Con il termine Z-movie, invece, s’intende il cosiddetto cinema trash, il “cinema spazzatura”, ovvero quei film realizzati con costi e con qualità inferiore rispetto addirittura ai film di serie B. Da non confondere con i generi exploitation, kitsch e camp.

Lo scrittore Tommaso Labranca ritiene che siano cinque le caratteristiche riscontrabili nel genere trash: l’estrema libertà d’espressione, il “massimalismo”, cioè seguire un modello senza preoccuparsi di imitarlo alla lettera, l’emulazione fallita dei modelli di riferimento, la contaminatio tra i generi, l’indifferenza nei confronti delle incongruenze nella trama.

Il termine Z-movie nasce nella metà degli anni sessanta, quindi, per definire proprio questo tipo di film di infima qualità, senza ombra di dubbio, con standard qualitativi e tecnici inferiori rispetto alla maggior parte dei film di serie B, o di una eventuale serie C, e neanche lontanamente paragonabili al cinema di alto livello. Wikipedia sentenzia che «Nonostante i film di serie B abbiano una trama mediocre e un cast composto da attori prevalentemente sconosciuti o alla loro prima esperienza cinematografica, spesso hanno una illuminazione, un montaggio e una regia fatte in modo adeguato, mentre i film di serie C, pur presentando uno scarso budget, sono generalmente prodotti per l’industria cinematografica commerciale e quindi tendono a rispettare determinate norme di produzione. I film trash, a differenza dei precedenti, spesso non sono prodotti a fini commerciali e spesso sono realizzati con un budget molto limitato. Il primo uso del termine “grade-z movie” (che all’epoca non aveva il significato dispregiativo odierno) si trova nella recensione giornalistica scritta nel gennaio 1965 dal critico Kevin Thomas sul film La tomba di Ligeia (1964), un film dell’American International Pictures diretto da Roger Corman. Il regista Ed Wood è spesso ritenuto il creatore per antonomasia dei film trash, talvolta definito come il “peggior regista nella storia del cinema”. Con la popolarità di mezzi come YouTube, i film a basso costo stanno avendo una rinascita: tra i tanti esempi merita una citazione Melonheads, in origine pubblicato su YouTube, ha ottenuto successo dopo esser stato descritto in un articolo su cracked.com».

IL DVD

ZOMBIE MASSACRE

«Lasciate ogni speranza, o voi che entrate!».

Un’arma batteriologica, sviluppata dagli Stati Uniti per creare un super soldato, si diffonde nell’aria colpendo una piccola e tranquilla città nell’est europeo. Tutti i cittadini della città vengono infettati da questa arma e si trasformano in zombie.

Il piano per salvaguardare l’umanità è portare una bomba atomica nella centrale nucleare della città e fingere un incidente terribile per eliminare il problema. Nessuno deve sapere la verità e per ottenere questo viene ingaggiato un commando di mercenari. La battaglia sarà accesa e orde di mostri e creature si scaglieranno contro questo gruppo di uomini coraggiosi.

REGIA: Luca Boni, Marco Ristori INTERPRETI: Christian Boeving, Mike Mitchell, Tara Cardinal, Jon Campling, Carl Wharton, Daniel Vivian, Nathalia Henao, Gerry Shanahan, Ivy Corbin, Michael Segal, Uwe Boll, David White TITOLO ORIGINALE: Zombie Massacre (UK DVD title: Apocalypse Z) GENERE: trash, horror DURATA: 87′ ORIGINE: Italia – USA – Germania – Canada, 2013 LINGUE: Italiano 5.1 DTS-HD Master Audio, Inglese 5.1 DTS-HD Master Audio SOTTOTITOLI: Italiano per non udenti EXTRA: Trailer – Teaser – Superfreak – The making of Zombie Massacre– Photogallery – Storyboard comparison – Join the massacre – The making of teaser – Foley sound effects DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

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Saccheggiando flebili ombre di personaggi da I Mercenari, da 1997: fuga da New York o da Aeon flux, ingegnando trovate sceniche grossolane o dialoghi improponibili e lunghissimi anche per una rimpatriata di opossum ubriachi, e interrogandosi su come si possa ancora usare una bomba atomica come rimedio ad un contagio di zombie e pensare di sopravvivere alle conseguenze della devastazione a bordo di un’auto d’epoca decappottabile, il film scorre mentre lo spettatore solitario conta i minuti interminabili che lo separano dalla parola “fine”. Per non parlare dei dialoghi pseudotarantiniani, che echeggiano luoghi comuni, superficialmente giustapposti su una masnada di personaggi, che appaiono da subito come le grossolane caricature dei loro modelli di riferimento. A gettare benzina sul fuoco contribuiscono poi cartelli segnaletici nuovi di zecca, divise militari pulite e inamidate, jeep appena uscite dal concessionario, fucili lucidi, visi curatissimi e mai sudati, anche quelli di chi, in visibile sovrappeso, corre carico di zavorre, uffici segreti spogli ma appena spolverati, bagliori fissi su chi osserva monitor di sorveglianza, uccisioni di zombie al limite del ridicolo, un mostro-boss di fine livello che cita il Toxic Avenger della Throma, un bazooka senza rinculo equipaggiato con missili dallaa stranissima balistica e combattimenti in spazi angusti che rendono inadatte le katane della nippoirlandese, già nettamente fuoriposto. Il consiglio è di vederlo con gli amici, accompagnandolo con birra e stuzzichini, per prenderla in maniera goliardica e divertirsi, come si sono divertiti i realizzatori, Luca Boni e Marco Ristori. Per veri appassionati del genere trash, non per tutti.

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Durante la Seconda Guerra Mondiale, una squadra di coraggiosi militari americani dovrá combattere un’orda di famelici zombie creati dai nazisti utilizzando i prigionieri di guerra incarcerati nei campi di concentramento. Avranno soltanto una notte per salvare le proprie vite e combattere nemici che diventano sempre più forti…

«Giuro che non ho mai sentito parlare tanto in vita mia!».

REGIA: Luca Boni, Marco Ristori INTERPRETI: Andrew Harwood Mills, Dan van Husen, Aaron Stielstra, Ally McClelland, Michael Segal, Lucy Drive, Marco Ristori, Luca Boni TITOLO ORIGINALE: Zombie Massacre 2: Reich of the Dead GENERE: trash, horror DURATA: 80′ ORIGINE: Canada – Italia, 2015 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer – Backstage (44’ circa) – Credits DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Il produttore Uwe Boll ha fortemente voluto il seguito di Zombie Massacre. Probabilmente solo lui. Ma nonostante le molte incongruenze, questo film scorre un po’ meglio del primo, pur rimanendo vedibile solo per veri appassionati del trash.

«La vera domanda è “perché?”».

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Con la selezione della saga Zombie Massacre, Midnight Factory ha voluto legare il suo nome anche al genere trash e non poteva che scegliere il meglio, solo che il meglio del peggio è un peggio all’ennesima potenza e quindi si va veramente a toccare il fondo, anche se l’ultimo Dario Argento ci ha spinto sempre più verso nuovi orizzonti nello scavare verso l’inferno del cinema.

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Zombie Massacre Saga può quindi avvalersi di un’edizione DVD a tiratura limitata, doppio disco, di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Audio multicanale sia in DTS sia in Dolby Digital, altamente consigliato se si vogliono vivere appieno tutte le emozioni ricreate dai registi. Il formato video, uno spettacolare anamorphic widescreen, secondo il rapporto 2.35:1 per il primo film e 2.40:1 per il seguito, esalta ai massimi livelli il trucco, perla da salvare dal trogolo, opera di Carlo Diamantini, uno dei realizzatori degli effetti de Il racconto dei racconti. Tra gli extra c’è da segnalare l’esilarante backstage/intervista dei due registi, che sono davvero autoironici e simpaticissimi, consci di aver creato un piccolo “caso” commerciale partendo da sottozero.

Il film è vietato ai minori di 14 anni, perché le risate, se incontrollate, potrebbero crear danni irreparabili al cervello e dimenticarsi delle preoccupazioni per vivere spensieratamente, con leggerezza la vita di tutti i giorni. Consigliato per una serata con amici a sbudellarsi di risate, sparando commenti esilaranti a raffica in stile Gialappa’s Band. Godetevela goliardicamente! Ma non esagerate con le saghe!

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Amer / Lacrime di sangue in DVD

Fine anno, tempo di bilanci. Una delle proposte più interessanti dell’anno è di Koch Media: due film particolari, con sequenze dal sapore sperimentale che generano emozioni paragonabili a quelle generate dalle installazioni multimediali tanto di moda nei musei di arte contemporanea che sostengono le avanguardie. Amer [“amaro”] e Lacrime di sangue [L’étrange couleur des larmes de ton corps], dei registi Hélène Cattet e Bruno Forzani, sono presentati in un unico cofanetto, disponibile in limited edition sia in Blu Ray sia in Dvd con booklet.

In verità, il doppio spettacolo, per il cinema delle grindhouse, significava film d’exploitation, di vario genere e non si trattava mai, tranne rare eccezioni, di pellicole particolarmente significative dal punto vista tecnico-formale da essere ritenute d’autore. In quel caso, la possibilità di usufruire di un intrattenimento economico e prolungato metteva a tacere una qualsiasi critica negativa, che sarebbe comunque stata stemperata dagli intermezzi burlesque o dai risvolti smaccatamente voyeuristici dei film stessi.

Nel caso in questione, si tratta di due film di pari livello, Amer e Lacrime di sangue, frutto di una ben ponderata operazione nostalgia, un revival che allo stesso tempo diventa volàno di aperture verso gli orizzonti che solo chi sperimenta cinema d’avanguardia conosce, e mai fino in fondo.

Di origini francesi ma residenti a Bruxelles, la coppia Cattet-Forzani, sul set come nella vita, ha realizzato numerosi cortometraggi horror, tra cui l’episodio O is for Orgasm dell’antologia The ABCs of Death, prima di esordire con il loro primo lungometraggio che è un dichiarato omaggio al giallo all’italiana degli anni ’70, rivisitato nella sua forma più estremamente psichedelica, con inserti onirici, atemporali, flashback e flashforward, suggestioni visive e musicali, senza dimenticare il capostipite Mario Bava e il suo Sei donne per l’assassino, il sofisticato Amer.

Il film racconta la vita di Ana e della sua naturale curiosità per l’ignoto, e si divide in tre parti – infanzia, adolescenza e maturità – nettamente separate l’una dall’altra dalla trasformazione che il corpo della donna subisce come quella che ha reso famosi i protagonisti de L’ululato o di Un lupo mannaro americano a Londra.

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Dario Argento non viene evocato per ciò che ha fatto, ma per ciò che avrebbe potuto fare” [cfr. booklet interno] e i registi ne mutuano le tecniche di ripresa e formali, per poi andare verso una strada che racconta una storia semplice ad una prima lettura, ma dalla quale preferiscono distaccarsene per tessere una fitta trama di emozioni: i raccordi sull’asse; i carrelli a spirale; le caleidoscopiche sovrapposizioni delle inquadrature; la ricerca spasmodica del perturbante; l’ossessione per i dettagli, soprattutto per gli occhi, citazione più che altro di Luis Buñuel; l’importanza della fotografia, giocata su un cromatismo ragionato di luci e colori, che sostiene e guida psicologicamente lo spettatore, come accadeva in Suspiria e Tenebrae; il whodunit; il senso di avulsione dalla realtà che circonda i protagonisti; la rarefazione dei dialoghi; infine, last but no least è proprio il caso di dire, la colonna sonora, rigorosamente italiana, profondamente caratterizzante, retaggio proprio di quel cinema – con partiture e canzoni di Bruno Nicolai, Stelvio Cipriani, Nico Fidenco, Adriano Celentano e il maestro Ennio Morricone –, una  musica allucinante, che si avvale anche dei rumori diegetici amplificati.

IL DVD

REGIA: Hélène Cattet, Bruno Forzani INTERPRETI: Cassandra Forêt, Charlotte Eugène Guibeaud, Marie Bos, Delphine Brual, Harry Cleven, Bianca Maria D’Amato, Bernard Marbaix, Jean-Michel Vovk TITOLO ORIGINALE: Amer GENERE: thriller, crime DURATA: 87′ ORIGINE: Francia – Belgio, 2009 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer – Ana DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

 

REGIA: Hélène Cattet, Bruno Forzani INTERPRETI: Klaus Tange, Anna D’Annunzio, Jean-Michel Vovk, Sam Louwyck, Ursula Bedena, Joe Koener, Birgit Yew, Hans De Munter, Manon Beuchot, Romain Roll, Lolita Oosterlynck TITOLO ORIGINALE: L’étrange couleur des larmes de ton corps GENERE: thriller, crime DURATA: 97′ ORIGINE: Belgio – Francia – Lussemburgo, 2013 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer – La fine de notre amour DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

«I racconti polizieschi razionalistici possono essere rappresentati come edifici a tre piani. La ragione, al primo piano, pone un problema o enigma; al secondo piano, propende a trasformare l’enigma incomprensibile in enigma incredibile e di conseguenza, in Mistero; poiché l’enigma appare senza soluzione, al terzo piano, dissolve il mistero e risolve il problema» così insegna Maxime Chastaing ne La casa del delitto) e sembra che i registi Cattet-Forzani ne abbiano tratto ispirazione per il loro secondo lungometraggio, Lacrime di sangue, che è un vero e proprio giallo deduttivo, definito anche giallo classico, giallo ad enigma o più raramente whodunit, contrazione dell’espressione Who has done it? [“Chi l’ha fatto?”], rappresenta il tipo più tradizionale del giallo: un investigatore deve scoprire l’autore di un delitto in base a indizi più o meno nascosti e fuorvianti, generalmente all’interno di una ristretta cerchia di personaggi. Un classico di questo sotto-genere è il cosiddetto enigma della camera chiusa, cioè un giallo in cui la vittima viene trovata uccisa in un contesto “impossibile”, ad esempio all’interno di un ambiente apparentemente sigillato dall’interno. In Lacrime di sangue accade proprio qualcosa di simile:

Una donna sparisce improvvisamente da un appartamento chiuso dall’interno. Suo marito indaga con dedizione all’interno del condominio in stile art nouveau. Ma nei meandri della mente umana possono nascondersi angoli bui più intricati di qualsiasi labirinto.

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«Lacrime di sangue è il passo ancora oltre Amer». La ripresa ed il superamento delle medesime tecniche e tematiche precedenti, ma esasperate da virtuosismi tecnici e da una trama fortemente visionaria, fino all’iperbolico ed enigmatico epilogo. Il punto di riferimento è sempre il Dario Argento, ormai perduto, della cosiddetta Trilogia degli animali, senza dimenticare gli insegnamenti allucinati di David Lynch e giocando con il decalogo di Ronald Knox che regola ancora oggi, in parte, la narrazione investigativa.

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

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Nel caso del cofanetto che include Amer e Lacrime di sangue, non servono ulteriori spiegazioni per giustificare l’edizione DVD a tiratura limitata, doppio disco, di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Audio multicanale sia in DTS sia in Dolby Digital, altamente consigliato se si vogliono vivere appieno tutte le emozioni ricreate dai registi. Il formato video, uno spettacolare anamorphic widescreen, secondo il rapporto 2.35:1, esalta ai massimi livelli la fotografia sperimentale, la cura del dettaglio. Tra gli extra, oltre ai trailer, due cortometraggi:

Entrambi i film sono vietati ai minori di 14 anni.

Amer è stato presentato in anteprima mondiale al Fantastisk Film Festival di Lund, in Svezia, vincendo la Méliès Competition 2009 e, successivamente, al Sitges Film Festival, in Spagna, i registi hanno ricevuto il prestigioso Discovery Motion Picture Diploma per il loro esordio “col botto”. Lacrime di sangue ha ricevuto, invece, quattro nomination alla 5^ edizione dei Magritte Awards, in Belgio, nelle categorie più tecniche, aggiudicandosi la Miglior Fotografia.

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Commercialmente coraggioso come prodotto a partire dai progetti cinematografici che palesano la ferma volontà di ri-creare un pubblico per un genere da sempre per palati raffinati e anni-luce lontano dalla fetta più grande del pubblico, ma che ha negli anni reclutato fanatici di pelle dura, duri a morire. In parole povere: non per tutti, ma attenzione! Potreste affezionarvi senza accorgervene e scoprirvi a recuperare classici perduti nella memoria che, se anche non avessero più nulla da insegnare, se non altro sarebbero uno spaccato importante di una generazione che sapeva e poteva sperimentare. L’augurio è che si torni a sperimentare in quantità e, soprattutto qualità.

The Gift – Regali da uno sconosciuto, di Joel Edgerton, in DVD

The Gift – Regali da uno sconosciuto si presenta come il suo autore: in punta di piedi e, senza fare troppo clamore, si guadagna sul campo la stima dei critici e del pubblico, che ne hanno apprezzato il clima di ansia persistente, la tensione latente che emerge gradualmente in superficie come in un crescendo musicale, con ogni nota ben studiata e un gran finale sorprendente, da standing ovation. Dire altro a riguardo significherebbe raccontare troppo.

«Chiedi e ti sarà dato».

Simon Callum [Jason Bateman, Juno, Hancock, State of play] e sua moglie Robyn [Rebecca Hall, The prestige, The town e, prossimamente, Il grande gigante gentile] si sono trasferiti da Chicago e hanno preso una casa fantastica in un sobborgo di Los Angeles, nella zona residenziale sotto la famosa Mulholland Drive, all’ombra dell’insegna “Hollywood”, un lusso giustificato da un posto di lavoro di alto livello che Simon ha ottime possibilità di ottenere.

Los Angeles per Simon significa anche un ritorno alle origini, radici ormai dimenticate, amici che ha perso di vista. C’è chi, invece, non si è dimenticato di lui: Gordon Moseley, [Joel Edgerton, Black mass, Animal kingdom, Midnight special] detto “Gordo”, suo vecchio compagno di liceo, che è determinato a ricostruire il loro rapporto.

Gordo è estremamente gentile, disponibile, servizievole, a tal punto da risultare morboso e inquietante, facendo recapitare regali a sorpresa a casa dei coniugi, anche in loro assenza, o andando puntualmente a far visita a Robyn quando Simon è a lavoro.

Regalo dopo regalo, favore dopo favore, la vita della coppia non sarà più la stessa. Ma… se il vero mostro non fosse lui?

«Tu hai chiuso con il passato ma il passato non ha chiuso con te».

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Inizialmente intitolato Weirdo, The gift – Regali da uno sconosciuto è un thriller ben congegnato, permeato di un’ansia persistente. Si ha la piena sensazione di qualcosa che incombe sui protagonisti, di qualcosa che deve accadere, volenti o nolenti, di un’oscura presenza, costante e foriera di inquietudine, messaggera di un passato mai dimenticato, che ritorna alla luce regalo dopo regalo, fino all’ultimo, quello di congedo, che terrorizza e spiazza il protagonista, così come lo spettatore.

Per Edgerton si tratta del debutto alla regia di un lungometraggio, dopo aver già diretto in passato due cortometraggi The list (2008) e Monkeys (2011).

Non occorre soffermarsi molto sullo sviluppo della storia per notare l’influenza che ha avuto Alfred Hitchcock sulla stesura della sceneggiatura, come anche film tipo Attrazione fatale di Adrian Lyne e Niente da nascondere di Michael Haneke. Ma è interessante notare come esistano parecchie connessioni con la trilogia della vendetta di Park Chan-wook e con Old boy, versione originale.

In The Gift – Regali da uno sconosciuto viene nominato più volte Apocalypse now, ma non è l’unica citazione cinematografica presente: il nome del dottore sull’etichetta delle pillole che Robyn ruba alla vicina è Dr. Sapperstein, lo stesso di Rosemary’s Baby; da Shining invece proviene il logo su una bottiglia di vino, all’inizio del film, che mostra lo stesso schema del labirinto di siepi presente nel film; inoltre Robyn viene ricoverata nella stanza 237, lo stesso numero della camera del Overlook Hotel!

Edgerton è anche produttore del film attraverso la Blue-Tongue Films, fondata con il fratello Nash (The Rover, Zero Dark Thirty), che lo ha sostituito dietro la macchina da presa quando era in scena. Nash ha anche lui un film all’attivo da regista The Square (2008), vincitore del premio per la miglior sceneggiatura ai Film Critics Circle of Australia Awards e sceneggiato da Joel. Anche di un intenditore come Jason Blum è rimasto stregato dal film di Edgerton, al punto che lo ha prodotto con la sua Blumhouse Productions. E sembra sia stato lo stesso Blum a cambiare il titolo da Weirdo a The Gift.

La colonna sonora è composta da Saunder Stenfert Jurriaans e Daniel Charles Bensi, due polistrumentisti e musicisti di formazione classica.

The Gift – Regali da uno sconosciuto è stato girato in soli 25 giorni con una Arri Alexa equipaggiata con lenti Canon C35 e ha riscosso molto successo nei festival dove è stato presentato, al Sitges e al Fangoria Joel Edgerton è stato addirittura premiato per la sua interpretazione di Gordo.

IL DVD

 

REGIA: Joel Edgerton INTERPRETI: Jason Bateman, Joel Edgerton, Rebecca Hall TITOLO ORIGINALE: The gift GENERE: thriller DURATA: 104′ (BluRay 108′) ORIGINE: USA, 2015 LINGUE: Italiano 5.1 Dolby digital, Italiano 5.1 DTS, Inglese 5.1 Dolby digital, Italiano EAROUND SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Finale alternativo – Speciali – Scene tagliate – Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media

L’edizione DVD è a disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, mentre il formato video è uno spettacolare anamorphic widescreen (2.39:1). Tra gli extra si dimostrano particolarmente interessanti gli speciali e, per chi non è mai sazio, il finale alternativo e le scene tagliate, che forniscono ulteriori spunti di riflessione.

Il 2016 è l’anno in cui s’inaugura un sistema audio innovativo, esclusiva assoluta della distribuzione Koch Media “per vivere le emozioni dei propri film in maniera ancora più coinvolgente!”, si tratta dell’EAROUND.

Earound è un nuovo formato audio che permette di avere un ascolto immersivo pur essendo un semplice file stereo […] quindi, è molto più fedele al mix originale ed in grado di portare all’ascoltatore le emozioni così come sono state pensate dai creatori del film”.

The Gift – Regali da uno sconosciuto è disponibile anche in versione BluRay.

Tales of Halloween, in DVD

Antologia tematica senza troppe pretese, curata dalla moglie di Neil Marshall, Axelle Carolyn, attrice per tanti anni, che dimostra buone capacità organizzative e interessante scrittura cinematografica, che per l’occasione si cimenta anche nella regia oltre che nella direzione artistica generale di The October Society’s Tales of Halloween, da noi intitolato semplicemente Tales of Halloween.

Gli 11 registi visionari della neonata October society firmano 10 segmenti che hanno il duplice intento di “far fare le ossa” a registi esordienti, ma anche terreno di sfida per registi già più famosi come lo stesso Marshall, e contemporaneamente celebrare, con un prodotto commerciale alla moda, una delle festività più amate, soprattutto dai cultori dell’horror, figlia prodigio della pop-culture, che ha ispirato opere letterarie, teatrali, cinematografiche anche ben oltre i confini territoriali dell’America.

Contrazione infantile dell’espressione “all hollows’ eve”, Halloween ha parecchi punti in comune con il carnevale oltre al fatto di precedere temporalmente una periodo religioso di riflessione, raccoglimento, preghiera e astinenza: l’ironia, ma anche il sarcasmo, che condiscono in maniera pepata le operazioni di ribaltamento sociale e culturale dell’individuo che per una o più sere ha la possibilità di prendersi la rivincita dalle angherie quotidiane, mascherandosi per mettere paura al prossimo e/o ottenere dolcezze e prelibatezze che gli sono “teoricamente” negate in altri momenti. Un ribaltamento che è il minimo comune multiplo dei cortometraggi riuniti in Tales of Halloween, il cui massimo comun denominatore è proprio quella vena di sarcasmo, quell’ironia più o meno pungente a seconda dell’intento degli autori, che permette di esorcizzare le paure e vivere una rigenerante catarsi.

Un’orda maledetta di spiritelli, ghoul, killer spietati, freak, demoni, fantasmi, extraterrestri, zucche stregate e qualsiasi altro elemento soprannaturale della fantasia popolare si alternano su quel palcoscenico privilegiato che da sempre il classico sobborgo della provincia americana offre, lo stesso per tutti i segmenti, a fornire unità di spazio oltre a quella evidente del tempo: la notte in cui tutto può accadere, la vigilia di Ognissanti, in una parola Halloween, con una speaker radiofonica d’eccezione a fare da “filo conduttore”, la Adrienne Barbeau che ricalca il personaggio interpretato in The Fog di John Carpenter e che ha partecipato ad una delle autorevoli antologie di riferimento per questa nuova generazione, liberamente ispirata agli EC Comics, Creepshow.

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Sweet Tooth [scritto e diretto da Dave Parker]

Chi mangia tutti i dolcetti raccolti senza lasciarne neanche uno come tribute per lo spirit di Timmy rimpiangerà la sua ingordigia.

The Night Billy Raised Hell [scritto da Clint Sears, diretto da Darren Lynn Bousman]

Il piccolo Billy, vestito da diavoletto, sta per imbrattare la casa non addobbata di un vicino che si rivela essere un vero demone: imparerà una lezione difficile da dimenticare.

Trick [scritto da Greg Commons, directed by Adam Gierasch]

Un gruppo di amici che attende in casa il tradizionale “dolcetto o scherzetto” vengono assaliti da una baby gang di assassini, ma «Nella notte di Halloween niente è come sembra».

The Weak and the Wicked [scritto da Molly Millions, diretto da Paul Solet]

“La vendetta è un piatto che si gusta freddo”, specialmente se i bulli del quartiere hanno la mania di giocare con il fuoco.

Grim Grinning Ghost [scritto e diretto da Axelle Carolyn]

Una ragazza (Alex Essoe) facilmente suggestionabile si ritrova da sola per strada, senza auto e senza cellulare a dover fare i conti con una fantasma malevolo che non dovrà assolutamente guardare. Tra gli interpreti anche il regista Stuart Gordon e l’attrice Barbara Crampton, rispettivamente regista e interprete del cult Re-Animator.

Ding Dong [scritto e diretto da Lucky McKee]

Un uomo asseconda la moglie posseduta dal demone della “maternità a tutti i costi” finchè non ne può più.

This Means War [scritto e diretto da Andrew Kasch e John Skipp]

Due vicini si sfidano negli addobbi di Halloween e poi litigano per i loro divergent modi di festeggiare.

Friday the 31st [scritto da Mike Mendez e Dave Parker, diretto da Mike Mendez]

Un alienuccio carino, venuto sulla Terra per il suo “dolcetto o scherzetto” interplanetario, bussa alla porta di un assassino deforme, impegnato nella sua attività preferita: uccidere la gente. Inevitabile lo scontro all’ultimo sangue se il killer è a corto di caramelle.

The Ransom of Rusty Rex [scritto e diretto da Ryan Schifrin]

John Landis veste i panni di un uomo facoltoso al quale due malviventi rapiscono il figlio, ma le cose non stanno per niente come pensano loro.

Bad Seed [scritto e diretto da Neil Marshall]

Una detective cerca di porre fine alla sequenza di morti, divorati da una tipica zucca decorativa stregata e affamata. Riuscirà a fermarla?

IL DVD

REGIA: Adam Gierasch (Night of the Demons), Andrew Kasch (Never sleep again: the Elm Street Legacy), Axelle Carolyn (Soulmate), Darren Lynn Bousman (Saw II, III & IV), Dave Parker (The hills run red), John Skipp (Stay at home dad), Lucky McKee (May, The woman), Mike Mendez (The Convent, Big ass spider!), Neil Marshall (Dog Soldiers, The descent), Paul Solet (Grace) and Ryan Schifrin (Abominable) INTERPRETI: Joe Dante, John Landis, Adrienne Barbeau, Barbara Crampton, Robert Rusler, Pollyanna McIntosh , Kristina Klebe TITOLO ORIGINALE: Tales of Halloween GENERE: horror DURATA: 93′ ORIGINE: USA, 2015 LINGUE: Italiano 5.1 Dolby digital – italiano 5.1 DTS, inglese 5.1 SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Speciale – Trailer originale – Credits DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Tales of Halloween è stato selezionato da Midnight Factory per avere un’edizione DVD di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, con un formato video spettacolare in anamorphic widescreen (2.39:1).

Nello speciale, presente tra gli extra, si evince tutto il divertimento dei registi e degli attori nel collaborare tra loro e contribuire alla realizzazione di questo vero divertissement con tanto di camei per addetti ai lavori e amici famosi.

Anche se vietato ai minori di 14 anni, Tales of Halloween è valido per chi dai Piccoli brividi desidera passare da un perturbante di livello intermedio prima di approdare all’orrore allo stato puro degli esorcismi, delle possessioni e delle angosce persistenti più che dei jumpscare. Un prodotto che, nel complesso, risulta piacevole, soprattutto per una serata spensierata tra amici, magari proprio la notte di Halloween, se non si vuole un risultato che possa turbare gli animi dei più sensibili o dei meno avvezzi.

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Holidays, in DVD

Il produttore John Hegeman [cambiato molto dai tempi del flop Al calar delle tenebre] era da tempo interessato a realizzare un film collettivo come Holidays, ma i tempi non erano mai stati maturi. L’occasione è arrivata con la recente moda delle antologie horror che, con ABCs of Death e V/H/S, per dirne un paio, hanno riportato al successo il modello dei racconti cinematografici brevi uniti in un unico prodotto commerciale, inaugurato da alcuni classici come Le cinque chiavi del terrore o Il giardino delle torture, e passato attraverso le versioni fumettistico-letterarie di Creepshow o I Racconti della cripta o attraverso trasposizioni come I racconti del terrore di Edgar Allan Poe, successo del maestro Roger Corman. «Girare piccoli film che durano cinque o dieci minuti – sostiene Hegeman – rappresenta una grande opportunità per i registi emergenti, sono spazi che si aprono per tutti» [cfr. booklet interno].

Per antologia, dal greco ἄνϑος (“antos”), cioè “fiore”, e λέγω (“lego”), ossia “raccolgo”, s’intende una raccolta di testi scelti, tratti da opere più ampie, il fior fiore da leggere, in latino florilegio. Nel caso di Holidays, l’espressione non poteva essere più azzeccata: gli 8 registi hanno realizzato altrettanti cortometraggi di pregevole fattura, quasi fossero in gara per compiacere una giuria di qualità, altissima qualità, sia dal punto di vista tecnico sia da quello formale, dei veri e propri esercizi di stile ed eleganza, piccoli capolavori che tengono lo spettatore incollato alla poltrona, salvo che nei momenti in cui salta di paura!

Rispetto all’antologia Tales of Halloween, dove è palese la predilezione per il ludico, per il divertissement, per la catarsi e il ribaltamento carnascialesco, Holidays assume l’aspetto di una polifonia di strumenti diversi armonizzati da una ricerca del sublime, senza dimenticare l’aspetto della sperimentazione che è una delle caratteristiche più evidenti.

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8 registi firmano altrettanti segmenti, chiusi ognuno da una elegante greeting card animata a tema che si chiude mostrando i nomi dei registi e degli sceneggiatori e da un altrettanto raffinato commento musicale affidato agli archi, tanto cari allo stile di Alfred Hitchcock. Ogni elemento è curato per stuzzicare anche i palati più fini.

Valentine’s Day [di Kevin Kolsch e Dennis Widmyer, scritto da Dennis Widmyer]

Un’adolescente, Maxi, viene umiliata durante gli allenamenti di tuffi dalle compagne ma non dal coach che, mosso a compassione, le recapita una innocente “valentina” non potendo immaginarne le macabre conseguenze.

St. Patrick’s Day [scritto e diretto da Gary Shore]

Una maestra di scuola desidera fortemente essere madre, ma come si comporterà se il figlio che improvvisamente ha in grembo è un discendente diretto dei rettili che S. Patrizio aveva cacciato dalle terre d’Irlanda?

Easter [scritto e diretto da Nicholas McCarthy]

Una bambina, alla vigilia della Pasqua, sembra confusa da alcune analogie che ha riscontrato tra il racconto tramandato dai cristiani e le tradizioni più commerciali e pagane. Durante la notte andrà a farle visita un coniglietto pasquale a dir poco particolare.

Mother’s Day [di Ellen Reid e Sarah Adina Smith, scritto da Sarah Adina Smith]

Una giovane donna non vuole avere figli ma, per quanti metodi contraccettivi impieghi, anche contemporaneamente, nulla ha effetto. All’ennesima gravidanza indesiderata e interrotta forzatamente, una comunità religiosa tutta al femminile, che prega nel deserto per la propria fertilità, si offre di aiutarla.

Father’s Day [scritto e diretto da Anthony Scott Burns]

Una ragazza riceve uno strano pacco da parte del padre, da tempo ritenuto morto. Nel pacco un mangianastri vintage e una musicassetta. Il padre vi ha registrato, quando era piccola, il loro ultimo incontro e, contemporaneamente, le indicazioni passo dopo passo per ricongiungersi con lui.

Halloween [scritto e diretto da Kevin Smith]

Una datore di lavoro vessante sfrutta tre ragazze per guadagnare facilmente soldi con il sesso online ma il potere sprigionato da una riunione di tre donne non equivale a quello di una congrega di streghe? Fin dalla prima inquadratura si riconosce lo stile unico di Kevin Smith. La conferma arriva dai discorsi senza peli sulla lingua e dall’inconfondibile modus operandi che porta ad un ribaltamento di ruoli beffardo, tipico dell’originario spirito carnevalesco che è alla base della festa di Halloween.

Christmas [scritto e diretto da Scott Stewart]

Un padre si riduce all’ultimo secondo per comprare il regalo del momento al figlio: il visore UVU che permette di guardarsi dentro e visualizzare i propri desideri e sogni, ma anche segreti, ansie e paure. Quindi che succede se hai fatto delle orribili azioni, se hai dei segreti inconfessabili? Il segmento parte come una tradizionale commedia natalizia, e subito viene in mente Una promessa è una promessa con Schwartzenegger, ma il registro cambia in un batter d’occhio fino ad un twist insospettabile.

New Year’s Eve [di Adam Egypt Mortimer, scritto da Kevin Kolsch e Dennis Widmyer]

Un uomo uccide la sua partner e perciò rimane solo per Capodanno. Un sito per cuori solitari gli segnala una ragazza con cui ha un’affinità di coppia del 98%, ma trovare l’anima gemella non è sempre un bene, specialmente per un «nervoso mostro».

IL DVD

REGIA: Kevin Kolsch, Dennis Widmyer, Gary Shore, Ellen Reid, Sarah Adina Smith, Nicholas McCarthy, Anthony Scott Burns, Kevin Smith, Scott Stewart, Adam Egypt Mortimer INTERPRETI: Lorenza Izzo, Seth Green, Harley Quinn Smith, Ruth Bradley, Mark Steger, Jocelin Donahue TITOLO ORIGINALE: Holidays GENERE: horror anthology DURATA: 105′ ORIGINE: USA, 2016 LINGUE: Italiano 5.1 DTS, Italiano 5.1 Dolby Digital, Inglese 5.1 Dolby Digital SOTTOTITOLI: Italiano EXTRA: Trailer DISTRIBUZIONE: Koch Media COLLANA: Midnight Factory

Midnight Factory è una nuova collana di classici contemporanei di cinema horror, thriller e fantasy mondiale. La serie si propone di portare in Italia il meglio della produzione internazionale del genere: film inediti, indipendenti, dei grandi maestri, delle giovani promesse, classici del passato, pellicole bizzarre ed estreme, piccole chicche e sequel di successi conclamati che si mescoleranno insieme secondo il comune denominatore della qualità” [cfr. booklet interno].

Holidays gode meritatamente di un’edizione DVD di prestigio con packaging versione slip case, ovvero una classica custodia amaray all’interno di un involucro di cartone con apertura laterale. Disco unico, audio multicanale, sia in DTS sia in Dolby Digital, in italiano e inglese, mentre il formato video è widescreen (1.85:1). Tra gli extra purtroppo solo il trailer.

Le ricerche di Hegeman sulle festività avevano portato alla luce dei riflettori più di trenta ricorrenze che potevano candidarsi a diventare l’ambientazione di uno dei segmenti dell’antologia. Le selezioni successive hanno ridotto il numero delle realizzabili ad otto, ma non è assurdo pensare che le festività non scelte possano in futuro essere oggetto di una nuova opera collettiva di lusso, come Holidays.

Il film è ovviamente vietato ai minori di 14 anni ed è disponibile anche in versione Blu Ray.

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